A.D.G.P.A. GUITAR INTERNATIONAL RENDEZ-VOUS
LA CONFERENZA DEI LIUTAI CONEGLIANO VENETO 28 MARZO 2008
Partecipano alla conferenza:
Franck Cheval (Francia) Francesco
Bartolomei e Roberto Canova da Malo (Vicenza) Mauro Freschi da Treviso (chitarre elettriche e archtop) Gianni Scomparin da Treviso (chitarre classiche)
Andrea Carpi Direttore della rivista specializzata CHITARRE Marino Vignali Presidente Onorario dell'A.D.G.P.A..
IL RESOCONTO
Su invito di Marino Vignali è Franck Cheval ad introdurre il tema del dibattito. Il celebre liutaio francese inizia sottolineando la principale differenza esistente tra le archtop e le altre chitarre; differenza che consiste nella tavola armonica: ricurva e scavata manualmente nel primo caso, piatta per tutte le altre chitarre. Questa particolare caratteristica genera vibrazioni verticali per le archtop e vibrazioni orizzontali per le tavole piatte. Trattando l’argomento della scelta dei legni, Cheval osserva che, normalmente, per le archtop ci si affida a scelte tradizionali (abete ed acero in testa), riservando ad altri parametri come la forma della cassa, l'altezza delle fasce, i pick up ecc. le note di originalità o personalizzazione. Nel corso della discussione emerge il fatto che Cheval tiene una rubrica di liuteria sulla rivista Guitarist Acoustic e che nei suoi articoli non cerca di insegnare come si costruisce una chitarra ma, piuttosto, di fornire delle indicazioni utili ad aprire la strada a nuove idee. In particolare ama scrivere delle differenze di accostamento che vi possono essere tra i legni e le forme e questo per far capire soprattutto ai chitarristi che cosa è possibile ottenere con certe scelte e che tipo di risposta si può ottenere da uno strumento variando questo tipo di parametri.
Interviene a questo punto Canova per raccontare che nella sua esperienza di lavoro si è persuaso che, nelle chitarre jazz, la risposta migliore venga dall'abete rosso più consistente; quello più duro nella ”pasta”e non quello più tenero. Questo perché l’archtop jazz, essendo semiacustica, non deve risultare troppo sonora. L'abete tenero, al contrario, è più adatto alle chitarre classiche ed acustiche.
Mauro Freschi aggiunge che questo tipo di scelta ha anche il pregio di ridurre le possibilità di feed-back o larsen. Fa notare, inoltre, che uno dei parametri che differenziano la jazz dall’acustica è rappresentato dagli spessori della tavola poiché quella dell'acustica varia tra i 2,5 mm.e i 2,8 mm. mentre quella della jazz è di circa 5 mm.
Calamassi, non costruendo chitarre archtop, chiede ai colleghi di spiegare quali sono le differenze di resa tra gli strumenti jazz costruiti con legno massello e quelli composti da legno laminato. Freschi risponde dicendo che non utilizza il laminato, preferendo partire dal legno massello per poi scavarlo fino ad ottenere la forma e lo spessore desiderati ma che, in generale, il laminato, vibrando meno, tende a ridurre il problema del larsen. Per contro, il fondo in laminato, non potendo essere scavato come il massello, impedisce la creazione di una forma ricurva che ha il pregio di rendere ottimale la risposta sonora. Anche Canova afferma di non utilizzare il multistrato ma ritiene che, probabilmente, l’utilizzo di fondo e fasce in laminato produrrebbe meno feed-back, ma che l’uso del laminato anche per la tavola armonica finirebbe per penalizzare eccessivamente la sonorità dello strumento. Si precisa, peraltro, che anche il laminato può essere piegato con delle forme a caldo e che la curva ottenibile è variabile, anche se spesso solo accennata. Dalla discussione generale emerge anche che, normalmente, se una chitarra è in laminato si tratta di acero poiché quando si utilizza l’abete è sempre massello.
Tutti i liutai presenti concordano, comunque, sulla necessità di interagire con il chitarrista che commissiona loro una chitarra, mettendo a disposizione la loro esperienza ma, al tempo stesso, cercando di comprendere l'esigenza sonora soggettiva, ricercando il suono desiderato attraverso la scelta personalizzata di legni, spessori e forme.
A poco a poco viene abbandonato l’argomento relativo alle chitarre jazz per affrontare quello connesso alla costruzione delle chitarre classiche ed acustiche.
Calamassi afferma di utilizzare esclusivamente legno massello e che una caratteristica particolare dei suoi strumenti è rappresentata dal fondo leggermente curvo al fine di ottenere un suono più cristallino e meno distorto. A suo parere la bombatura consente alle vibrazioni interne alla cassa di muoversi in più direzioni, generando un suono più ricco di armonici e di colori. Secondo Canova, però, il fondo bombato vibra un po' meno di quello piatto e tende ad indurire il suono. Si tratta, tuttavia, di una questione di gusto personale.
Da tutti gli interventi emerge un dato di fatto incontestabile: per divenire un buon costruttore di chitarre sono necessari anni ed anni di pratica, interazione con i chitarristi, esperienza e sperimentazione.
In veste di moderatore, Marino Vignali, constatata la giovane età di alcuni dei liutai presenti, chiede quale sia il percorso di apprendimento che, all'esordio professionale, consente di giungere a punti di riferimento sicuri. La risposta corale è che, almeno all'inizio, è importante osservare un liutaio più esperto al lavoro per imparare con maggior rapidità. Cheval
racconta che, avendo iniziato molti anni fa e non avendo punti di riferimento,
è stato costretto ad imparare dai propri errori. Non tutti concordano però con lui su quest'ultima affermazione sostenendo che, al contrario, non sono molti i liutai esperti disponibili a prodigare consigli o svelare i segreti dell'arte alle giovani leve. In compenso esiste oggi la possibilità di rivolgersi ad ottime scuole di liuteria. Buone nozioni,esperienza diretta e un buon maestro sarebbero perciò elementi fondamentali per intraprendere al meglio la strada della liuteria.
((((((((((OO0OO))))))))))
Dichiarata formalmente chiusa la conferenza, il dialogo tra i partecipanti non accenna ad esaurirsi e inizia, così, uno scambio diretto di opinioni.
Bartolomei
e Canova, parlando di legni, asseriscono che
bisogna avere molta sensibilità per capire cosa fare e che spessori usare a
seconda del risultato che si vuole ottenere. Nella scelta della tavola comunque è fondamentale avere delle venature molto fitte poichè è questa la caratteristica che genera un numero maggiore di vibrazioni. Andrea Carpi chiede quale sia la differenza tra una chitarra jazz ed una gypsy-jazz. Canova
risponde spiegando che il tipo di costruzione e la scelta dei legni
determina suoni
completamente diversi. Canova,
a sua volta, chiede a Cheval se nel costruire una chitarra tiene conto di eventuali
differenze costruttive dovute all'utilizzo solo acustico o amplificato.
L'ultima domanda che viene rivolta ai liutai riguarda la loro disponibilità a sperimentazioni tipo catenature diverse o forme e dimensioni innovative della buca o spostamenti della buca stessa in altre zone della tavola o sulle fasce. Qualcuno di loro afferma di aver trovato interessante il posizionamento della buca sulla fascia soprattutto per un migliore ascolto di chi suona. CONEGLIANO VENETO 28 MARZO 2008
|