Gianni Bergamaschi

"Catullo Club"

 

La vita non è quella che si è vissuta,

ma quella che si ricorda e come la si ricorda

per raccontarla.

(G. G. Márquez, Vivere per raccontarla, A. Mondadori, 2002, p.7)

 

Il vuoto

pittura il mondo

nella sua complessità

ma

nessuno

lo nota

(L., II media)

 

Raccontare una storia significa occuparsi del tempo, ed esperire la nostra vita come tempo ha a che vedere col fatto che la nostra vita ha un termine, e che la vita dei nostri amici ne ha pure uno. L’angoscia di fronte a questo dover finire può naturalmente essere tenuta a bada…

Ciò che però non scompare è la tristezza per questa finitudine. La tristezza non la si può vincere, può soltanto essere rifiutata o accettata. Il raccontare storie ha a che fare col fatto di accettarla. La tendenza degli uomini alla tristezza li fa diventare narratori di storie.

(Peter Bicshel, Il lettore, il narrare)

 

La composizione/narrazione che segue (Catullo Club) nasce esattamente da quel genere di "tristezza" di cui dice Peter Bicshel.

Con infinita nostalgia la dedico (se mi è lecito offrire "musica da rubare" semplicemente captata nell’aria) alla mia trascorsa III A (anno scolastico 2003-2004) e alle splendide, calde giornate di fine primavera vissute assieme, bighellonando allegramente per un Garda saturo di sole…

 

1/4 = 110  (con sentimento, “ jazz feelin ’ ” e grande senso di libertà)