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CHITARRISTI
JAZZ ITALIANI
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Introduzione
all'archivio
Come modificare i profili
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Antologia della chitarra jazz in Italia Vol. I
e II
ED. BUSCEMI RECORDS-MILANO.
Fabio Abbagnano
(Note fornite dall'interessato)
Nato a Roma 46
anni fa ,incomincia da piccolo Lo studio della chitarra classica , passando
successivamente all’elettrica collaborando negli anni 70 a formazioni su
modello” area-perigeo”, due importanti gruppi nazionali di jazz-rock di
allora. Negli anni 80 incomincia a studiare il jazz classico sotto la guida del
chitarrista Maurizio Lazzaro , collaborando con il batterista Pier Paolo Ferroni
ora insegnante della Um di Roma a cover del batterista Billy Cobham.
Successivamente trasferitosi al Nord nel 1990 entra ben presto nel giro Novarese
e quello di Milano, suonando ed ospitando nei suoi gruppi jazzisti di calibro
nazionale: Paolo e Marco Brioschi , Guido Canavese, Marco Bianchi , Marco Ratti
, Riccardo Fioravanti , Stefano Dallora , Marcello Testa, Stefano Solani , Marco
Ricci , Bruno De Filippi , Sergio Orlandi , An- Gelo Rolando, Wally
Allifranchini , Marco Gotti , Gigi Di Gregorio , Alberto Buzzi , Massimo Scoca ,
Giulio Loglio ,Giancarlo Porro, Achille Giglio, Mauro Brunini . Ha studiato
armonia ed improvvisazione con Gigi Cifarelli a Milano nel 1996 , e con il tenor
Sassofonista Wally Allifranchini suonando nell’Orchestra jazz degli allievi
della scuola di musica moderna “Dedalo” a Novara nel 1998 comparendo in un
programma dedicato al jazz della televisione Svizzera , inoltre ha partecipato a
seminari con Franco D’Andrea , Enrico Pieranunzi, Scott Henderson , Frank
Gambale. Esperto di elettronica applicata alla chitarra , nel passato ha suonato
spesso con i sistemi Roland guitar sinth , e moog sinthesizers .
Maurizio Aliffi
Nel caso di
Maurizio Aliffi è necessaria una simpatica divagazione biografica infatti, nel
1970 o giù di lì, io frequentavo il suo fratello maggiore e ci trovavamo al
muretto sotto casa sua a suonare la chitarra e a parlare di musica e io, per
quanto amassi Jimy Hendrix, ci tenevo a far notare che un giovane allora
sconosciuto di nome George Benson avrebbe dovuto essere preso maggiormente in
considerazione da tutti i chitarristi che al di là dei più noti eroi del Rock
proprio non andavano! Ricordo quindi Maurizio bambino che, un pò timidamente,
si univa a noi e ci ascoltava disquisire...Chi avrebbe mai detto che sarebbe un
giorno diventato un jazzista di professione e saremmo stati colleghi nella
stessa scuola nell’insegnamento proprio della chitarra jazz? ( materia che a
quei tempi in Italia sarebbe stata condiderata alla stregua dell' ufologia!!).
Maurizio inizia lo studio della chitarra da autodidatta. Si avvicina alla
chitarra jazz studiando con il maestro Filippo Daccò. Contemporaneamente studia
e si diploma in composizione e in direzione di coro e si laurea con una tesi in
sociologia della musica. Attivo in campo concertistico nel jazz e compositivo,
pubblica con F. D'Auria un disco a proprio nome. Intende realizzare uno scambio
e una sintesi tra le esperienze a suo avviso più interessanti del jazz e della
musica contemporanea, con grande interesse per la improvvisazione in tutti i
suoi aspetti.
Frank
Antonucci
Chitarrista laziale.Grazie alla befana del 61, inizia a
quattro anni lo studio della musica e a dieci consegue il diploma del 6° anno
di compimento all'Accademia di fisarmonica Luigi Lanàro in Roma.
Grazie alla befana del 70, intraprende lo studio della
chitarra inizialmente da autodidatta nelle cantine, dove suona con vari
complessi, e poi seguendo i corsi di chitarra jazz presso il "St. Louis"
di Roma tenuti da Massimo Ruocco e Eddy Palermo.
Nel 1978 consegue l'attestato di partecipazione al corso per
corrispondenza del Berklee College Music di Boston tenuto da Amedeo Tommasi.
Dopo la maturità classica entra al Conservatorio "S. Cecilia" di Roma
dove, nel 1986, si diploma a pieni voti sotto la guida del M° Aldo Enna.
Dall'83 all'87 effettua numerosi concerti come solista per l' E.S.T.A. (European
String Teachers Association) di Lilia D'Albore e Dino Asciolla. Successivamente
seguendo la grande passione per il jazz ne abbraccia l'attività concertistica
annoverando numerose e illustri collaborazioni con, tra i quali:Bob Berg, Larry
Nocella, Dave Eubanks, Tony Formichella, Michael Supnick, Mauro Verrone, Acciari
Brother's, Gabriele Mirabassi, Oliver Berney, Enrico Blatti, Fabio Tullio,
Nicola Arigliano e Franco Cerri.
Dall'86 al 92 effettua collaborazioni musicali nel Cinema per
la Videoschermo srl, Maura Film, Rai Tv. Come orchestrale suona con varie
formazioni da camera e sinfoniche, tenendo concerti presso numerosi teatri ed
auditorium. In tournèe come esterno con la Istituzione sinfonica abruzzese
e con la banda della Polizia. Nel 1999 partecipa al Concorso
Nazionale per giovani chitarristi jazz organizzato dall' A.M.J. di Siena
classificandosi al 2° posto. Dal 2005 è il chitarrista di Nicola
Arigliano con il quale si esibisce in concerto in tutta Italia instaurando una
profonda amicizia che lo assurge a portavoce dell' ultimo fervido periodo
dell'artista. Lavora anche con altre formazioni di musica jazz e blues
prevalentemente nell'area romana.
Iscritto alla SIAE come compositore e autore ha all'attivo
più di cento tra composizioni strumentali e vocali.
Attività didattica: Nel 1990 consegue l'abilitazione
all'insegnamento ed è titolare della cattedra di musica di un
Istituto Comprensivo. INOLTRE è Autore dei Metodi: "Il Solfeggio
Integrale" e "Tecnica ed Improvvisazione Chitarristica"
ed. Stampa Alternativa.
Angelo Arienti
(pubblico dominio)
Chitarrista
dalla sonorità aperta ed incisiva, appassionato e competente conoscitore della
storia della chitarra jazz, il suo indirizzo estetico si colloca su quella linea
genealogica che collega lo stile di Tal Farlow al John Mc Laughlin di
“Extrapolation” e “Spaces”. Forse il miglior accompagnatore, per forza
propulsiva e swing, del panorama nazionale di quegli anni Angelo Arienti,
attento nell’assecondare il solista, ha inciso un LP di tango argentino, nella
formazione chitarra & bandoneon, con Astor Piazzolla ed è stato per un
lungo periodo la seconda chitarra del quartetto cameristico di Franco Cerri,
partecipando alla registrazione di quelle che si possono annoverare tra le più
belle pagine della chitarra jazz italiana.
Alex Armanino
(Note di Roberto Ferrari)
Chitarrista
ligure attivo dagli anni 50 (molti ricordano il Settetto Genovese). E’ uno dei
musicisti cardine del Louisiana Club di Genova. Ha suonato con la big band di
Ray Charles e ha diretto per molti anni una formazione di chitarre, il “Guitar
Ensemble”. Validissimo solista ma anche esperto accompagnatore , spazia dallo
swing al be-bop.
Ignazio Ballato
In un
universo, quello chitarristico, oggi popolato da super-professionisti troppo
spesso preoccupati più di impressionare che di esprimere e nel quale la
confezione del prodotto finito prevale sulla estemporaneità del processo
creativo, non può non allietare l’ascolto di Ignazio Ballato, musicista
naturale ed istintivo che, nulla concedendo alle presunte nuove tendenze (O.G.M.)
e non assillato da smanie di prestazione, si lascia andare con comunicativa e
spontaneità al piacere di suonare un repertorio, quello brasiliano, che nulla
lascia a desiderare in quanto a comunicativa e spontaneità. Ballato dimostra
come, affidandosi alla sola fatidica ispirazione e ad un non comune orecchio
musicale, si possa realizzare un opera più significativa di tante altre,
prodotto di un sapiente e smaliziato artigianato musicale. Ignazio Ballato si
alterna dalla chitarra classica alla sua vecchia chitarra jazz “ IBANEZ JP”,
a lui più congeniale, suonata con tocco e feeling montgomeriani e lasciando
intravedere di aver ascoltato oltre Joe Pass e Wes Montgomery anche l'italiano
Franco Cerri.
Emanuele Basentini
Chitarrista top italiano molto conosciuto ed apprezzato all’estero, ha messo a
punto un sistema di fraseggio avanzato, torrenziale, imprevedibilmente
fantasioso e supportato da una prodigiosa tecnica strumentale. Difficilmente
assimilabile ad altri chitarristi è forse più riconducibile a stili propri di
altri strumenti come il sax o il pianoforte. Se proprio si volessero tracciare
delle parentele o delle similitudini nell’ambito del suo strumento potrebbero
venire in mente, con beneficio di inventario, sia Pat Martino che Jack Wilkins.
(di Giovanni Monteforte)
Silvio
Barisone
Silvio Barisone è un musicista su larga scala. Chitarrista,
arrangiatore, compositore, musicoterapista, profondo conoscitore e studioso di
strumentario etnico. Classe 1972 compie gli studi classici tradizionali in
Conservatorio nonché quelli di jazz e popular music. Molto attivo in ambito
live con i maggiori nomi di jazzisti nostrani passando anche per la pop music.
Oltre alle più svariate collaborazioni sia in ambito
jazzistico sia in quello "leggero" sono presenti due produzioni per
l'etichetta milanese Preludiomusic, la prima per chitarra sola dal titolo
"Leonardo" con brani tutti inediti che spaziano dal classico alla new
age, la seconda dal titolo "Travel", un vero è proprio viaggio tra
diverse sonorità dal smooth jazz al funky passando per latin e swing. Musicista
completo dalla svariata ed importante esperienza sempre al passo coi tempi fanno
di lui anche un ottimo didatta in ottica moderna senza tralasciare però
percorsi classici e tradizionali che ne hanno rafforzato e determinato il suo
notevole cammino.
Collabora con l' importante rivista di chitarra "Guitar
Club" dove ogni mese tiene una "lesson" dal titolo "chitarra
sola".
Virginio
Bertone
chitarrista , fotografo e manager inizia a suonare la chitarra
come autodidatta all’ età di 11 anni. A 18 anni decide di dedicarsi alla
musica jazz e studia con Joe Cusumano presso il jazz club Capolinea di Milano.
Prosegue gli studi a New York con Rodney Jones. Si perfeziona infine al CDM di
Milano con il corso triennale tenuto dal Maestro Filippo Daccò.
Come band leader Bertone debutta al Capolinea nel 1994. Da
quel momento è attivo sia come musicista di club sia nell’ambito di
importanti eventi aziendali (Dolce e Gabbana, Volvo, Università Bocconi,
Schering Plough, Amgen ).
Il sound di Virginio Bertone , che utilizza prevalentemente
chitarre archtop della Gibson, è stato profondamente influenzato da George
Benson e dall’ album Breezin, in cima alle classifiche nel periodo in cui
Bertone si trovava a New York . Grazie agli insegnamenti del maestro Daccò,
Bertone si è svincolato al linguaggio"fusion" e si trova a suo agio
anche in un contesto be bop o bossanova. Nel corso degli anni Bertone ha
suonato con i principali musicisti italiani quali i batteristi Nicola Stranieri,
Stefano Bagnoli, Vittorio Sicbaldi, i contrabbassisti Riccardo Vigorè, Roberto
Piccolo, Gianluca Alberti, il trombettista Marco Brioschi, i sassofonisti Felice
Clemente e Germano Zenga, le cantanti Ulrica de Georgio, Dariana K, Irene
Colombo, Fancesca Lucido.
Partner insostituibili di Bertone sono il pianista milanese
Alberto Barattini nell’ ambito della formazione Smooth Quartet e il violinista
romano Rodolfo Baroncini nel progetto Bags Groove.
Dal 2016 Virginio Bertone è endorser degli amplificatori
valvolari AGE progettati e costruiti artigianalmente a Lecce dall’ ing.
Antonio Guerrieri .
Bertone ha autoprodotto i seguenti CD.
Un blues qualsiasi ( 2008) Not really (2010 ) Shower
songs (2011) L.O.V.E. (2011) Smooth Quartet Live (2014)
Synesthesia (2016)
Remo Bianchi
Musicista che
agisce e compone entro i parametri estetici più aggiornati, propone una musica
energica ed emozionalmente carica, un prodotto artistico fresco e innovativo che
si avvale di eccellenti collaborazioni musicali. Chitarrista e compositore
milanese, è diplomato presso la Civica Scuola di jazz di Milano ed è laureato
in Scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Corso di
Laurea in Chitarra e Musica Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di
Milano. Ha frequentato diversi seminari di musica d'insieme, armonia ed
improvvisazione con Mal Waldron, Jim Hall, Steve Grossman, Paolo Fresu, Daniel
Humair, Enrico Rava, Franco D'Andrea, Marco Tamburini ed ha partecipato ad uno
stage di musica d'insieme presso il Conservatorio Nazionale di Chambery in
Francia.
Riccardo Bianchi
(foto
web)
Ex ragazzo
prodigio della chitarra jazz, Riccardo Bianchi è oggi una delle voci guida
della chitarra contemporanea in Italia. Dotatissimo strumentista e musicista
poliedrico, la sua produzione discografica è pervasa da una venatura New-Age e
Progressive. Ciò non toglie che egli sia un grande improvvisatore di
"vero-jazz", dotato di un linguaggio fluido, originale, e
intrinsecamente 'parkeriano'! Jim Hall, dopo aver suonato con lui durante un
seminario didattico, lo definì un grande accompagnatore in grado di ascoltare e
assecondare il solista con grande sensibilità!
Roberto Brambilla
(Note fornite dall'interessato)
Chitarrista e
compositore eclettico, riesce ad adeguare il suo stile, di impronta Blues, a
diversi generi musicali. Inizia lo studio della chitarra elettrica come
autodidatta nel 1970 dedicandosi principalmente al Rock-Blues. Nel 74 si
avvicina alla Fusion e al Jazz attraverso l’ascolto di Miles Davis, Frank
Zappa, Chick Corea, John McLaughlin, Weather Report, Charlie Christian, Wes
Montgomery (ecc.). Da allora è promotore di diverse formazioni e ha collaborato
con numerosi autorevoli musicisti Fusion e Jazz (ecc…) dell’area milanese.
In seguito si avvicinerà sempre più al Jazz, soprattutto al Be Bop e decisiva
sarà l’influenza di Charlie Parker ma, accanto al Jazz, ha continuato a
dedicarsi ad altri generi musicali quali il Progressive e la Fusion. Dagli anni
90 è elemento stabile del gruppo progressive “AIRE” con il quale ha inciso
2 CD: LUMEN e VISIONI e ha pure inciso un CD di sola chitarra classica (“IN
GIU’ ” ) nel quale sono raccolti 25 brani di sua musica originale: Roberto
Brambilla è infatti docente di chitarra classica presso la scuola media ad
indirizzo musicale di Lentate Sul Seveso. I suoi CD sono stati prodotti da
Alessio Brocca (Music Center di Lissone via Don Crippa 1), distribuiti dalla
I.R.D. sono quindi reperibili su ordinazione anche a Milano alle Messaggerie
Musicali e alla Ricordi (visitare il sito www.musiccenterlissone.it la sezione
riguardante il Jazz.)
Francesco Buzzurro
Francesco
Buzzurro inizia a 6 anni a suonare la chitarra e diplomatosi al
Conservatorio Scontrino di Trapani perfeziona la sua tecnica presso
l'International Arts Academy di Roma con Stefano Palamidessi, Alberto
Ponce, John Duarte, Hopkinson Smith e David Russell. Laureatosi anche in Lingue
Straniere, sviluppa un'intensa attività concertistica e vince tre concorsi
nazionali tra cui il "Savona in Musica". Alla sua passione per la
musica classica Francesco Buzzurro affianca una profonda
attività di ricerca nell'ambito della musica jazz sviluppando ben presto una
particolare maniera d'improvvisare che gli consente di entrare a far parte della
Sicilia Jazz Big Band, dell'OMC e successivamente dell'Orchestra Jazz
Siciliana di cui oggi è prima chitarra. Grazie all'OJS divide il
palcoscenico con alcuni dei "mostri sacri" del jazz come Toots
Thielemans, Diane Schurr, Arturo Sandoval, Peter Erskine, Bob Mintzer, Phil
Woods, Bireli Lagréne, Francesco Cafiso ed altri ancora. Il
primo lavoro di Francesco Buzzurro "Latinus"
rivela la sua anima etno-jazz, il secondo album, da solista questa volta, si
intitola "Freely..." e contiene arrangiamenti di standards della
musica mondiale come "Summertime" e "Rapsodia in
Blue". Il disco "Naxos" pubblicato nel 2006 ripropone invece il
quartetto in veste dichiaratamente latin-jazz, mentre nel suo ultimo cd,
"L'Esploratore" (2009) ,il chitarrista affronta ancora da solista un
repertorio etnico d'autore con musiche da diversi paesi del mondo, tra queste
Libertango, Hava Nagila e Tico Tico. Tra le sue realizzazioni
discografiche vanno menzionate altresì "Un mondo due chitarre" (2011)
in duo con il chitarrista americano Richard Smith (già sideman di Lee Ritenour)
, il cd "One man band" (2012) da solista per la prestigiosa etichetta
tedesca Acoustic Music Records di Peter Finger e il recentissimo "Il Quinto
Elemento" (2014) con musiche esclusivamente originali ispirate ai quattro
elementi della natura con la musica come Quinto Elemento unificante.
Francesco Buzzurro ha collaborato, inoltre, con Renzo Arbore,
Lucio Dalla, Francesco Baccini, Antonella Ruggiero, Ornella
Vanoni, Fabio Concato, Luisa Corna, Grazia Di Michele, Mario Lavezzi, Giorgio
Conte, Orchestra Sinfonica Siciliana (eseguendo il Concierto De Aranjuez).
Laureatosi nel 2010 in Musica Jazz con 110 e lode e menzione d'onore è
considerato un chitarrista di confine e fuori dagli schemi e viene regolarmente
invitato dalla University of Southern California di Los Angeles e dal
Royal College of Music di Londra a tenere dei seminari unificati per i
dipartimenti di chitarra classica e jazz. Autore sia della colonna sonora di
"Io Ricordo", docu-fiction prodotta dai fratelli Muccino che delle
musiche per lo spettacolo teatrale di Gianfranco Jannuzzo "Girgenti Amore
Mio", è oggi uno dei più apprezzati chitarristi italiani costantemente
recensito dalle riviste Chitarre, Guitar Club, Axe, Strumenti Musicali e votato
dalla famosa rivista di settore Musica Jazz come uno dei più talentuosi
del panorama nazionale. Ha suonato per l'ex presidente francese Valéry
Giscard D'Estaing alla convention mondiale sulle energie rinnovabili insieme
a Francesco Cafiso, poi alla Notte delle chitarre di Sissa
(Parma) con Maurizio Solieri, Ricky Portera, Cesareo, Max Cottafavi e Alberto
Radius, svolge regolarmente tournée in Italia, Grecia, Germania, Svizzera ,
Inghilterra, Polonia, Messico e negli Stati Uniti e durante una di queste, a
Minneapolis, in occasione della convention mondiale dei Lions Club è stato
nominato ambasciatore di pace con la musica dal delegato Lions
all'ONU. Ha ricevuto, inoltre, un riconoscimento dal Presidente Napolitano
al Quirinale per la colonna sonora del film "Io ricordo" ed ha suonato
al celebre "Blue Note" di Milano in un concerto sold out.
Francesco Buzzurro viene regolarmente invitato ai maggiori ferstival
della chitarra in Italia e all'estero, tra questi ricordiamo il festival "Paganini"
di Parma, il MAF (Musica a Fiorano), l'Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, il
Festival della Chitarra di Fiuggi, il Festival Jazz di Campeche (Mexico),
Acoustic Franciacorta, Ferentino Acustica, Pescara International Music Festival,
Festival Internazionale della Chitarra di Mottola, Brescia Chitarra, Festival
Federico Cesi, Rieti Guitar Festival, Monterotondo Guitar Festival,
Un Paese a sei corde, Ritmo delle Città (Milano), The Place (Roma),
International Guitar Night (Los Angeles), Corfù Jazz Festival, Paros Summer
Seminars, ecc… Attivo anche nel campo della didattica, il chitarrista è
docente di Chitarra Jazz al Conservatorio e tiene numerose masterclass presso
Conservatori, prestigiose scuole di musica e Università italiane e
straniere.
Roberto Cairo
(foto dal sito web)
Sono rari i
chitarristi che riescono ad esprimersi con la sincerità e la genuina
comunicativa di Roberto Cairo, cosa più importante nella musica jazz! Oltre a
ciò si tratta di uno strumentista dalla inflessione e la pennata veramente
notevoli, caratteri che lo rimandano immediatamente a quel grande jazzista
internazionale che è Pat Martino, strumentista dal quale Cairo ha ereditato la
dote più rara e difficilmente emulabile: l’energia e la continuità della
scansione ritmica!
Giulio Camarca
Fantasiosamente
disordinato, imprevedibile e creativo, Giulio Camarca ha sviluppato da vero
jazzista, nella estemporaneità della scena dal vivo, il suo fraseggio diretto,
comunicativo e improntato nella ricerca dello stile individuale. In grado di
suonare su tempi velocissimi, dalla pennata agile e ben calibrata, il suo timbro
si allinea ai più autentici parametri della chitarra-jazz moderna che vedono il
prevalere delle sonorità naturali ed aperte.
Paolo Cattaneo
(foto Bellandi)
Chitarrista e
compositore con una particolare affinità elettiva per Joe Pass e Kenny Burrell,
Paolo Cattaneo non limita i suoi interessi al solo jazz, ma specialmente alla
composizione dodecafonica e alla musica barocca. Ciò non gli impedisce di
essere un grande estimatore della canzone italiana e del suo vasto repertorio
sul quale basa, in parte, la sua attività di didatta e di musico–terapeuta.
La sua poetica-jazz gli fa prediligere i suoni acustici della chitarra classica
con le corde di nylon pizzicata con la sola unghia del pollice.
Germano Cavazzoli
(pubblico dominio)
Alla fine
degli anni ’50 e nei primi anni ’60 gli esperti e i divulgatori della
chitarra-jazz erano veramente “poche gocce nel mare”. Una ristretta cerchia
di appassionati e militanti che che operava ai margini della musica
ufficialmente riconosciuta e apprezzata dal grande pubblico. I seguaci del jazz
erano guardati con quella diffidenza con la quale sono visti i trasgressori
delle convenzioni sociali, ed allora il moralismo e il conformismo costituivano
una prescrizione sociale difficilmente aggirabile. Personaggi come Germano
Cavazzoli rappresentavano quindi un punto di riferimento per tutti coloro che
aspiravano a svincolarsi dalle consuetudini e dal provincialismo. Chitarrista
classico, jazzista e capo orchestra, diplomatosi poi in percussioni, Germano
Cavazzoli ha girato con la sua piccola orchestra di musica da ballo in tutti i
luoghi internazionali frequentati, per lavoro, dalla crema del jazz europeo. A
Beirut, al Cairo, in Grecia ha frequentato e scambiato impressioni con
insostituibili figure quali Renè Thomas, Martial Solal e tanti altri. Per non
parlare poi dei suoi tour europei, durante i quali ebbe l’occasione di incontrare Wes
Montgomery e tanti tra i chitarristi-jazz francesi allora sulla cresta
dell’onda che si esibivano al Club “Mediterrané” di Marsiglia. Ciò gli
ha permesso di importare in quel di Reggio Emilia l’aria nuova di una realtà
cosmopolita e all’avanguardia. In possesso di una invidiabile e
aggiornatissima discoteca di jazz, non mancava mai di far conoscere ad
apprezzare questo genere musicale a tutti coloro che ne fossero interessati. Le
sue improvvisazioni, lineari e riflessive, si impennano inaspettatamente in un
fraseggio ad ottave di stampo tipicamente montgomeriano.
Antonio Cavicchi
Antonio
Cavicchi è fuori di ogni dubbio uno dei chitarristi italiani più interessanti
e maturi. Dal linguaggio denso di spiritualità e di significanza, riesce a
rappresentare nel migliore dei modi la scuola del pensiero estetico di Jim Hall
e Ed Bickert, e fa ciò senza rivisitare calligraficamente e alla maniera della
carta carbone, come spesso invece oggi avviene, lo stile dei maestri, ma
riproponendolo arricchito sul piano melodico del fraseggio.
Roberto Cecchetto
Roberto
Cecchetto. Notevole talento musicale la sua vocazione si estende dal jazz
moderno alle più recenti sperimentazioni. Tra le sue influenze si possono
annoverare John Scofield e Wes Montgomery. Considerato che il panorama del jazz
contemporaneo è popolato da cloni Roberto Cecchetto è uno dei pochissimi a
contribuire alla contemporaneità con un apporto originale e significativo.
Nato a Milano l’11 aprile 1965 studia chitarra classica al Conservatorio di
Milano e armonia e composizione con Filippo Daccò. Si perfeziona grazie ad una
borsa di studio ricevuta per partecipare ai seminari estivi di Siena Jazz nel
1992 e dopo qualche tempo interviene all’incontro annuale dello I.A.S.J. (International
Association School of Jazz) svoltosi a New York dove ha la possibilità di
suonare al JVC New York Jazz Festival e all'ONU. Più o meno nello stesso
periodo Roberto Cecchetto comincia a svolgere una decisa attività concertistica
entrando a far parte del gruppo Tribute con Andrea Dulbecco, subito dopo è nel
Roberto Della Grotta Sextet. In seguito suona con Paolo Fresu, entra a far parte
del Daniele Cavallanti Quartet e dell’orchestra Jazz Chromatic Ensemble, si
dimostra uno dei migliori chitarristi sulla scena, capace di muoversi
nell’ambito dell’avanguardia e dialogare in modo serrato con stili più
prossimi alla tradizione. Nel 1993 Enrico Rava mette in piedi un quintetto
elettrico, il Rava Electric Five, e Cecchetto diviene una delle due chitarre
elettriche assieme a Domenico Caliri. Con Rava – con il quale inciderà
diversi dischi come “Electric Five” (Soul Note), "Rava noir" e
“Certi angoli segreti” (Label Bleu) – partecipa alle più prestigiose
manifestazioni della scena jazz internazionale in particolare in Francia,
Austria, Germania, Canada e Giappone. Instaura un ottimo rapporto collaborativo
con il trombettista Giorgio Li Calzi, con il sassofonista Daniele Cavallanti e
con il batterista Tiziano Tononi divenendo presto una delle colonne portanti
dell’organico Nexus fondato da questi ultimi due musicisti agli albori degli
anni Ottanta. Partecipa inoltre alle registrazioni di “Awake Nu”, doppio
tributo di Tononi alla musica stellare di Don Cherry, nel quale affianca
l’ospite speciale Herb Robertson alla tromba e flicorno. In "Seize the
time!"- Nexus Orchestra, affianca il grande trombonista Roswell Rudd,
ospite speciale della registrazione. Tra le sue esperienze di maggior interesse
va certamente ricordata la collaborazione con Gak Sato (“Tangram” 2001 e
“Informed Consent” 2006), musicista e sperimentatore originario di Tokyo ma
da tempo residente in Italia. Parentesi davvero fortunata nella carriera di
Cecchetto è la formazione Rand-o-mania con il trombone di Gianluca Petrella e
ritmica formata da Andrea Lombardini e U.T. Gandhi, altro musicista con il quale
divide spesso il palcoscenico. E’ leader del Downtown trio, completato da
Giovanni Maier al contrabbasso e Michele Rabbia alla batteria e percussioni
nell’ambito del quale esplorano l’improvvisazione più fantasiosa servendosi
anche dell’elettronica. Condivide con Maier, compagno fedele fin dai tempi del
Rava Electric Five e del Jazz Chromatic Ensemble, un duo formidabile che ha
inciso per Artesuono di Stefano Amerio “Slow Mood” (2003), disco acustico
supportato dall’ausilio di loops, il secondo lavoro discografico "Blues
Connotation" è uscito nel 2007.
Franco Cerri
Voce
inconfondibile e originalissima della musica jazz a livello internazionale,
Franco Cerri ha saputo cogliere e sintetizzare le istanze della chitarra jazz in
uno dei periodi più felici per questo strumento quando, nei primi anni ’60,
“il nuovo” era rappresentato da musicisti quali Kenny Burrel e Jim Hall,
Charlie Byrd e Grant Green, Wes Mongomery e Renè Thomas. La sua musica
racchiude come in un “Graffiy” gli umori ed il clima di quest’ epoca
creativa per la chitarra e li interpreta come solo il vissuto musicale di un
autentico artista potrebbe fare. La modernità del fraseggio fa di lui, insieme
a Renè Thomas, lo stilista più interessante dell’ epoca post-Reinhardt in
Europa. Gli echi della musica di Reinhardt, Kessel e Montgomery rivivono nelle
sue linee melodiche nervose e swinganti e nel suo timbro naturale ed espressivo.
Musicista “in progress” il suo stile è maturato con i tempi mantenendosi
sempre attuale e armonicamente assolutamente personale. Completo il suo
approccio strumentale che va dall’improvvisazione ad accordi all’utilizzo
delle ottave. Creativo il suo approccio all’improvvisazione fondato
prevalentemente sulla musicalità intuitiva e sulla vocalità piuttosto che sui
meccanismi della chitarra. Compositore colto e comunicativo, armonicamente
complesso e orientato in direzione polifonica e contrappuntistica. Uomo di
spettacolo impegnato nella diffusione televisiva del jazz.
Vittorio Chessa
(foto dal sito web)
(Note fornite dall'interessato)
Chitarrista e compositore, è nato ad Ozieri in Sardegna. Sin da
giovanissimo studia e approfondisce, da autodidatta, il linguaggio jazzistico
elaborando, nel corso degli anni, una sua particolare tecnica nell’uso dei
block-chords nell’improvvisazione. Negli anni Settanta prende parte, come
leader di diverse formazioni, a concerti jazz nella sede RAI di Cagliari. Sempre
negli stessi anni partecipa a Roma al Festival jazz “La quercia del Tasso”.
In questa occasione incontra il contrabbassista Eddie Gomez che gli propone di
incidere insieme un CD a New York. Nel 1991, ad “Umbria Jazz “, conosce e
suona con Joe Pass. In anni recenti ha suonato in duo con Donovan Mixon,
chitarrista e insegnante al Berklee College of Music di Boston. Nel 1996 si è
esibito in concerto con il pianista americano Don Friedman. Nel dicembre 2000 ha
partecipato, con altri musicisti, ad una serata al Piccolo Teatro di Milano per
commemorare Stefano Cerri, da poco scomparso. Nel luglio 2001 ha preso parte con
Franco Cerri e Marco Ricci al Jazz festival di Calagonone (Sardegna) ottenendo
un lusinghiero e personale successo. Un momento importante nella sua carriera
artistica è la realizzazione, nel 1994, per la Jump Music, di un CD con sue
composizioni. Il disco ha ottenuto diverse e favorevoli recensioni da parte
della stampa specializzata. Particolarmente significativa è stata la critica
comparsa sulla rivista americana CADENCE del Maggio 1995, seguita poi da una
intervista dell’Aprile 1996 riguardante la sua musica e la sua vita artistica.
Attualmente vive a Milano e suona con i migliori musicisti italiani e stranieri.
Dario Chiazzolino
In
Italia, come nel resto del mondo, in ambito musicale si sta assistendo ad un
fiorire di giovanissimi talenti come mai visto prima. Nel jazz italiano vi sono
pochi nomi di grande eccellenza affermatisi sulla scena di tutti gli strumenti,
per il sax il giovane siciliano Cafiso e per la chitarra, oltre al bolognese
Pasquale Grasso, fa molto parlare si sè il torinese Dario Chiazzolino.
A solo poco più di vent’anni vanta un esperienza e una maturità artistica
che eguaglia e supera quella dei più anziani ed affermati professionisti del
suo strumento! La sua fama sta superando i confini nazionali, è recente il suo
tour negli Usa dove gli hanno anche affidato l’endorsment di una importante
casa di strumenti musicali. La sua sonorità, tagliente ed aggressiva, potrebbe
essere assimilata a quella di John Scofield e il suo fraseggio è una personale
sintesi delle più aggiornate evoluzioni del linguaggio della chitarra
jazz. (di Giovanni Monteforte)
Gigi Cifarelli
Jazzista di
formazione moderna è però in grado di esprimersi poliedricamente in molti fra
gli stili che improntano la chitarra-jazz postmoderna, in particolare il Blues,
il Pop e il Rock. Oltre alle notevolissime abilità strumentali, Cifarelli si
distingue anche come ottimo cantante dalla voce calda ed espressiva, riuscendo
così a cantare e suonare contemporaneamente le sue brillanti improvvisazioni.
Anche se il suo tocco strumentale richiama moduli tipicamente bianchi (Jimmy
Raney), il suo fraseggio è stilisticamente debitore del nero George Benson e
non è ignaro della lezione di Wes Montgomery. Insieme a Eddy Palermo ha a suo
tempo traghettato la chitarra-jazz italiana su di un livello strumentale
performativo internazionale.
Giacinto Cistola
Dalla calda e
intensa sonorità e il ritmo trascinante Giacinto Cistola propone un
jazz-mainstream eseguito con la sincera espressione di chi, riuscendo a toccare
le corde giuste, dimostra che questo genere musicale riesce ad essere sempre
vivo ed attuale anche senza la necessità del voler a tutti i costi
rivoluzionare un linguaggio ormai felicemente consolidato. Ciò accade quando ci
si rapporta ai modelli di riferimento, Wes Montgomery, Ed Bickert e altri,
facendo attenzione più ai contenuti espressivi che ai soli aspetti artigianali
della musica.
Egidio Colombo
(Foto Alvaro Belloni)
Egidio
Colombo, leader e arrangiatore del Banjo Clan, è anche co-fondatore e animatore
della Genova Jazz Band (con la quale, nel 1979, ha effettuato una memorabile
tournée nell’ex-URSS) e del Louisiana Jazz Club di Genova. Ha partecipato a
moltissimi festivals internazionali in Italia e all’estero, suonando e
incidendo con nomi storici del jazz tradizionale quali, tra gli altri, Bobby
Hackett, Bill Coleman, Albert Nicholas, Bud Freeman, Eddie Miller. Egidio
Colombo, ha suonato con vari gruppi revival, tra cui la Genova Dixieland All
Stars, i Red Bean Jazzers e la Genova Jazz Band e vanta collaborazioni e
incisioni con personaggi storici dell’hot jazz, tra i quali Albert Nicholas,
Bobby Hackett, Bud Freeman. È molto attivo come free-lance e si esibisce
regolarmente con i New Stompers, con i Riviera Syncopators e con la formazione
Stringology.
Roberto G. Colombo
Chitarrista
ligure "figlio d'arte" (...il padre Egidio Colombo è un veterano
della chitarra-jazz tradizionale d'accompagnamento), Roberto Colombo rappresenta
in Italia il miglior esempio di come approcciare la chitarra-jazz in maniera
filologicamente corretta sapendo sviluppare con creatività un proprio personale
linguaggio. Discepolo di Django Reinhardt e Charlie Christian (...È autore del
libro "Django oltre il mito - La via non americana al jazz" (Erga
Edizioni, Genova 2007), dedicato alla figura di Django Reinhardt e definito da
Adriano Mazzoletti "il più straordinario libro sul jazz scritto in
Italia"., ed è di prossima pubblicazione un nuovo libro su Charlie
Christian e sul Jazz. La sua originalità e professionalità gli hanno permesso
di suonare ed incidere con la storica band mericana di fama internazioale
"Bob Wilber e Kenny Davern" (v.v. CD "MUSICA JAZZ 1999 ed,
Hachette).
Angelo Comincini
Temperamento
artistico imprevedibile e anticonformista con affinità elettive per la poetica
"nichilista e dissacrante", Angelo Comincini è uno strumentista molto
dotato e si distingue anche come compositore e arrangitore dallo stile ben
definito e caratterizzato da una radicale inclinazione per atmosfere cupe e
misteriose. All'età di dodici anni si appassiona alla musica e a quattordici
decide di suonare uno strumento musicale scegliendo la chitarra. Inizialmente
studia da autodidatta e successivamente seguendo corsi di chitarra classica e
materie complementari. Nel '97 cambia indirizzo di studi seguendo i "Civici
Corsi di Jazz" di Milano. Attualmente è iscritto alla facoltà di jazz
presso il conservatorio di Milano. Oltre agli studi scolastici compiuti, ha
sempre avvertito per esigenze espressive la necessità di seguire un metodo di
studio personale per una formazione musicale non accademica. Da alcuni anni si
dedica all'insegnamento, alla composizione ed alla registrazione di brani
propri.
Pietro Condorelli
(foto dal sito web)
Si può
affermare con certezza che nella chitarra-jazz italiana tutte le correnti e le
tendenze del jazz-moderno siano egregiamente rappresentate! Pietro Condorelli,
musicista d’eccezione, riesce con creatività e competenza a ben rappresentare
quella corrente avanzata dell’hard-bop definita più precisamente
“jazz-modale”. Il suo talento, naturalmente, non si limita a questo, essendo
egli in grado di cimentarsi con grande padronanza su qualsiasi standard, con una
particolare predisposizione per le ballads, ma il suo maggiore contributo, a mio
modesto avviso, si esplica in quel repertorio modale che vede la
melodia-improvvisata svilupparsi, spesso e volentieri, per intervalli di quarta,
cosa non facile da eseguire alla chitarra! Se qualche affinità elettiva si
potesse tracciare mi verrebbero in mente l’ultimo Pat Martino, quello dei
dischi modali per intenderci, e Bruce Foreman per quanto riguarda il timbro e
l’esuberanza della pennata. Ciò va detto precisando che la forte personalità
di Condorelli si impone con una poetica ed una cifra stilistica assolutamente
originali!
Manuel Consigli
(Note fornite dall'interessato)
Inizia gli
studi di chitarra classica all’età di sei anni. Negli anni delle scuole
superiori approfondisce il repertorio della musica moderna. Inizia lo studio
della ritmica indiana con il percussionista Federico Sanesi. Si appassiona in
seguito al Jazz ed inizia ad approfondire lo studio dell’armonia moderna e le
tecniche di improvvisazione della chitarra. Frequenta la Facoltà di Musicologia
a Cremona e il DAMS di Bologna (indirizzo arte musica spettacolo). Ottiene i
diplomi di Jazz Master in chitarra moderna, Armonia Funzionale e Arrangiamento
per orchestra con il maestro Filippo Daccò. Dal 1990 svolge l’attività di
musicista professionista, suonando nei locali e nelle rassegne di musica e
collaborando come strumentista o arrangiatore con molti altri artisti e
musicisti fra i quali ha il piacere di menzionare Bruno De Filippi, Claudio
Fasoli, Sandro Di Pisa, Tiziano Tononi, Daniele Cavallanti, Toni Boselli, Enea
Coppaloni, Filippo Monico, Simone Mauri, Roberta Pestalozza, Manuela Ravaglioli,
Massimo Pintori, Cristian Calcagnile, Giovanni Monteforte, Francesco Manzoni,
Roberto Piccolo, Marco Castiglioni, Pepe Ragonese ecc. Dopo quindici anni di
intensa attività didattica nel campo dell’educazione musicale rivolta ad
allievi di ogni fascia di età, attualmente è attivo sia in ambito educativo,
come didatta della chitarra moderna e jazz, sia in ambito artistico, come
chitarrista professionista. Dal 2003 è direttore didattico e artistico della
scuola di musica “Altrenote” e dal 2005 è responsabile della parte musicale
in un progetto della Provincia di Milano in collaborazione con il Comune di
Milano, il SEAD e il Carcere Minorile Beccaria per la realizzazione di uno
spettacolo teatrale rappresentato con i ragazzi del Carcere Minorile al Teatro
Out Off di Milano.
Gianfranco Continenza
(foto web)
(Note fornite dall'interessato)
Chitarrista e
compositore nato a Torino nel 1968 ha studiato musica classica, blues, jazz e
rock distinguendosi in seguito nel genere Fusion come artista dalla spiccata
personalità. Diplomato al G.I.T. (Guitar Institute of Technology) negli USA,
col massimo dei voti, nel 1994 ha fondato il P.M.I. (Professional Musicians
Institute; www.cma-school.com) con studenti provenienti da tutte le parti
d’Italia! Ha suonato con numerosi artisti di fama internazionale come like
Bill Evans, Joe Diorio, Mark Egan, Jeff Richman, Scott Kinsey, Jamie Findlay,
Barrett Tagliarino, Richard Smith, John Stowell, Cathy Segal-Garcia, ecc.
Giuseppe Continenza
(foto web)
Formatosi
negli USA, Giuseppe Continenza si esprime con un linguaggio fresco, avanzato e
fantasioso, ciò gli permette di collaborare artisticamente coi più importanti
nomi del jazz internazionale (Joe Diorio, Bireli Lagrene, Dominique Di Piazza,
Jimmy Bruno, Vic Juris, Gene Bertoncini, Jack Wilkins) esportando e facendo
apprezzare all’estero un talento e una creatività tutti italiani. Nato in una
famiglia di musicisti Giuseppe ha cominciato a suonare la chitarra all’età di
sette anni, ha studiato chitarra classica al Conservatorio di Pescara e più
tardi si è trasferito in California per studiare al Musicians Institute di
Hollywood dove si è laureato con lode. Ha inoltre studiato privatamente a Los
Angeles con alcuni tra i più rinomati chitarristi mondiali: Joe Diorio, Ted
Greene, Howard Roberts, Ron Escheté, Scott Henderson, Don Mock, Pat Martino,
Robben Ford, Jeff Berlin, Gary Willis e molti altri. Nel 1994 ha fondato a
Pescara l’ “European Musicians Institute” che è una delle più competenti
ed aggiornate scuole di musica europee.
Sergio Coppotelli
In tutte le
nobili arti l’artista creatore si spende nella ricerca di un’ autonomo e
personale “modo di dire”. Questo basilare principio viene oggi troppe volte
nel jazz disatteso. Fortunatamente vi sono chitarristi che, come Sergio
Coppotelli, testimoniano ai giovani quanto sia essenziale, per raggiungere una
personale cifra stilistica, mettere sempre al primo posto non l’esibizionismo,
ma quella intelligenza musicale che conduce a sapersi guardare dentro. Dalla
timbrica calda e pastosa questo entusiasta improvvisatore riesce a fare
risaltare la sua ben calibrata pennata anche quando utilizza, con discrezione e
sobrietà, il Chorus ed il Riverbero.
Alice
Crespi
Alice
Crespi è nata a Busto Arsizio (VA) nel 1990.
Inizia
il proprio percorso musicale all’età di quindici anni frequentando
corsi di chitarra moderna presso l’ “Accademia Musicale di Villa
Pomini” a Castellanza.
Accanto
al percorso universitario, da due anni è iscritta ai Civici Corsi di
Jazz della Scuola Civica milanese e suona
in una formazione acustica realizzando cover jazz, pop e blues.
Claudio Cusmano
Pur avendo
gettato le basi della chitarra jazz contemporanea, Metheny e Scofield troppo
spesso disattendono il loro stesso operato naufragando nel consumismo e nelle
deviazioni estetiche, a volte capita quindi che nel portare avanti il discorso
originario alcuni loro seguaci riescano ad essere più coerenti ed efficaci dei
maestri stessi. Questo è il caso di Claudio Cusmano la cui intelligenza e buon
gusto riescono a fondere in un unico elemento complessità e spontaneità,
rigore stilistico e comunicativa.
Joe Cusumano
(pubblico dominio)
Tutte le volte
che il grande violinista-jazz americano Joe Venuti veniva in Italia per
concerti, voleva accanto a sé il chitarrista siciliano Giuseppe Cusumano!
Musicista dotato ed intuitivo, influenzato da Barney Kessel e Johnny Smith, ma
non ignaro del contributo di Jimmy Raney, e Wes Montgomery, Cusumano si colloca
a metà strada tra lo stile Swing e il Be-Bop. Naturalizzato milanese abitava
praticamente al “Capolinea”, l’indimenticabile Jazz club milanese, ove
sovente si è affiancava sul palco ai più importanti nomi del jazz
internazionale, tra i quali Gerry Mulligan che (...come posso testimoniare perché ero presente!) volle con
insistenza Cusumano accanto a sè. Il rinomato
mensile “Musica Jazz” nel 1969 gli dedicò un servizio di due pagine per
farlo conoscere al grande pubblico del jazz. Joe Cusumano in persona incarica l
' ”Archiviochitarrajazz.it” di ringraziare “tutti quelli che gli hanno
dato una mano!” e di contattarlo al numero tel. di Roma 06-39737644 e al sito
www.joecusumano.it. perchè: ”Cusumano ha fame di contatto umano!” .
Sebastiano D’Amico
(Note fornite dall'interessato)
Musicalmente
nasco negli anni '70 affrontando lo studio della chitarra con l'aiuto di mio
nonno Raimondo e del M° Licausi. Ho iniziato a suonare musica pop e
avvicinatomi al jazz, con gli Asa Quartet mi sono esibito al "Messina Jazz
Meeting". In seguito con un contrabbassista ho studiato il repertorio
proposto da J. Pass e O. Pedersen. A Milano ho studiato chitarra jazz e teoria
musicale al Piccolo Conservatorio di Milano con il maestro M° Paolo Cattaneo
approfondendo in seguito studi classici con il M° Marco Spano. Il mio modo di
suonare è l'insieme di diversi stili e piuttosto che la sola necessità di
espressione solistica, a volte, fine a se stessa, ho sempre privilegiato la
musica d'insieme (attraverso arrangiamenti armonici, melodici e ritmici) da
condividere con gli altri musicisti. L'esperienza più intensa l'ho vissuta con
il pianista A. Cappelletti, il batterista M. Pintori e il contrabbassista P. De
Rienzo e con questa formazione ho inciso alcuni nastri con mie composizioni. Nel
2005 con un quartetto di ispirazione manouche, ho riproposto alcuni brani del
repertorio di Django Reinhardt e Stephane Grappelli, quale tributo reverenziale
a questi due grandi musicisti. Ho collaborato infine con Arianna Masini (voce)
per circa due anni proponendo un repertorio di samba; bossa; jazz standard. Per
un anno ho studiato presso la scuola di musica Cemm di Bussero (Mi) con il M°
Walter Donatiello arricchendo il mio bagaglio di conoscenze musicali
sull'armonia, sulla melodia e sul ritmo. Una guida per me fondamentale e uno
stimolo ad approfondire sempre di più.
Fernando d' Anelli
(Note fornite dall'interessato)
Appassionato del
ritmo e del solismo eclettico, ama i Classici e la Sperimentazione.
Dopo aver percorso “Sentieri” Rock, Pop e Progressive, nella seconda metà
degli anni ’80 è approdato alla Musica Jazz.
La sua ricerca verte maggiormente sullo studio delle Contaminazioni.
Nel 2004/05 ha insegnato chitarra jazz nei laboratori di musica a progetto al
Liceo “Virgilio” di Vico del Gargano e dal 2003 al 2006 ha insegnato
chitarra Blues e Jazz presso la “LIAMM” a Rodi G. con sede principale a San
Severo.
Dal 2006 al 2008 ha posto in essere un progetto Etno-Jazz “Rodi Folk
Jazz”, di cui è stato chitarrista e compositore/arrangiatore di brani
inediti.
Da molti anni collabora con diversi jazzisti e promuove seminari, rassegne e
concerti, partecipando con varie formazioni, dal Duo alla Big band. Nel
2012 é stato chitarrista della Rodi Small Band del Dipartimento di Jazz del
Conservatorio di Musica "Umberto Giordano"di Rodi Garganico. nel 2013
ha partecipato con Massimo Carafa alla prima edizione del Jazzit Fest di
Collescipoli in Umbria, Avviando poi un progetto sperimentale con la vocalist
Luana Croella che si é realizzato con l’uscita del Disco "elladan
Jazz", presentato alla 2a edizione del Jazzit Fest di Luciano Vanni il 28
Giugno 2014.
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Sarà forse
per campanilismo generazionale, ma ho la netta impressione che i chitarristi
delle generazioni passate, quelli per intenderci che nel corso della loro
formazione non hanno potuto usufruire dell’odierno “know how” e delle
risorse della tecnica-informatica, abbiano un approccio all’improvvisazione e
al linguaggio musicale, se vogliamo meno rigoroso e smaliziato ma, tutto
sommato, più spontaneo e genuino di quello delle ultime leve. Fernando
d'Anelli, musicista non “di primo pelo”, conferma ancora una volta questa
impressione, conservando nel suo stile strumentale quell’ impronta personale
che contraddistingue chi ha fatto suo l'essenziale requisito della vera
improvvisazione.
Filippo Daccò
(pubblico dominio)
In un contesto
troppo spesso caratterizzato da indifferenza e scarsa sensibilità culturale la
figura di Filippo Daccò si distingue e sovrasta per competenza e spessore
culturale, qualità che spesso gli sono state ricambiate con diffidenza e
pregiudizio. Didatta tra i didatti, la scuola chitarristica di Daccò è
l’unica in Italia ad aver a quel tempo sfornato tra i migliori jazzisti della
scena nazionale, tutti strumentisti che portano in sé l’indelebile impronta
del Maestro. Tommaso Lama, Augusto Mancinelli, Luciano Zadro e Gigi Ciffarelli
sono solo alcuni tra essi. Chitarrista dalla concezione armonica e melodica
molto avanzata, nelle sue dense e complesse improvvisazioni ogni nota, ogni
diteggiatura ed ogni pennata erano scientificamente calibrate, tasselli di un
mosaico nel quale ogni singolo elemento era funzionale all’ insieme e
viceversa. Recependo le novità dei primi anni settanta, Daccò seguiva con
interesse i contributi apportati dal George Benson jazzista (“So What”) e da
Larry Coryell e John Mc-Laughlin (disco “Spaces”). Grande studioso dei
dischi e dei metodi americani, frequenti erano le citazioni dei libri di Howard
Roberts e Barry Galbraith, grandissima la sua considerazione per Barney Kessel,
da lui considerato il principale emancipatore della chitarra moderna dopo la
rivoluzione di Charlie Christian! Daccò rimaneva spesso incompreso nel suo
ambiente medesimo, ambiente scarsamente sensibile alla ricerca personale,
specialmente quando in contrasto con il conformismo delle tendenze dominanti e
le mode del momento.
Mauro De Federicis
(foto web)
Queste note
sono scritte in tempo reale durante l’ascolto del CD “Minorismi” (Ed.
Philology W159-2) inciso nel 1999! Non si può trattenere l’ammirazione per
una musica ed un musicista carichi di swing e creatività. Un Jazz incisivo che,
in un linguaggio aggiornato ed interessante, mette in evidenza una cifra
stilistica che sgorga spontaneamente dall’entusiasmo e la forza vitale di un
vero talento della chitarra jazz!
Bruno De Filippi
(foto privata)
Armonicista-jazz
noto a livello internazionale e compositore (è suo il successo mondiale
”Tintarella di Luna”) Bruno De Filippi ha svolto la maggior parte della sua
carriera come chitarrista-jazz e capo orchestra guidando tra le più rinomate e
ricercate orchestre di musica da ballo a livello nazionale. Orchestre spesso
composte da musicisti successivamente divenuti famosi cantanti di musica
leggera, come nel caso di Lucio Battisti ed Enzo Jannacci. Bruno De Filippi ha
accompagnato in qualità di banjoista Louis Armstrong al Festival di San Remo.
Il Bruno De Filippi chitarrista-jazz si caratterizza in quanto strumentista
garbato e swingante, dalla sonorità raffinata e sensibile e con un fraseggio
sempre aperto ad inaspettate ed eleganti soluzioni che, a differenza di molti
attuali chitarristi, rende riconoscibile la originale impronta dell’esecutore.
Fraseggio che si sviluppa in modo personale e con fluidità nel solco tracciato
da Barney Kessel ed Herb Ellis.
Roberto Deidda
(Note fornite dall'interessato)
Roberto Deidda
è un chitarrista di origine sarda che vanta una grande esperienza, prima nel
campo della musica etnica, collaborando con molti musicisti della scena folk
Sarda, e successivamente nel jazz avendo modo di cimentarsi in diversi progetti
acustici e partecipare a diversi festivals in Europa. Nel 2000 vince il premio
"la nuit de la guitare" a Losanna. L'ultimo progetto di questo
chitarrista si intitola "Acustica" lavoro che propone sei brani
eseguiti live in studio col batterista Daniele Russo. Roberto Deidda utilizza la
chitarra acustica in tutti i brani accordandola in modo non convenzionale...(disamistade),
il suono viene da lui abilmente trattato grazie ad un sapiente uso degli effetti
e dei loop...(la danza, l'incubo africano), anche la voce viene campionata
cantando davanti al pick-up della chitarra...(song for bill). Il progetto,
basato sull'improvvisazione, è stato registrato integralmente in un'unica
sessione pomeridiana e spazia da brani più lirici...(il volo della zanzara) a
brani con un coinvolgente tiro ritmico...(hard bop), che rimandano pur sempre
con una notevole impronta individuale alle ritmiche di Charlie Hunter o ad
alcune sonorità "funky" di John Scofield. Daniele Russo sostiene
efficacemente la ritmica con la batteria e un set di percussioni e propone un
vero e proprio dialogo con la chitarra, la continua interazione evidenzia
l'ottimo affiatamento tra i due musicisti che da anni collaborano a vari
progetti. Ne viene fuori un sapiente uso delle esperienze jazzistiche
dell'artista finalizzate alla proposta di una musica altamente creativa e mai
scontata, fresca e piacevole; il giusto compromesso per chi ascolta jazz , ma
cerca una musica ricca di improvvisazione e innovativa. Il lavoro è stato
registrato al "Live Studio" di Cagliari.
Alessandro
Di Benedetto
Alessandro Di Benedetto nasce a Palermo il
16/06/1976 e nel 1989 inizia lo studio della chitarra a 13 anni, dopo una
formazione classica di base a 15 anni inizia a studiare forme ed espressioni
della chitarra jazz, studio che continua tutt'ora con grande entusiasmo e voglia
di conoscere!Il suo stile, anche se molto molto personale, vede nelle figure di
Joe Pass e Wes Montgomery da sempre due grossi punti di riferimento..nella sua
tecnica troviamo molto presenti l'uso del walking bass e la predilezione all'uso
delle dita senza disdegnare però l'uso del plettro di cui cura una personale
collezione. Da parecchi anni lo si vede molto impegnato nell'insegnamento
attraverso la collaborazione con diverse scuole di musica, inoltre privatamente
tiene regolarmente corsi di chitarra e segue in maniera mirata un discreto
numero di allievi a cui insegna il linguaggio del jazz..come musicista suona in
diverse formazioni prediligendo in questo periodo forme essenziali delle stesse
(duo, trio, quartet) nell'ambito del jazz e della bossa nova, tentando di
diffondere oggi un suono comunicativo, che mira ad una musica da ascoltare
godendo delle sensazioni trasmesse.Il suo motto è: svegliarsi ogni mattina con
la fame di conoscere cose sempre nuove e persone umili con cui
crescere!!Attualmente in lavorazione il primo album.Per qualsiasi contatto o
info 3203891517,
FB: Alessandro Di Benedetto, e-mail: alleks33@hotmail.it
Cosimo Di Ceglie
(pubblico dominio)
(Note di Roberto Ferrari)
originario di
Andria, dove è nato nel 1913. Dopo avere studiato chitarra classica si
trasferisce a Milano per svolgere attività nel campo della musica leggera.
Comincia comunque ad interessarsi alle prime forme di jazz che si stavano
diffondendo in Italia. Suona ed incide con Kramer e con varie formazioni con
musicisti come Franco Mojoli , Michele d'Elia , Piero Cottiglieri evidenziando
sulla chitarra acustica uno stile derivante più da Eddie Lang che da Django.
Musicista preparatissimo ( Giovanni Monteforte, che frequentava assiduamente il
suo studio musicale privato a Milano, testimonia che era in grado di leggere a
prima vista le trascrizioni dei soli di Charlie Christian, eseguendoli con tutte
le pennate in giù, e muovendosi longitudinalmente lungo la tastiera della
chitarra). Monteforte testimonia anche che il suo stile, come si evince dalle
incisioni, rievocava spesso quello di Charlie Christian e di Billy Bauer - Di
Ceglie adotta la chitarra elettrica, probabilmente per primo in Italia,
incidendo quattro facciate 78 giri con Enzo Ceragioli al piano, Michele D'Elia
al contrabbasso e Giuseppe Ruggeri alla batteria nel 1946. Una delle sue
incisioni vede peraltro un Gianni Basso sedicenne al sassofono! Sullo strumento
elettrificato il suo stile è più a "riff" che sviluppato sulle
armonie. Tenta di seguire la "moda" incidendo delle facciate con un
gruppo che chiamò "Cosimo di Ceglie e il suo Re-Bop style" nel 1949
poi la sua attività jazzistica si dirada. E' forse il nome più importante (con Alfio Grasso, che, però, si esibiva in Germania)
prima dell' avvento di
Cerri. Ha scritto anche canzoni leggere di successo come "Marilù".
Guido Di Leone
Musicista jazz,chitarrista,didatta, e' nato a Bari nel
1964,dove attualmente vive.
Molto prolifico come compositore, ideatore di gruppi e
arrangiatore, ha inciso un centinaio di cd di cui circa la metà come leader,
lavori pubblicati prevalentemente per le etichette "yvp Music" ,
"Philology " e Fo(u)r, di cui e' anche fondatore.
La sua spiccata capacità di accompagnatore e la buona
conoscenza degli standard jazz lo porta spesso a suonare ed incidere
frequentemente con i numerosi validissimi colleghi pugliesi, ma anche con noti
artisti internazionali ( Mark Murphy, Jerry Bergonzi, Paolo Fresu, Fabrizio
Bosso, Jim Rotondi, Renato Chicco, Jim Snidero, Michele Hendricks, Tiziana
Ghiglioni, Andy Watson, Claudio Fasoli, Gianluigi Trovesi, Franco Cerri, Gianni
Basso, Ira Coleman,Gary Smulyan ,Dado Moroni ,Mal Waldron ..)
Nonostante l'intensa attività concertistica,in Italia e
all'estero ( Australia, Cina, USA,Cuba, Etiopia, Svezia, Spagna, Germania,
Emirati Arabi,Inghilterra,Siria,Belgio,Olanda,Francia, Croazia,Austria,
Albania,Slovenia,Bulgaria,Romania,Polonia.....) ,Guido Di Leone e' spesso
impegnato nell'organizzazione di rassegne Jazz e nella conduzione di programmi
musicali televisivi.
E' direttore e docente di chitarra e armonia della scuola
musicale Il Pentagramma di Bari, da lui stesso fondata nel 1985.
Dal 2004 al 2014 ha insegnato chitarra jazz nei corsi accademici di primo e
secondo livello del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari.
Del 2002 e' il testo " Metodo facile e completo di Teoria
Jazz" pubblicato dalla casa editrice "Sinfonica Jazz -Carish"
,anche tradotto del sistema per non vedenti " Braille". Del 2012 e' il
"Guido Di Leone Real Book "edito dalla "Fo(u)r".
Stilisticamente identificato nell'aria del modern mainstream,
ha da sempre mostrato un particolare interesse per le sonorità del chitarrista
Jim Hall, tanto da dedicargli il suo primo lavoro discografico del 1991 "All
for Hall" ,ben accolto dal grande Jim .
Lamberto Di Piero
(Note fornite dall'interessato)
Nato a Milano
nel 1962, ha conseguito il Diploma Accademico di II° livello relativo al
biennio di specializzazione in “Discipline Musicali: Jazz” presso il
Conservatorio di Musica di Perugia il 18 aprile 2008. Ha conseguito il Diploma
Accademico di I° Livello in “Jazz, musiche improvvisate e musiche del nostro
tempo” presso il Conservatorio di Musica G. B. Martini di Bologna nel luglio
del 2003. Ha studiato violino nell’ambito della musica classica sostenendo gli
esami presso i Conservatori di Musica di Perugia e G. Rossini di Pesaro.
Contemporaneamente ha studiato chitarra jazz ed armonia jazz frequentando i
seminari di qualificazione professionale di Umbria Jazz e Siena Jazz; per anni
ha seguito i corsi di perfezionamento presso la Cooperativa “Il paese degli
specchi” di S. Lazzaro di Savena (BO) sotto la guida del M° Tomaso Lama. Ha
frequentato seminari di famosi musicisti internazionali: Franco Cerri, Giorgio
Gaslini, Jim Kelly, Toni Esposito, Roberto Ciotti, Bruno Biriaco, Eddie Wied,
Gary Burton, Mick Goodrick. Da molti anni svolge attività didattica come
docente di chitarra elettrica e di chitarra jazz presso istituti musicali
privati o comunali delle Marche. Nel ’92 e ‘95 ha tenuto seminari di
improvvisazione jazzistica nell’ambito dei convegni nazionali di studi “Il
colore della nuova esperienza” a Serra S. Quirico (AN) ed a S. Vittore di
Genga (AN). E’ stato collaboratore di Tomaso Lama nel corso di improvvisazione
jazzistica “Fare Jazz” organizzato dall’istituto musicale “Ars Musica”
di Chiaravalle (AN), giunto alla dodicesima edizione, nel quale ora riveste il
ruolo di direttore artistico, docente di teoria ed armonia jazz e di tecniche
dell’improvvisazione. Nel ’99 ha ricoperto il ruolo di docente di tecniche
chitarristiche nel corso di formazione professionale per “addetto alla
manutenzione di strumenti musicali” promosso dal Centro Sperimentale di Design
di Ancona, corso autorizzato e finanziato dalla Provincia di Ancona e dal Fondo
Sociale Europeo. Suona come chitarrista in diverse formazioni, dal duo al
quintetto, nell’ambito della musica jazz e della musica etnica. Con il gruppo
”F Jazz Quartet” esegue brani di propria composizione. Con il “Careful
Trio” propone un repertorio di brani composti o incisi dal chitarrista Jim
Hall. Nell’88 ha partecipato al festival “Umbria Jazz” con la “Terni
Jazz University Big Band” diretta dal M° Bruno Tommaso.
Sandro Di Pisa
(Note fornite dall'interessato)
Nato a Milano
nel 1960, Sandro Di Pisa è un personaggio eclettico: chitarrista jazz, ma anche
musicologo, didatta, arrangiatore, cabarettista-cantautore. Ha suonato nei
contesti più svariati con innumerevoli musicisti europei, meritandosi la fama
di "juke box vivente" per la vastità e versatilità del suo
repertorio. Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto ad una originale
rilettura del repertorio swing tradizionale e del mainstream jazz, generi in cui
si può considerare uno dei pochi specialisti italiani. Tipico del suo stile è
l'uso di ironiche citazioni improvvisate, tratte spesso e volentieri da
materiali musicali non propriamente jazzistici: sigle televisive, cartoni
animati, jingles pubblicitari, motivetti di successo. Un modo ironico di
concepire la creatività musicale che si riassume nel suo progetto "Ridere
con le orecchie". Alla guida del proprio Trio ha inciso i dischi
autoprodotti Night in viale Tunisia, Ridere con le orecchie- Scomposizioni.
Ignazio Di Salvo
(Note fornite dall'interessato)
Chitarrista
molto eclettico e versatile, dotato di una passione per la musica a tutto tondo
che gli consente di dedicarsi con successo ad un ampio ventaglio di generi
diversi, dal rock alla fusion, dal jazz classico al gipsy, dal blues allo
shredding, mantenendo sempre una forte componente di liricità unità ad una
solidissima preparazione tecnica virtuosa. Considerato sin da giovanissimo un
nuovo talento della chitarra moderna italiana. Ignazio di Salvo nasce il
10/12/85 ad Agrigento, città della Sicilia. La sua storia musicale inizia
all’età di sette anni. Figlio d’arte, viene infatti avviato allo studio del
pianoforte dalla madre, ma solamente qualche anno dopo verrà incoraggiato allo
studio della chitarra classica sotto la guida del M° Francesco Buzzurro. A
dodici anni nasce la passione per il rock e la musica moderna. Inizierà così
un percorso di studi chitarristici in ambito Rock-Fusion sotto la guida di
Andrea Quartarone alla “Guitar Academy” di Catania, percorso che lo porterà,
anni dopo, ad essere scelto tra i migliori allievi dell’Accademia per
partecipare al secondo disco della Guitar Academy d’imminente uscita, nel
quale interpreterà un brano di C. Corea. Conseguiti la Licenza di Teoria e
Solfeggio ed il Quinto anno di Conservatorio come privatista, prende parte
(appena sedicenne), ai Seminari Senesi di musica Jazz studiando con T . Lama
(chitarra), S. Zenni (teoria ed analisi), P. Tonolo (ear training), F. Petreni
(musica d’insieme). A quattordici anni incide il suo primo demo rock con la
band “Apeiron” partecipando in seguito a numerose manifestazioni ed eventi
musicali tra i quali Sanremo Rock. L’anno successivo incide un secondo demo
con la band progressive-rock “Entropia” . Ma sarà il suo primo demo
strumentale “Where do the thoughts come from?”, composto a 16-17 anni, che
gli farà conquistare il titolo di giovanissimo talento e futura promessa
chitarristica italiana. Recensita infatti dalle riviste e webzines del settore
(Metal Shock, Chitarre, Raw&Wild, Rockeggiando.it , Truth in shredding… ),
ed ascoltata da molti “addetti ai lavori”, la lunga composizione di quasi
quaranta minuti nella quale suona tutti gli strumenti, mette in luce l’estro e
la versatilità del chitarrista, che alterna momenti musicali e stili differenti
permeati comunque da una forte matrice prog-rock . Ha svolto inoltre due anni di
attività live con la funk-acidjazz band “Free Sound”, attiva nei locali
siciliani e non solo con la quale ha preso parte al musicol “Greese”
rappresentato durante il “Global Education Festival” nel teatro Ariston di
Sanremo. Ha preso parte ai seminari di J. Batten, Steve Trovato, Richard Smith,
Walter Donatiello. Trasferitosi a Milano dopo la maturità scientifica, avrà la
possibilità di studiare al CEMM di Bussero con Andrea Vendramin e Walter
Donatiello, che gli forniranno solide basi jazzistiche per i suoi sviluppi
futuri. Laureato in Economia Aziendale presso l’Università “Bocconi” di
Milano con una tesi dal titolo “Le strategie di valorizzazione del prodotto di
nicchia: Il caso EGEA ed il Jazz Italiano”. Sta attualmente perfezionandosi
presso i "Civici Corsi di Jazz" dell’Accademia Internazionale della
Musica di Milano studiando con Franco Cerri (chitarra), Riccardo Bianchi
(chitarra),Giovanni Monteforte (chitarra) Marco Vaggi (musica d’insieme),
Luigi Peruffo (Teoria), Gabriele Comeglio (armonia ed improvvisazione), Giorgio
Ubaldi (Coro). Per info www.ignaziodisalvo.it ; www.myspace.com/disalvoignazio
Alessandra Di
Toma
Inizia
lo studio di chitarra classica all’età di undici anni. Negli anni
delle scuole superiori si avvicina alla musica moderna, soprattutto al
blues, e continua lo studio dello strumento da autodidatta. Per un anno studia pianoforte. Si avvicina alla musica ed ai ritmi
africani, studia e suona le percussioni ormai da diversi anni, con il
maestro Lorenzo Gasperoni. Si appassiona al jazz e frequenta il
corso di chitarra jazz presso l’associazione musica aperta, tenuto dal
maestro Manuel Consigli. Inizia a insegnare chitarra privatamente e dal
2011 insegna presso “l’Accademia pentagramma” a Milano.
Attualmente studia chitarra jazz presso i Civici Corsi di Jazz di
Milano.
Moreno D’Onofrio
(Note fornite dall'interessato)
Nasce a Torino il 13 Agosto 1961.Inizia a suonare la chitarra
all’età di 10 anni,e matura le prime esperienze musicali suonando
musica leggera. Dopo i 15 anni partecipa alle prime rassegne musicali
organizzate dal comune della sua citta’. Musicista autodidatta, scoprirà di
li a poco la passione per la musica jazz e classica che lo porterà a
dedicarsi allo studio della chitarra classica, studio poi integrato e
approfondito con quello dell’improvvisazione jazzistica. Musicista che
predilige contesti di jazz acustico e che trova la dimensione ideale in
formazioni ridotte quali il duo, il trio,il quartetto. Nel 1988 costituisce il
quartetto "Interplay", formato da musicisti dell’area piemontese,
esibendosi in jazz club e teatri del nord Italia Nel 1993 assiste ad un
seminario tenuto dal grande chitarrista statunitense Jim Hall,con il quale avra’
modo di duettare "Moreno,Thank you for playing so beautifully" J.H.
Nel dicembre 1995 in occasione di una rassegna di musica classica presso il
Teatro Agnelli (Torino) viene invitato a tenere un concerto per chitarra
"solo", dove suonerà Improvvisazioni jazzistiche "For Acoustic
Jazz Guitar". Nel Maggio 2001 si esibisce con il chitarrista di Boston
Garrison Fewell .Nel Maggio 2002 si esibisce con l’arpista di New York Park
Stickney. Nel 2003 ha collaborato in Trio con Ares Tavolazzi (cb) e Luigi
Bonafede (dr). Nel 2004 ha tenuto concerti a Londra suonando alla Royal
Festival Hall e in jazz club (jazz live St.Giles Church) con Ben Hazleton (cb) e
Seb Rochford (dr). Viene invitato per partecipare alla 7^ Rassegna
Internazionale Jazz di Moncalieri (TO) sempre nel 2004 collabora in trio con
Toni Arco(d) e Lucio Terzano(b)
Nel 2005 registra in trio con Luciano Milanese(cb) e Carlo
Milanese(dr) il Cd Love Letters Jazz Guitar Trio(Music Center BA 093)
Presentazione Radio 3 Rai nel programma (Battiti) "Uno strumentista
impeccabile, dal timbro ovattato e suadente; il gusto musicale altissimo in ogni
traccia e’ sempre preferito al virtuosismo, un disco che non si
smetterebbe mai d’ascoltare" (Luca Bandirali) recensione per Jazzitalia.
Nel 2006,ha costituito il Jazz Duo con il contrabbassista Ivano Sabatini
registrando il Cd Laverne Walk Jazz Duo (Music Center BA 132) e viene invitato
per la presentazione (live) a Radio 3 RAI nel programma Piazza Verdi(nel 2007)
Nel 2007 inizia la collaborazione con il compositore,armonicista,contabbassista
e pianista Luigi Ferrara con cui costituiranno lo SPECIAL JAZZ DUO e
registreranno il Cd STANDARDS X FOR 4 FOUR in quartetto(Music Center BA 180)Nel
2008, Marcus Woelfle di RADIO BAYERN Radio della Baviera(G) gli
dedica un programma riservato ai musicisti jazz italiani.(Italienischer Jazz der
Gegenwart: Der Gitarrist Moreno D’Onofrio)Nel 2010 registra DREAM DANCING con
lo Special Jazz Duo(Ultra Sound Records-CD 064/S)Nel Febbraio 2010 viene
invitato per la presentazione (live) a Radio 3 RAI(Piazza Verdi)per la
presentazione del nuovo Cd. Nel 2011 registra TAKE 8 con il Cool Jazz Trio(Ultra
Sound Records-Cd 091/S Nel Luglio 2012 viene invitato a suonare alla House of
Jazz di Montreal(Canada)con alcuni componenti della band di Gino Vannelli.
Collaborazioni recenti con Marco Panascia(b) Enzo Zirilli(d)Renato D'Aiello(s)Dave
Fleming(b)Dominic Mullan(d)Hugh Buckley(g) Gilles Carreau(p) Mathieu Gagne'(b)Richard
Beaudet(t.s) Michel Berthiaume(d)Michele Bozza(s)Yuri Goloubev(b)Marco
Bianchi(p)Marco Bianchi(v)Roberto Tarenzi(p)Liam Dunachie(p)Deelee Dube(v)e
molti altri...
I CD sopra elencati,sono distribuiti e venduti in quasi tutto
il mondo(U.S.A.,Giappone,Europa,Australia,Brasile) Come esperienza didattica,
dal 1988 insegna chitarra ed armonia jazz, storia del jazz e ascolto guidato
presso l’Istituto Musicale Civico della Città di Rivoli (To) e dal ‘95 al
‘97 ha tenuto corsi di chitarra jazz, armonia, teoria, solfeggio, tecniche
dell’improvvisazione e musica d’insieme organizzati dalla Scuola Civica del
Comune di Torino.
Dal 2002/2003 ha insegnato chitarra jazz e moderna presso il
Civico Istituto Musicale Brera di Novara
Dal 2016 insegna presso la Scuola di Formazione Musicale
Citta' di Torino( Fondazione Teatro Regio/Civica)
"Il jazz è un mezzo di espressione come tanti altri,
ognuno deve trovare la propria dimensione e questo vale per qualsiasi forma di
comunicazione" (Moreno D’Onofrio) http://www.accordo.it/articles/2009/07/25568/moreno-d-onofrio-the-delicate-sound-of-jazz.html
Recensioni
Moreno D’Onofrio, chitarrista visto dalla critica jazzistica
contemporanea come: "Uno strumentista impeccabile, dal timbro ovattato e
suadente.( Luca Bandirali per Jazzitalia); http://www.jazzitalia.net/recensioni/loveletters.asp
"Pizzica la sei corde con un tocco maturo, frutto di un
continuo evolversi dovuto a più di trent’anni di chitarra. Gli assolo sono
invece il risultato di una certa ricerca dell’espressività e non risultano
mai invadenti, mai inclini al semplice virtuosismo tecnico". (Giuseppe
Andrea Liberti per Jazzitalia) http://www.jazzitalia.net/recensioni/standardsforfour.asp
La tecnica di D’Onofrio spicca in maniera brillante
nella bellissima "I’m A Fool To Want You" e nella title-track "Laverne
Walk", dove il chitarrista piemontese, sostenuto dalla robusta ritmica del
contrabbasso, ha modo di esprimere la propria raffinatezza nell’uso dello
strumento senza mai cadere in un banale e scolastico virtuosismo. D’Onofrio
forte della lunga esperienza musicale e didattica è riuscito a trovare in
questo album la giusta alchimia tra i due strumenti, brani come "Where Or
When", "With A Song In My Heart" e "Come Rain Or Come Shine"
sono tutti contraddistinti dal fluente susseguirsi di chitarra e contrabbasso
nell’esecuzione dei soli e nell’accompagnamento. (Enzo Saba per Jazzitalia)
http://www.jazzitalia.net/recensioni/lavernewalk.asp
Immenso il lavoro del chitarrista che dimostra di avere un
grande senso ritmico. L’esperienza di D’Onofrio nel suonare in formazioni
ridotte lo ha portato a riempire il più possibile gli spazi in modo da non far
"rimpiangere" l’assenza di un batterista. L’uso sapiente degli
accenti da parte di D’Onofrio serve a dare la giusta importanza a ogni nota. L’assenza
della ritmica pianistica pone in evidenza quanta attenzione D’Onofrio dedichi
alle dinamiche tra accompagnamento e solo. (Pierfrancesco Falbo per Jazzitalia)
http://www.jazzitalia.net/recensioni/dreamdancing.asp
Altre Partecipazioni:
Ha suonato per: Lecco Jazz, Cremona Jazz, Festival Jazz di
Monteroduni (Eddie Lang Jazz Festival – Isernia), l’Unione Musicale, Jazz
for Greenpeace, Guitar Interactive (applicazione multimediale per PC sulla
chitarra
jazz e blues) Teatro del Castello di Rivoli, G.R.E.A. (Gruppo
Ricerca Europea Arte),Circolo degli Artisti(TO) Auditorium di Montceau-Les Mines
(F)Ravensburg Jazz Festival(G) RAI 2 TV(Sereno Variabile) Aarau Jazz
Festival(CH),Zurich Jazz Festival(CH),Baden jazz(CH)Jazz tra le quinte(Osimo)Autunno
Musicale(Beinasco) Le strade del jazz(Ancona Jazz)Ronnie Scott(London) JJ'Smith's(Dublin)Upstairs
at the Ritzy(Brixton Oval- London)
Gabriele Falchieri
(foto dal sito web)
Chitarrista
jazz dal suono nitido e cristallino, pur esprimendosi con un fraseggio
controllato, lineare e cantabile, che potrebbe rimandare all'approccio melodico
del nero Grant Green, ha tuttavia una spiccata inclinazione per la scuola bianca
degli anni '50 e '60 ispirandosi alla musica dei coolsters Barry Galbraith e
Jimmy Gourley. Nato a Bologna il 3/12/1967 a 9 anni intraprese lo studio della
chitarra incuriosito dal suono dello strumento stesso e spinto dagli impulsi che
gli trasmetteva la musica in generale. A 13 anni iniziò a frequentare le
lezioni private di Giuseppe Govoni, col quale approfondì le conoscenze di
teoria musicale e armonia, oltre a quelle strumentali. Dopo 2 anni cominciarono
le prime esperienze professionali con orchestre da ballo locali ma sopratutto,
selezionando tra vari generi musicali, maturò il suo viscerale amore per il
JAZZ! A 20 anni entrò nell'orchestra del sassofonista Vincenzo Serra e poco più
tardi, nella più famosa orchestra di liscio classico CASTELLINA-PASI, dove
rimase per 4 anni. Nello stesso periodo, (1992) allargò i suoi orizzonti
migliorando linguaggio e stile musicale grazie alle lezioni di armonia e
improvvisazione impartite dal chitarrista jazz Sergio Mandini. Argomenti
approfonditi negli anni successivi come autodidatta (1994-2004). Pur
frequentando musicisti nell' ambito del jazz bolognese non abbandonò mai le
orchestre da ballo, finchè nel 2000 rientrò con Castellina-Pasi dove milita
tuttora. Gli ultimi anni lo hanno visto impegnato in una lunga serie di
incisioni discografiche di diversi generi musicali, collaborando con Henghel
Gualdi, Vincenzo Serra ed altri musicisti del circuito bolognese. Da ricordare
infine l' incisione di 4 CD autoprodotti, uno dei quali in collaborazione col
valente pianista-vibrafonista Annibale Modoni.
Sergio Farina
(pubblico dominio)
Precursore
dell’odierna chitarra-jazz postmoderna Sergio Farina è il capostipite in
Italia della lunga serie di chitarristi che amano sia mischiare il jazz con
altri generi musicali che “rinforzare” il suono della chitarra con effetti
elettronici. In quest’ultima pratica però Farina si è sempre mantenuto nei
limiti della sobrietà e del buon gusto, possedendo peraltro un bellissimo tocco
che certo non fa rimpiangere gli effetti. Stilisticamente riconducibile alle
sperimentazioni sia del John Mc Laughlin di “Extrapolation” che della
“Mahavishnu Orchestra” Farina appartiene ancora, fortunatamente, a quella
cultura musicale immune dal commercialismo e impegnata nella militanza, e ciò
lo rende di gran lunga più dignitoso e interessante dei suoi successori e lo
mantiene proficuamente predisposto alle esperienze del Free-Jazz e
dell’avanguardia. Rinomato "lettore a prima vista", Farina può
essere considerato il numero-uno tra i turnisti italiani da sala di incisione.
Simone Fedetto
(Note fornite dall'interessato)
Sono nato nel
1979 a Roma. E già da un po' mia mamma mi dava note da bere e da mangiare. Mio
padre mi fece ascoltare la classica fin dai primi anni e quando ne compii sei,
mi regalò una chitarra classica e mi fece andare a lezione. Da allora non ho più smesso di imparare e di suonare. Ho studiato con maestri privati, al M.I.
Los Angeles e in Civica a Milano. Ho suonato in tante realtà differenti, ma
sempre con gusto e divertimento e cerco sempre di mettere tutto me stesso in
quel che faccio. Adesso insegno all'Accademia di Musica Moderna a Milano e alla
Musik Factory di Magenta. Intanto collaboro con la Bluescore con la quale
abbiamo realizzato la colonna sonora della trasmissione "Chat", in
onda su radio due dal 10 settembre '07. Il brano "Pinto di Domanda" e'
tratto dalla sonorizzazione di questo programma. Nel frattempo coltivo un
progetto pop/rock italiano con meravigliosi musicisti e con risultati più che
soddisfacenti. Il brano "Sangue di Lucciole" ne è una splendida
prova. Spero che vi piaccia. Di recente formazione, l'hammond trio faticosamente
costituito insieme all'inseparabile Matteo e al vorticoso Daniele, entrambi
colleghi dell'AMM, ha gia' compiuto il suo primo passo da neonato e i due brani
appena aggiunti sono il frutto di una registrazione semi casalinga.
Pierluigi Ferrari
Nato
a Siviglia (Spagna) da genitori italiani, si muove inizialmente nell'area del
jazz suonando in varie formazioni. Nell'anno 1999 ha pubblicato il Cd "Tangueria
" per la Compingo , nel 2001 ha collaborato con Daniel Pacitti nella
realizzazione di una versione argentina della famosa opera "Carmen"
nel 2002 il recital di musica e poesia con Annamaria Musajo e l'attrice Annig
Raimondi. negli anni seguenti partecipa a numerosi concerti organizzati dalla
provincia di Milano in varie formazioni, sempre nel contesto della musica
argentina nel 2005 suona anche al "Blue Note" di Milano con Annamaria
Musajo e il bandoneonista argentino Gerardo Agnese e partecipa alla importante
rassegna estiva dei giardini Estensi di Varese ed infine la collaborazione con
Miguel Angel Zotto considerato il più grande ballerino di tango contemporaneo.
Nell’agosto 2011 ha suonato in duo con Giovanni Monteforte al “Festival
Internazionale Della Chitarra” di Menaggio (CO) proponendo un progetto
imperniato sul repertorio gipsy di Django Reinhardt
Roberto Ferrari
(foto web)
Arriva alla
chitarra jazz (e al banjo) dal rock e dal blues alla fine degli anni '70. La sua
attività si è prevalentemente concentrata sui generi Swing e Dixieland,
suonando con vari gruppi dell'area milanese come Swingology, la Hopeless Jazz
Band, etc. Ha al suo attivo diverse incisioni con la Hopeless Jazz Band.
Musicista autodidatta predilige accompagnare in "in quattro" nello
stile dei grandi musicisti Swing uscendo di tanto in tanto con soli ad accordi
e/o single string. Suona una Hofner "Attila Zoller" e una Gibson L7.
Umberto Fiorentino
Mente pensante
della chitarra jazz italiana e sensibilità creatrice Umberto Fiorentino di
esplica in un fraseggio elaborato e introspettivo e in una ricerca musicale a
tutto tondo che non scade mai nel consumismo e nella banalità ma è sempre in
grado di produrre apporti carichi di profondità e innovazione.
Alessandro Florio
Come abbiamo
più volte ripetuto la scena contemporanea della chitarra-jazz, anche in Italia,
è popolata da tantissimi nuovi chitarristi dotati di grande tecnica strumentale
e di un ben fornito bagaglio di conoscenze teoriche e metodologiche
(“know-how”), la maggioranza di essi però, non essendo cresciuta e maturata
nello spirito del jazz-moderno, ma nel contesto abbastanza desolante del
post-modernismo, non possiede i presupposti culturali necessari a sospingersi
con efficacia sulla difficile strada della ricerca personale. Rifacendosi tutti,
conformisticamente, allo stesso modello vincente sponsorizzato dai media,
tendono tutti ad assomigliarsi, col risultato di annullarsi a vicenda in un
appiattimento generale e senza produrre per il jazz nulla di buono. Però per
ogni regola vi è sempre un eccezione e questa eccezione oggi in Italia si
chiama Alessandro Florio! Conoscendo la sua modestia so benissimo che il primo a
non essere d’accordo con questa mia affermazione sarebbe proprio lui! In
questo caso però basterebbe sostituire alle parole la musica e andarlo ad
ascoltare su www.mypace.com/alessandroflorio per fugare ogni dubbio. Certamente
per capire la sua musica ci vuole una particolare sensibilità, si invitano
quindi i ”podisti della chitarra pirotecnica” ad astenersi dal “proferir
parola”! La musica del giovanissimo Alessandro Florio, intensa e
introspettiva, è ricca di qualità rare! Radicata nelle più avanzate
acquisizioni della chitarra moderna da Jim Hall a Ed Bickert e Dennis Budimir
(ma anche rievocando a tratti Rollins e Ornette!) viene riproposta, con un
raffinatissimo repetorio e in una nuova sonorità, con la freschezza giovanile
di chi vive la contemporaneità in tutte le sue istanze più positive, sapendo
selezionare ed escludere il ciarpame postmodernista da cui purtroppo non sono
immuni le nuove generazioni!
Nino Frasio
E' nato
musicalmente nel 1964 come chitarrista e banjoist e si è dedicato quasi
esclusivamente al Jazz Classico. Ha intensificato così lo studio del banjo (che
suona in entrambe le accordature canoniche, tenore e plectrum) ed ha partecipato
alla serie di trasmissioni di carattere culturale Musica Insieme, prodotta dalla
RAI, per esemplificarne l'uso nell'ambito del Jazz. Nel 1972 ha fondato la
Olympia Ragtime Band, dedita alla riscoperta ed alla ri-proposizione del primo
Jazz - quello di New Orleans . Ha partecipato, come chitarrista e banjoist nei
gruppi guidati da Vittorio Castelli, a numerose trasmissioni radiofoniche live
della serie ‘Jazz in Diretta’ prodotte e diffuse dall'emittente privata
milanese EUROPARADIO. Nel 1992 ha fondato la Odd Fellows New Orleans Quartet
& Band con l'intento di dare spazio ai giovani musicisti appassionati di
Jazz Classicoi. Nel 1999 ha rinsaldato il sodalizio musicale con Vittorio
Castelli entrando a far parte, come chitarrista, della sua Blue Feeling
Orchestra: la band si dedica all'esecuzione del primo repertorio ellingtoniano
ed ha partecipato, tra l'altro, al Jazz Festival di San Marino ed a quello di
Lugano. Dal settembre 2000 è rientrato a far parte, al banjo, dell'organico
della Olympia Ragtime Band. Nel corso del 2002 è entrato inoltre a far parte
dei Milano Rhythm Kings, guidati dal notissimo
trombettista Giorgio Alberti. L'anno 2005 ha visto la nascita del Francesca Cara
Trio al quale Nino Frasio partecipa come chitarrista. Nel 2007 Roberto Meroni,
fondatore e leader dei Savannah Serenaders, lo ha cooptato al banjo ed alla
chitarra in questa interessante formazione il cui repertorio comprende i cavalli
di battaglia delle prime big band, con orchestrazioni ricostruite
filologicamente attraverso l'ascolto delle incisioni originali. Tra i molti
musicisti stranieri con i quali ha avuto la fortuna di suonare, ricordiamo la
Criterion Brass Band (GB), Bill Carter (USA), Herbert Christ (D), Bernard Flegar
(D), Teddy Fullick (GB), Jim Gunton (GB), Kenny Milne (GB), Emile Martyn (GB),
Rudy Balliu (B), Philippe Desmet (B), John Service (GB), Rowan Smith (AU),
Stephan Uhr (D), Geoff Bull (AU).Per contatti e informazioni: Nino Frasio web: www.frasio.it
Roberto Frizzo
(foto web)
(Note fornite dall'interessato)
Durante gli
anni sessanta e settanta, si afferma come session man richiesto da noti artisti
e formazioni italiane. Nella sua carriera, stringe amicizia con Joe Cusumano,
Demetrio Stratos, Franco Cerri, Bruno De Filippi e personalità del jazz
milanese. Dal '68 al '70 è con Larry Nocella, Tullio De Piscopo, Mario Rusca e
Joe Cusumano presso il Capolinea di Giorgio Vanni. Per qualche anno, dal 1972,
è con Giorgio Vanni presso il Teatro Tenda di Milano: lì per anni suona con
Joe Cusumano, Giovanni Monteforte, Paolo Tomelleri e ancora Mario Rusca. Nel
medesimo periodo si alterna con il Joe Cusumano Quartet ai grandi raduni jazz di
Pieve Porto Morrone e al Nautilus di Gallarate. Nel 2003 e 2005 suona presso la
casa di Giuseppe Verdi di Milano con Franco Cerri, Gino Mescoli e Bruno De
Filippi. Attualmente Roberto Frizzo si esibisce con un gruppo jazz milanese, il
Sestetto Caravan, fondato da esso nel 1996 e composto da Marco Giambelli
(piano), Rossana Ruffini (voce), Marco Bartolucci (batteria), Ezio Allevi (Sax)
e Daliso Cervesato (basso).
Giuseppe Gallucci
Giuseppe
Gallucci, insegnante aggiornato e competente ed esperto chitarrista
professionista di musica leggera, con un tocco blues tagliente ed incisivo che
richiama quello del contemporaneo John Scofield, esprime un fraseggio jazz
rigoroso e pacato che mantenendo una autonoma connotazione personale, rimanda
per logica costruzione melodica ai moderni Barney Kessel e Joe Pass.
Sandro Gibellini
Sin dalle
prime note la musica di Sandro Gibellini ci giunge con significativa intensità
in uno sviluppo spontaneo avulso dai trucchetti e gli espedienti oggi in gran
voga. Una musica calda ed espressiva dal ritmo efficacemente punteggiato e dal
timbro palpitante ed elastico. Con una sapiente e competente scelta del
repertorio la sua proposta si esplica sia sugli standards che su composizioni
originali. Stilisticamente e poeticamente è imparentato col primo Jim Hall dei
dischi "The Bridge" e "Interplay", così come con i canadesi
Ed Bickert e Lorne Lofsky.
Daniele Giugno
Studente
dei Civici Corsi di Jazz di Milano ha maturato il suo particolare modo di
esprimersi a contatto non solo dei chitarristi moderni (bebop), ma anche
ascoltando ed eseguendo il repertorio del jazz tradizionale accompagnando in duo
la cantante Vanessa Tagliabue. Ciò lo pone nell’area estetica di quel
chitarrismo ad accordi che da George Van Eps passa attraverso Bucky Pizzarelli
per giungere al Joe Pass dei dischi Pablo (“Virtuoso”) e dei duetti con Ella
Fitzgerard.. (di Giovanni Monteforte)
Piero Goglia
Il jazz è un genere musicale radicato nella difficile arte
dell'improvvisazione, ma ancor più difficile è trasmettere improvvisando il più
autentico feeling tipico del jazz e ciò non si può "improvvisare",
ma è frutto di anni e anni di maturazione! Piero Goglia è un artista il cui
linguaggio sgorga con estemporaneità dal più autentico vissuto jazzistico!
(di Giovanni Monteforte)
Enzo Grillini
(pubblico dominio)
(note di Roberto
Ferrari)
Valoroso chitarrista attivo principalmente a Roma dapprima con l'orchestra 013
di Piero Piccioni (dal 1945 - vedi foto con una delle prima arch top viste in
Italia) e successivamente , oltre che in RAI , con orchestre e piccoli gruppi di
Armando Trovajoli e Piero Umiliani. Con questi incide varie volte : da ricordare
col primo "Softly" del 1959 - su RCA - con Trovajoli - piano , Gino
Marinacci - flauto e sax , Franco Chiari - Vibrafono , Berto Pisano -
contrabbasso e Sergio Conti - batteria ; con la big band diretta da Umiliani
incide tra gli altri lavori , " Parole e Musica" accompagnando Helen
Merrill. I suoi soli evidenziano una piacevole vena Kesseliana.
Jeanne Hadley
Jeanne
Hadley è nata il 27/ 01 / 1990 a Milano. Ha
studiato chitarra classica dal 1997 al 2007 prendendo lezioni private,
poi ha interrotto gli studi classici per cominciare a interessarmi al
jazz. E’ in questo periodo che ha scoperto il piacere di cantare gli
standars del jazz accompagnandosi con la chitarra. Nel 2010 si è
iscritta ai Civici Corsi di Jazz di Milano per studiare sia canto che
chitarra jazz.
Giorgia Hannoush
Dal suono
caldo e corposo la giovanissima Giorgia Hannoush (classe 87) propone con
freschezza e spontaneità un jazz filologicamente radicato nella più
nobile tradizione della chitarra, facendo rivivere quella delicata sensibilità
propria di chitarristi come Oscar Moore e Billy Bauer. Nata a Carpi (Mo) inizia
a suonare la chitarra a 12 anni ed entra a fare parte del GOE (Giovane Orchestra
Elettroacustica). Studia privatamente per quattro anni sotto la guida di Roberto
Andreoli e da maggio del 2003 frequenta i corsi di chitarra e armonia
all'accademia di musica A.I.A.C con l'insegnante Giuseppe LaMonica; attualmente
frequenta il corso avanzato. Ad aprile 2005 partecipa a Dublino alle audizioni
del World Scholarschip tour promosse dalla Berklee college of Music di Boston e
vince una borsa di studio. Ha seguito i seminari di Scott Henderson, G.Trovesi ,
Ben Monder e Tony Moreno. Attualmente frequenta il terzo anno del corso di
laurea in "Jazz e musiche improvvisate del nostro tempo" presso il
conservatorio "F.Venezze" di Rovigo studiando con il M.Marco Tamburini
e il M.Sandro Gibellini. Ha studiato jazz presso il conservatorio A."Boito"
di Parma con il M.Carlo Morena e il M.Alberto Tacchini. Ha suonato con vari
gruppi giovanili e con le Flight of Fancy band tutta al femminile che proponeva
un repertorio sia di cover che di brani inediti. Da settembre 2007 suona con il
duo musicale Black Eich's (voce Debora Bellei) che propone arrangiamenti in
chiave acustica di brani swing, blues e rock. A marzo 2008 partecipa,
nell'ambito del Piacenza jazz fest,al concorso nazionale "Note di
Donna" per compositrici jazz e vince il premio del pubblico con il brano
"Summer Night in Madrid." A maggio 2008 partecipa al premio
"giovane in jazz 2008 " promosso dall'associazione jazz Lighthouse di
Genova e si classifica seconda. A settembre 2008 partecipa a due importanti
Festival : Festival della Filosofia di Modena con la sua formazione
"Giorgia Hannoush e Simone Arletti duo" e Woma Jazz nell'ambito della
Notte Bianca di Cesena con il progetto inedito "Jazz Women Tribe"
lavorando con L.Fontana, D.Di Majo., C.Palazzi e B.D'Alessio. Attualmente
collabora con molti musicisti/e tra i quali Lorena Fontana e Tiziana Ghiglioni.
Michele Libutti
Oggi sono in
pochi i chitarristi ad avere una innata predisposizione per il Cool Jazz ed una
affinità elettiva per Billy Bauer, uno di questi è proprio Michele Libutti.
Dalla sonorità pacata e riflessiva ed un timing rilassato e pervaso da uno
swing costante e lineare Michele Libutti è una vera e propria mosca bianca nel
panorama del chitarra jazz italiano, a maggior ragione se si considera che si
tratta di un musicista relativamente giovane, appartenente alla seconda
generazione post-bellica.
Simone Lobina
Musicista
dotato e creativo, discepolo di Pat Metheny, Simone Lobina fa parte della più
promettente ondata di chitarristi di ultima generazione che si sta affacciando
sulla scena del jazz italiano. Chitarrista & compositore. Dopo 7 anni di
studio della chitarra classica, si avvicina al blues e jazz. Trasferitosi a Milano frequenta la Scuola Civica di Jazz milanese.Tutt'ora iscritto al quarto
anno. All'attivo diverse collaborazioni musicali (Andrea Illuminati duo,Jazz
Monks,Yeast Flavour Quintet,Five Jazz Tango) esibizioni live, esperienza in
studio di registrazione,partecipazione a diversi seminari e festival jazz
suonando con diversi nomi nell'ambito jazzistico: Franco Cerri, Mario Zara,Mauro
Sereno, Luca Mezzadri,Antonio Zambrini,Daniel Pacitti,Paolo Fresu,Maria Pia De
Vito. www.myspace.com /lobinasimone
Domenico Lobuono
Jazzista
sensibile e raffinato, chitarrista dal tocco delicato e la timbrica naturale,
Domingo Lobuono si esprime, con incedere rilassato e gradevole, improvvisando
linee melodiche articolate, logiche e consequenziali secondo la strategia di
produzione tipica del cool-jazz benchè la sua personale poetica sia tuttavia
riconducibile al tradizionale linguaggio mainstream
- Note
biografiche: “Domingo" (così è noto nell'ambiente musicale), triestino
di adozione, è un chitarrista ascrivibile alla corrente del c.d. soul-jazz
in tutte le forme in cui questo sottogenere è stato declinato in questi
ultimi decenni. Attivo sia in tipiche formazioni come l'organ-trio sia in
formazioni acid-jazz e smooth-jazz con produzioni che tradiscono forti influenze
dal moderno R&B, Lobuono è anche noto per la sua attività di promotore e
divulgatore della chitarra jazz. Ha fondato il "Newsgroup" usenet di
chitarra jazz e scrive su riviste specializzate di musica." (di
Giovanni Monteforte)
Tommaso
Lorusso
Nato a Corato, Bari 61anni fa'.Ha iniziato lo studio della
chitarra come autodidatta. poi dal 1978 al 1981 ha frequentato la scuola
"studi nazionali sul jazz" di Parma, con il maestro Filippo Dacco'.
Successivamente ha partecipato a workshop tenuti da John Scofield, John
Abercrombie e Frank Gambale. ha suonato con Massimo Urbani al Mississippi Jazz
di Roma. ha insegnato tecnica della chitarra jazz in diverse scuole private è
scuole statali.
Attualmente fa parte del gruppo dell'Arpista Diane Peters, e
collabora con vari musicisti nell'area Veronese.
Fabio Lossani
(foto privata)
La chitarra è
uno strumento che vanta una tradizione secolare in tutte le culture e i generi
musicali. Oggi, trasformatasi in un prodotto di consumo, rischia di vedere
dissipare questo prezioso bagaglio. Sono pochi, nel jazz italiano, i chitarristi
che, non lasciandosi sedurre dalla generale rincorsa del successo, dedicano la
loro vita a tramandare le conquiste del passato. Passato nel quale la chitarra
acustica con le corde di metallo e suonata col plettro non era ancora
amplificata e il suo ruolo prevalente era quello di strumento ritmico-armonico,
ambito nel quale si è accumulato un ricco e nobile repertorio. Non solo quindi
i chitarristi improvvisatori a “single-note” sono stati importanti per il
jazz, ma anche tantissimi altri “accompagnatori”: da Eddie Lang e Freddie
Green sino a Buky Pizzarelli. In Italia abbiamo il notissimo Lino Patruno, per
il jazz prettamente americano, e il meno noto Fabio Lossani, per la tradizione
europea “alla Django”. Strumentista dal suono rigorosamente acustico e dal
ritmo tipicamente “manuche”, profondo conoscitore del repertorio e della
discografia di questo stile chitarristico, Lossani si distingue anche come
leader e arrangiatore, come dimostrato nella “Antologia della Chitarra Jazz in
Italia”, ove ci regala un piccolo gioiello che riunisce, in un unica versione,
due composizioni di Django Reinhardt.
Lanfranco Malaguti
(pubblico dominio)
Armonizzatore
evoluto e ricercato si distingue per la sua predilezione a riarmonizzare “per
quarte” jazz-standards e pop-songs. Le sue rivisitazioni centrano in pieno
l’obbiettivo di riappropriarsi in “chiave jazz” del materiale appartenente
ad altri generi musicali, nobilitandolo e rendendolo pressoché irriconoscibile.
Questa sua ricerca eroica ed isolata è stata premiata dal riconoscimento di
rilievo nazionale conseguito nel Referendum della critica indetto dal mensile
“Musica Jazz”; insieme a Carlo Pes e Franco Cerri viene citato nella
Encuclopedia Traccani.
Augusto Mancinelli
AUGUSTO
MANCINELLI, è da annoverarsi tra i più avanzati e intelligenti chitarristi
jazz della generazione formatasi negli anni ’70. Dal '76 studia chitarra jazz
con Filippo Daccò all'I.N.S.J. di Parma, armonia e composizione con Mario
Perrucci presso l'Istituto Pergolesi di Ancona, musica elettronica con Eugenio
Giordani presso il Conservatorio G. Rossini di Pesaro, chitarra classica con
Maria Orlandi, composizione sperimentale e analisi con Franco Donatoni, G.
Borio, A. Melchiorre, A. Vidolin, presso la Civica Scuola di musica di Milano.
Dall'82 all'84 tiene concerti con prestigiosi solisti di passaggio in Italia
quali: Lee Konitz, Curtis Fuller, Bob Berg, Sam Rivers, Jimmy Owens. Dall'84
all'88 fa parte stabilmente del gruppo di Enrico Rava con il quale registra tre
dischi, STRING BAND, SECRETS, e ANIMALS. Partecipa a tutti i festivals Italiani
ed Europei più importanti. Nel '86 ha lavorato con Gil Evans e con l' orchestra
della RAI di Roma. Ha insegnato ai seminari jazz di Pistoia (organizzati da
Siena Jazz), ai seminari di Dolo con il "Thelonious Monk Institute", a
Venezia (ass. Intonarumori), Verona, Schio, a Milano presso "Accademia di
Musica Moderna", il NAMM, il CPM e la scuola "Con-Corde". Già
insegnante di jazz nei Conservatori di Potenza, Cosenza, Parma, Rovigo e di
Fermo, ha pubblicato per la "ERIDANIA" una raccolta di studi didattici
per due chitarre con Ambrogio De Palma. Il suo nome compare sulla "PENGUIN
GUIDE TO JAZZ" che dedica uno spazio ai suoi lavori come solista. Tra le
sue validissime pubblicazioni discografiche è da segnalarsi "Jazz Work”
SPLASC(H) CDH4942, in trio con Paolo Ghetti al basso e Massimo manzi alla
Batteria.
Sergio Mandini
(pubblico dominio)
Vulcanico
improvvisatore “alla Tal Farlow”, ma su una scala dimensionale più
intimista, dal suono nitido e cristallino e con una souplesse ritmica palpitante
e vitale, Mandini si esplica i lunghi assoli ben punteggiati, intensi ed
espressivi che rivelano una ispirazione maturata nel suo più profondo vissuto
umano. Mantenendosi lontano dagli aspetti più esteriori e seduttivi del jazz,
riesce così a preservare l’integrità della sua vocazione artistica. Intenso
interprete di ballads, raffinato e delicato armonizzatore, assolve ampiamente al
tributo dovuto alla sempre più misconosciuta arte della vera chitarra jazz.
Alberto Marchesini
(foto privata)
Hard-bopper
senza mezzi termini il suo stile, originalissimo, profondo e spigoloso, fa di
lui una sorta di Thelonius Monk della chitarra del jazz-moderno italiana, la sua
sonorità, magnetica e tagliente, può essere considerata emblematica del timbro
della moderna chitarra-jazz. Praticamente autodidatta, negli anni sessanta suona
in complessi da ballo a Bologna, pur frequentando anche gli ambienti jazzistici
della città, visitata spesso da jazzisti stranieri di passaggio. Approfondisce
la conoscenza della chitarra jazz attraverso le registrazioni discografiche
soprattutto di Charlie Christian, di Grant Green e del chitarrista belga Renè
Thomas dal quale rimane notevolmente influenzato. Suona il banjo e la chitarra
elettrica nella Reno Jazz band con Pupi Avati e Lucio Dalla, entrambi
clarinettisti ed allora sconosciuti. Si trasferisce a Milano negli anni settanta
dove fa le sue esperienze musicali più importanti come free-lance al
“Capolinea” collaborando coi più noti jazzisti italiani. Negli anni ottanta
interrompe per un periodo l’attività musicale per diplomarsi in composizione
sotto la guida dei maestri Antonio Soresina prima e Bruno Bettinelli poi. Grazie
a un soggiorno negli Stati Uniti entra in contatto con nuove esperienze.
Ivo Meletti
(pubblico dominio)
Riconducibile
alla tradizione di Barney Kessel, Tal Farlow e Wes Montgomery, è stato uno dei
primi jazzisti moderni della sua generazione. Con una sintetica ed evoluta
concezione armonica, lontana dalle inutili decorazioni, è magistrale la sua
interpretazione delle ballads del repertorio jazzistico. Nelle improvvisazioni
la sua pennata, graffiante ed incisiva, marca con varietà di accenti linee-bop
ben cesellate sui cambi d’accordo e che, come avviene per i veri boppers, si
estrinsecano in un fraseggio personale e stilisticamente rigoroso sino a
evolvere in swinganti ed efficaci improvvisazioni ad accordi.
Massimo Melodia
(foto da sito web)
Il linguaggio
jazz, nato negli Stati Uniti, ha esercitato un notevole ascendente su gran parte
delle culture di altri paesi, e ciò risulta oggi sempre più vero riguardo alla
sensibilità e all’indole italiana. Nel nostro paese un numero crescente di
giovani talenti musicali si applica con freschezza e creatività a questo genere
musicale trovando in esso una tal corrispondenza che solo alcuni decenni fa
sarebbe stata impensabile. Si credeva infatti che l’italica sensibilità, così
legata al melodramma e alla lirica, mal si confacesse ad un genere istintivo e
de-sublimato quale il jazz. Massimo Melodia rappresenta quindi un ottimo esempio
di come questa sensibilità, tutta italiana, contribuisca invece a donare al
jazz esecutori ed interpreti in grado di arricchire e variegare questo
inesauribile linguaggio.
Luca Meneghello
Dotato
strumentista dalla sicura ed energica pennata, Meneghello, recependo con grande
apertura i modelli più aggiornati, riesce a rappresentare un solido punto di
riferimento per il chitarrismo contemporaneo. Il suo lavoro, approfondito e
competente, è riuscito ad approdare a risultati veramente notevoli e
interessanti, riuscendo ad esprimersi, nel linguaggio contemporaneo, mantenendo
una sua propria connotazione poetica. Inizia a suonare la chitarra come
autodidatta all’età di sette anni e contemporaneamente studia clarinetto e
teoria e solfeggio. Frequenta il Centro Professione Musica dal 84 al 86 e i
seminari di Siena Jazz nel 92 e Tirano Jazz nel 96 con Joe Diorio e Jerry
Bergonzi.
Alessio Menconi
Alessio Menconi nasce a Genova, si
avvicina alla musica all' età di 8 anni studiando la batteria, che
abbandona due anni dopo per dedicarsi da autodidatta allo studio della chitarra.
A 16 anni. intraprende l'attività' professionale e, considerato un
prodigio, comincia molto presto ad essere chiamato dai migliori musicisti
italiani e stranieri. Nel 1992 partecipa al concorso "Gran Prix du
Jazz" nel quale vince il premio "AICS". Successivamente
nel 1993 partecipa al più prestigioso concorso nazionale di
chitarra jazz: "Eddie Lang" vincendo il 1° premio (Miglior
giovane chitarrista jazz italiano) Negli anni a seguire, sono innumerevoli
le collaborazioni con i più grandi artisti italiani ed internazionali. Dal
1995 comincia a suonare in varie formazioni del batterista Billy
Cobham e dal 1995 al 2004 collabora con Paolo Conte, suonando
in vari tour mondiali nei più importanti teatri e festivals del mondo e
registrando quattro cd. Nel 2000 è stato selezionato a Parigi dall'ONJ
(orchestre national du jazz) Nel 2003 ha partecipato come unico
italiano ad una compilation dedicata a Jimi Hendrix ("Voodoo
crossing") in compagnia di Robben Ford, Steve Lukather, Hiram
Bullock, Larry Coryell e tanti altri. Ha svolto tour per conto
di Istituti di cultura ed ambasciate italiane in India, Zambia,
Brasile, Sud Africa, Guatemala, Ecuador, El Salvador, Nicaragua, Giappone,
Cina, Hong Kong, Argentina, Uruguay. Ha partecipato a numerose trasmissioni
televisive ed a varie colonne sonore di film e spettacoli teatrali. E’
docente di chitarra jazz al conservatorio Paganini di Genova e
Puccini. Nel 2009 viene assegnato ad Alessio Menconi il "Premio
jazz lighthouse" alla
carriera. Nel 2012 è stato inserito come unico
italiano in una compilation allegata a "La
Stampa" intolata "I
più grandi chitarristi del mondo" e nel 2014
il suo cd "Sketches of Miles" è
stato inserito su "Jazz It" tra
i 100
migliori dischi di jazz dell’anno.
Alcuni festival e rassegne ai quali ha partecipato in:
Italia, Svizzera, Francia, Lussemburgo, Olanda, Austria,
Macedonia, Croazia, Belgio, Grecia, Russia, Polonia, Germania, Inghilterra,
Spagna, Ungheria, Nicaragua, Brasile, Ecuador, Argentina, Uruguay, El Salvador,
Guatemala, Zambia, Sud Africa, India, Giappone, Hong Kong, Cina, Israele,
Palestina, Canada e Usa.
Petropolis jazz festival, Yokohama "Jazz Promenade,
"Jazz in Fuchu", Guatemala jazz festival, Montevideo Jazz Festival,
Braganca Paulista, Quito "jazz festival", Calcutta "jazz-blues
and beyond", Sao Paulo "sesc", Ascona "New Orleans &
classics", Torino jazz festival, Skopje festival, Rio de Janeiro
"Centro justica federal, Parigi "New morning-JVC jazz fest.",
Nizza Jazz Festival, Atene Festival, San Francisco jazz festival, Samois sur
Seine "Django festival" , Bruxelles jazz fest, Umbria jazz, Bolzano
"jazz and others"', Montreal ,Verona jazz, Toscana jazz, SanRemo
"Immagine jazz e blues", Fano, Calvi, Bordighera "jazz and
blues", Parigi "Olimpya", Berlino, Seville, Den Hag, Londra Royal
Festival Hall, Montevideo jazz festival e molti altri.
Alcuni dei musicisti con cui ha suonato o collabora
abitualmente: Billy Cobham, Jimmy Cobb, Jeff Berlin, Enrico Rava, Marcio
Montarroyos, Shawn Monteiro, Stefano Bollani, Toninho Horta, Aldo Romano, Danny
Gottlieb, Biba Band, Albert "Tootie" Heath, Red Holloway, Franco
Cerri, Jack Mc Duff, Adrienne West, Gary Bartz, Dado Moroni, Franco Ambrosetti,
Gary Husband, Flavio Boltro, Paolo Fresu, Daniel Humair, e molti altri.
In ambito pop/rock: Paolo Conte, Elio, Anna Oxa, Rossana
Casale, Gianni Morandi, Tullio De Piscopo, Alexia, Carl Anderson e molti
altri.
Flavio
Minardo
Musicista e compositore, inizia a suonare la chitarra da
autodidatta, quindi per due anni prende lezioni di musica country
specializzandosi nel finger picking. Studia per tre anni sotto la guida del
Maestro Filippo Daccò, diplomadosi in chitarra jazz presso il C.D.M. di Milano.
diplomato a pieni voti in chitarra jazz al conservatorio di musica Giuseppe
Verdi di Como con una tesi sulla musica gipsy e Django Reinhardt. Laureato con
il massimo dei voti in jazz al conservatorio di Como con una tesi “ il jazz e
le contaminazioni ( free jazz- jazz rock – ethno jazz )
Nel 1991 inizia lo studio della musica indiana a Kathmandu
(Nepal) con il Maestro di sarod Sunder Sherestra.
Nel 1992 va in India per intraprendere lo studio del Sitar , strumento
tradizionale Indiano. Studia per qualche mese ad Almora , a nord dell’India,
con il Maestro Lalit Joishi, e dal 1993 al 1995 continua lo studio del sitar a
Benares in India con il Maestro Debashish Sanyal e successivamente studia a
Milano con il maestro Ashanka Sen.
ESPERIENZE MUSICALI :
ha suona la chitarra acustica, elettriche e il sitar in vari
progetti e contesti musicali, dal freejazz alla musica sud americana alla musica
etnica e chilly out in numerosi festival nazionali e internazionali in varie
formazioni a fianco di numerosi artisti quali : Arrigo Cappelletti, Rudi
Migliardi, Franco D’Andrea, Paolo Tomelleri, Antonio Zambrini, Giulio
Visibelli, Federico Sanesi, Tiziano Tononi, Gianni Coscia, Pietro Tonolo,
Antonio Faraò, G. Trovesi, Steve Swallows, Roberto Vecchioni, Gene Gnocchi,
Sandro Cerino, Tino Tracanna, Ralph Alessi ecc
Con il pianista Arrigo Cappelletti collabora in vari progetti
musicali, assieme ai massimi esponenti della musica contemporanea Portoghese
quali Jorge Fernando, Alexandra, Custodio Castelo, incide il cd di Arrigo
Cappelletti “Terras do risco”prodotto dall’Amiata. Partecipa in qualità
di alla tournèe del trio di Cappelletti Visibelli e Steve Swallow e con la
stessa formazione all'incisione del disco "Little Poems"prodotto dalla
Splasc(h).
Collabora nel progetto di letteratura e musica con il poeta
Alessandro Quasimodo e Mario Cei con i quale incide un cd per la radio svizzera
italiana.
Nicola Mingo
La storia
della chitarra jazz ha visto e vede varie tendenze, concezioni e scuole di
pensiero, fra queste quella che oggi va per la maggiore è quella (borderline!)
di Metheny e Scofield. Per far parte di una corrente musicale non basta però
riproporre sporadicamente qualche frase o composizione, è necessario averne
assorbito, e saperne riproporre, specialmente l’estetica !! In linea di
continuità con l’approccio di Wes Montgomery e Pat Martino oggi in Italia
spicca e si distingue il chitarrista Nicola Mingo. Dotato di una tecnica
strumentale eccellente, dal timbro caldo e istintivo, Mingo ha maturato a tutti
gli effetti l’estetica di Montgomery e Martino riproponendola in modo
personale ed espressivo, stilisticamente appropriato e filologicamente
corretto!!
Massimo Minardi
In una grande
città come Milano, uno dei centri nazionali del jazz italiano, vivono e si
incontrano numerosi chitarristi-jazz che sono cresciuti fianco a fianco,
frequentando gli stessi luoghi, le stesse persone e condividendo le stesse
esperienze. Alcuni di essi sono diventati un punto di riferimento, personaggi
senza i quali il piccolo mosaico del jazz milanese verrebbe sminuito. Massimo
Minardi rappresenta uno di questi insostituibili tasselli. Chitarrista nel cui
stile sono stratificate e si compenetrano le esperienze musicali di una vita
dedicata al jazz, e che non finisce mai di sorprendere per la profondità del
retrotterra jazzistico.
Alessandro Minguzzi
Giovane
chitarrista dell'area milanese, stilisticamente riconducibile alla corrente del
jazz-mainstream. Pur prediligendo grandi precursori come Django Reinhardt e Wes
Montgomery, si esprime attuando autonomamente una personale ricerca linguistica
che approda ad un fraseggio controllato e riflessivo.
Danilo Minotti
(Note fornite dall'interessato)
Poliedrico
professionista, nel corso degli anni ha collaborato con artisti sia nella musica
leggera italiana che nel jazz internazionale, da Mina alla collaborazione col
teatro La Scala di Milano, sia come chitarrista che come compositore e
arrangiatore. Ogni nuovo progetto, si avvale del suo know-how, permettendogli di
mettere a disposizione le sue capacitá e le sue esperienze in molti settori
della musica. Avendo collaborato in tanti progetti di grande rilievo, Danilo
porta, insieme ai suoi servizi, un Team di collaboratori di altissimo livello
per tutte le esigenze. Nel corso degli anni, Danilo ha coltivato una carriera a
360 gradi, la sua conoscenza specifica viene riconosciuta dalle migliori scuole
italiane, dove spesso é invitato a svolgere corsi di insegnamento specifico e
seminari.
Francesco Moglia
Il più
recente linguaggio della chitarra jazz-fusion si può sbilanciare felicemente a
favore della più autentica estetica del jazz se inserito nel contesto musicale
appropriato e quando interpretato con feeling da vero jazzista, come nel caso di
Francesco Moglia. Musicista dai solidi presupposti jazzistici e aperto a
diversificate esperienze di derivazione rock e blues, Francesco Moglia è parte
integrante del nuovo movimento chitarristico che ha il merito di aggiornare
continuamente e mantere attuale il linguaggio improvvisativo della chitarra
contemporanea. Chitarrista del trio “Zatopek” in My Space si può
particolarmente apprezzare la sua improvvisazione nel brano “Flat Blues”.
Giovanni Monteforte
(foto Marcella Baldassini)
(di Fernando D'Anelli)
All'interno
del suo linguaggio Jazz noto linee originali, ricche di dinamiche ed un'ottima
tecnica, non fine a se stessa, ma al servizio di grandi fraseggi chitarristici.
La sua, a mio avviso, è una "chitarra che canta".
Raf Montrasio
(foto web)
Vi sono
professionisti che pur avendo trascorso la loro vita suonando musica da ballo,
accompagnando cantati di successo e apparendo in televisione, sono in realtà
degli autentici jazzisti. Essi, con la modestia che contraddistingue i veri
artisti, hanno potuto esprimersi nel jazz solo lontano dalle ribalte e dalla
grande notorietà! Uno di questi e Raf Montrasio, chitarrista jazz a tutti gli
effetti, improvvisatore che, alla Barney Kessel, riesce a fondere la logica
rigorosa della linea melodica con la comunicativa della semplicità e della
naturalezza.Sensibile armonizzatore è da annoverare tra i più autentici
continuatori della tradizione della chitarra jazz non ancora contaminata dal
rock!
Antonio Nasone
Diplomato al St.Louis College of Music di Roma in chitarra
jazz col massimo dei voti e 4 borse di studio.
Workshop con Gianluca Podio.
Diplomato in fonia al Cine Studio di Bologna.
Varie collaborazioni come chitarrista e arrangiatore per diverse cantanti.
Esperienze radiofoniche e televisive.
Dal 2016 nella big band di Riccione.
Collaborazioni con Massimo Zamboni (CSI),Davide Zaccaria (Dulce Pontes),Marco
Siniscalco (Giorgia),ecc
Dopo tanti lavori discografici è del 2017: "Notturno a Montegiove",
album di brani originali completamente in chitarra sola che riassume le
esperienze maturate negli anni ripercorrendo momenti,viaggi o incontri che hanno
solleticato l'immaginazione dell'autore. La musica che ne scaturisce esprime in
una forma essenziale atmosfere intime e raccolte.
Matteo Negrin
Con una
naturale predisposizione per la musica e la chitarra, si è formato come
jazzista studiando ai “Civici Corsi di Jazz” di Milano distinguendosi per la
sicura padronanza dello strumento e la non comune intelligenza e capacità
d’apprendimento (...posso ben dirlo perché è stato mio allievo!!). I suoi
interessi spaziano dal jazz a tutta la musica d’arte in generale dando sempre
un personale apporto in termini di buon gusto e significanza.
Gabriele Orsi
(foto web)
(Note fornite dall'interessato)
Chitarrista ,
compositore. Frequenta il Berklee summer school (1993 – 1994) a Perugia e il
Jazz master class a Tirano (1995), stage didattici con John Stowell, Giovanni
Tommaso, Rick Pekam, Larry Monroe, Joe Diorio, Steve Lacy, Jeff Richman, Jim
Kelly, Ralph Alessi, David Friesen, Marc Ducret, Gino Robeir, John Riley e Bobby
Previte. Nel 2007 incide il suo primo CD "Mr. T." (Music Center) dove
è presente, con una partecipazione straordinaria, Joey De Francesco. Nel 2008
nasce il C.O.D. trio , una formazione inusuale (Biagio Coppa, sax – G. Orsi,
chitarra – F. Di Lenge, batteria) con cui ha l’ occasione di suonare più
volte negli Stati Uniti (New York, Philadelphia, Boston, Middletown, ecc.). Ha
occasione di suonare con: Francesco Di Lenge, Maurizio Signorino, Fulvio Ferrari,
Santino Carcano, Eleonora D’Ettole, Daniele Petrosillo, Valerio Della Fonte,
Carlo Virzi, Attilio Zanchi, Yuri Goloubev, Beppe Caruso, Rosalynn Robinson,
Marco Castiglioni, Biagio Coppa, Silvano Borzacchiello, Joey De Francesco ,
Carmen Staaf, John Patitucci. www.myspace.com/gabrieleorsiquartet "
Eddy Palermo
Eddy Palermo. Insieme a Gigi Ciffarelli ha a suo tempo traghettato la chitarra jazz
italiana su di un livello strumentale performativo internazionale. Memorabile la
sua jam-romana con Jim Hall nei primissimi anni ’80. Il suo fraseggio, anche
se influenzato da Joe Pass e Pat Martino, è personale, energico e ritmicamente
propulsivo, le sue interminabili e fantasiose linee melodiche sono accattivanti
e comunicative. Autentico virtuoso del chord-playing le sue interpretazioni
armonizzate di brani standards sono sentite e suggestive così come le sue
pulsanti esecuzioni del repertorio brasiliano.
Lino Patruno
LINO PATRUNO,
insieme a Franco Cerri è tutt’ora il chitarrista-jazz italiano più popolare.
Il suo contributo al jazz non è solo quello di strumentista, ma anche di
filologo e divulgatore della più genuina tradizione del jazz! Come strumentista
e dotato di uno swing e di una comunicativa fuori dal comune: non è limitato
alla sola chitarra d’accompagnamento, ma è anche un maestro della non facile
arte dell’improvvisazione ad accordi, nella quale risulta fantasioso e
tecnicamente dotato.
Mario Pelagatti
(foto web)
Nuovo talento
della chitarra jazz, molto dotato tecnicamente, Mario Pelagatti si distingue nel
panorama generale delle nuove tendenze, per la sua notevole capacità inventiva
e per l’ originalità stilistica, riuscendo a ricondurre le più avanzate
soluzioni ritmiche e melodiche della Fusion nel contesto ormai consolidato del
repertorio del jazz moderno.
Luigi Pellissetti
L’incedere
melodico meditato e circospetto, che non si lascia fuorviare dalla casualità, i
timbri caldi e palpitanti della sua chitarra, sia quando naturali ed aperti che
quando ricorrono ad un uso sapiente e controllato degli effetti, fanno di Luigi
Pellissetti un artista sensibile e spontaneo che ha fatto sue le più essenziali
istanze apportate dal jazz all’approccio musicale.
Carlo Pes
(pubbico dominio)
Citato su
cataloghi-jazz ed in articoli specialistici, insieme a Franco Cerri è stato uno
dei primi chitarristi jazz italiani ad assurgere a fama internazionale. Autore
di colonne sonore di importanti films della storia del cinema italiano, ha
inoltre suonato con Barney Kessel, Chet Baker, Lionel Hampton, Stan Getz, Roy
Eldridge, Bill Coleman, Don Byas, Django Reinhardt, Stephane Grappelly e Joe
Pass. Attivo prevalentemente nell'area romana, accompagnatore discreto e
swingante ha fatto parte dei trii senza batteria dei pianisti Armando Trovaioli
e Umberto Cesàri. Improvvisatore naturale ed estemporaneo, da vero jazzista lo
stile di Carlo Pes sgorgava spontaneamente e liberamente dal suo personale
intuito senza incedere in artifici, orpelli od inutili decorazioni. Questo sua
capacità di mettersi in gioco senza espedienti o trucchetti, fanno di lui una
figura emblematica di quel chitarrismo del jazz-moderno oggi in via di
estinzione. Qui ritratto con una Gibson Les Paul Custom nera, era solito anche
esibirsi con una Gibson Super 400 Sunburst.
Lorenzo Petrocca
Lorenzo
Petrocca, chitarrista dal sound plastico e corposo, dal timing rilassato e
swingante, improvvisatore sobrio e controllato, riesce con grande perizia a ben
dosare il fluire del suo discorso musicale. Molto dotato ritmicamente e
tecnicamente e stilista in continua evoluzione, può essere considerato, a pieno
titolo, uno dei più nobili discepoli di Joe Pass.
Gaetano Petronio
Studente dei
“Civici Corsi di Jazz” di Milano studia chitarra con Riccardo Bianchi e
Giovanni Monteforte. Il suo interesse verte principalmente sulla chitarra-jazz
moderna apprezzando e studiando prevalentemente gli stili di Charlie Christian e
Barney Kessel.
FRANCO PISANO
(pubblico dominio)
FRANCO PISANO
(Cagliari) 1922-1977 Iniziò a studiare il violino all'età di sette anni. Poi
si appassionò alla chitarra e al pianoforte. Nel periodo del secondo conflitto
mondiale Franco Pisano si avvicinò al jazz. Alla fine del conflitto mondiale
iniziò a suonare con l'orchestra di Armando Trovaioli, il “Sestetto Bebop di
Milano”, il fratello Berto Pisano, Giulio Libano e Giorgio Giocosa.
Alberto Pizzigoni
(pubblico dominio)
Alberto
Pizzigoni: Solido sparti-acque della chitarra-jazz in Italia, fidato
professionista e sicuro didatta, è una insostituibile figura di riferimento per
quella concezione moderna che nulla vuole concedere alle deviazioni estetiche.
Il suo stile, a metà strada tra le poetiche di Kessel e Montgomery
reinterpretati con inflessione “Cool”, pur rimanendo fermamente nel solco
della tradizione riesce ad essere, e ad onta del “rampantismo” delle nuove
tendenze, sempre stimolate e significativo.
Marco
Poggiolesi
Inizia a studiare chitarra classica all’età di quattordici
anni. Nel 2002 si avvicina al jazz grazie all’incontro con il maestro Gianni
Zei, con il quale apprende varie tecniche e stili improvvisativi che spaziano
dal jazz tradizionale, al be-bop alla bossa-nova. Nel 2004 frequenta i corsi
invernali di Musica jazz dell’Associazione "Siena Jazz", con Roberto
Nannetti; qui ha l’opportunità di partecipare a numerosi seminari, tra cui
quello con il Maestro Enrico Rava. Nel 2006 la passione per la musica flamenco
lo ha portato ad approfondire le conoscenze degli stili tradizionali sotto la
guida del Maestro Juan Lorenzo presso "Accademia de la Guitarra Flamenca"
dove ha la possibilità di studiare con il chitarrista Oscar Herrero. Dal 2008
al 2010 ha studiato chitarra jazz con Sandro Gibellini.
Dopo alcune esperienze come turnista nell’ambito della
musica pop italiana, nel 2004 nasce, grazie alla sua iniziativa, il quartetto
latin "Elegant Gipsy" mentre nel 2007-2008 è leader del progetto
jazz-fusion "Maf trio". Nel 2009 fonda insieme al contrabbassista
Ferdinando Romano il progetto: "Tandem".
Dal 2008 intraprende la tuttora florida collaborazione con l’attrice
Maria Cassi iniziando un percorso nel mondo del teatro cantato di fondamentale
importanza formativa ed artistica. In particolare con gli spettacoli "SuoniEmozioni",
"Pardon" e l’ultimo "Attente al lupo" si esibisce con l’attrice
nei maggiori teatri d’Europa.
Ha inoltre collaborato nel 2009 con Sergio Staino a favore
della fondazione "Terramadre". Nel 2011 collabora con la cantautrice
Lu Colombo per la promozione del disco "Molto più di un buon motivo"
interamente dedicato alle canzoni di Joaquin Sabina.
Dal 2008 inizia a scrivere per il giornale culturale "l’Ambasciata
Teatrale" di cui cura la rubrica dedicata alla musica.
Nel 2010 registra il disco "Tandem", in duo con
Ferdinando Romano, pubblicato nel 2011 da Philology Records, del quale ben due
tracce vengono inserite nella raccolta "Italian Jazz, le 50 migliori
tracce". Sempre nel 2011 dà vita allo spettacolo dedicato a Bob Dylan dal
titolo: "Dylan Bob, dalle sue canzoni di protesta alle sue ballate d’amore"
di cui viene tratto un disco live.
Nel dicembre 2013 esce per "Dodicilune" il disco
"Tandem, A ruota libera" secondo lavoro discografico del duo.
Nel 2013 partecipa con Lu Colombo al prestigioso Premio Tenco.
Nel 2014, il primo Maggio si esibisce presso l’Obihall di Firenze affianco di
Juan Carlos Biondini, Vittorio de Scalzi, Joan Isaac e partecipa con Tandem al
Festival "Settima Luna" accanto a importanti musicisti come Jacopo
Martini, Petra Magoni, Enrico Pieranunzi.
A ottobre 2014 esce con "Il Cantautore", la rivista
ufficiale del Premio Tenco, il cd contenente le undici tracce del concerto del
primo Maggio presso l’Obihall di Firenze
Piero Pollone
(foto autorizzata)
Una delle più
belle sonorità della chitarra-jazz italiana, poeta del jazz, raffinato
esecutore ed interprete ”intimista”. Pollone dimostra come la sincerità
dell’artista riesca sempre a travalicare lo sterile “avanguardismo”
imponendo, in ultima analisi, le più autentiche istanze dell’arte-vera. Su di
lui è stato scritto un libro biografico: "Piero Pollone-Dialoghi in
Jazz" di Guido Michelone, ed. Lampi di Stampa.
Giuseppe
"Pigi" Ponzo
Insegnante di chitarra jazz e concertista. Ha compiuto
gli studi musicali presso il CDM di Milano con il M. Filippo Dacco' e
presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano dove si è
laureato con una tesi su Grant Green. Maestri di riferimento sono Giovanni
Monteforte, Riccardo Bianchi, Gabriele Comeglio, Claudio Fasoli, Franco
Cerri, Lucio Terzano , Marco Vaggi ,Enrico Intra.
Ha partecipato a Master Class del bluesman Robben Ford. Il suo stile è
inserito a pieno titolo nel filone bebop/hard bop ed evidenzia una
specifica affinità elettiva con gli stili di Grant Green, Wes Montgomery
e Renè Thomas. Dotato di una pennata robusta e incisiva, è
improvvisatore imprevedibile e "disordinatamente fantasioso", un
pregio che lo mantiene felicemente avulso da schemi prefabbricati e
"pirotecnici". La sua sonorità, sanguigna e spontanea, è
affrancata dall’uso degli "effetti di sottofondo a pedale ",
troppo spesso abusati dai chitarristi contemporanei.
Raffaele Pozzoni
Musicista orientato verso vari generi, riesce però a ricondurre sempre il suo
linguaggio improvvisativo entro il paradigma del jazz. Dotato di una tecnica
strumentale di alto livello si trova a suo agio anche su tempi particolarmente
sostenuti.
(di Giovanni Monteforte)
Fabio Ranza
Chitarrista
jazz contemporaneo e strumentista autodidatta è stato influenzato da John Mc
Laughlin, Larry Coryell e Philip Catherine. Nei primi anni ’70 ha studiato la
tecnica del jazz con Joe Cusumano, Filippo Daccò e successivamente con Philip
Catherine. Fece parte di quella ristretta cerchia di giovani chitarristi che
frequentavano assiduamente sin dai primi tempi lo storico locale-jazz di Milano
“Il Capolinea”. Si è poi dedicato con successo alla musica contemporanea e
sperimentale come pianista, compositore e arrangiatore.
Andrea Ricca
Dopo aver studiato chitarra classica fino al 5° anno
accademico ha conosciuto il M.° Filippo Dacco' grazie al quale ha ricevuto
preziosissime dritte sullo studio dell'armonia funzionale e sulla chitarra jazz.
4 indimenticabili incontri privati a casa sua, accompagnato dallo zio Italo
Savoia (batterista della RAI ed amico e collega del M.° Dacco') . Nonostante i
40 anni passati a lavorare nel negozio PRINA di Milano , la passione per la
chitarra jazz non si è mai affievolita.
Oltre ad essere un compositore Andrea Ricca svolge ancora oggi
attività didattiche
Stefano Riccio
Arrivo
dal mondo della musica classica (7° anno di chitarra classica) e l’
attrazione verso il jazz è scaturita durante la pausa di un mio concerto NEW
WAVE (ero parte e autore delle song di un gruppo milanese ZEROZED che negli anni
80/90 era in scena a milano) il tecnico del suono ha fatto partire SAFARI degli
Steps Ahead e lì sono rimasto sconvolto! L'idea era quella di rifare quel riff
con la chitarra, che difficoltà ! Ho così frequentato i Civici Corsi di Jazz
di Milano con Monteforte e Cerri e in seguito mi sono anche laureato al
Conservatorio (Febbraio 2011). I miei riferimenti sono Jim Hall, Ed Bickert,
Franco Cerri e Giovanni Monteforte.
Angelo Rocchi
Chitarrista
jazz, compositore e arrangiatore, è stato allievo di Filippo Daccò e
chitarrista nella sua orchestra "Monday Big Band", i suoi riferimenti
principali sono Barney Kessel, Jim Hall, Joe Pass e Wes Montgomery. Predilige il
jazz acustico e suona anche il mandoloncello nell ' "Orchestra a plettro
citta di Milano".
Andrea Rotoli
E'
relativamente da pochi anni che anche in Italia è apparsa e sta espandendosi la
corrente stilistica della "Chitarra-manuche" , corrente che nutre un
vero e proprio culto per l'insuperato e insuperabile caposcuola Django Reinhardt.
A partire dalla Francia, attraverso tutti i paesi europei e anche d'oltre
oceano, questa scuola stilistica annovera un ormai considerevole esercito di
strumentisti, a volte veri e propri virtuosi della chitarra. Nel nostro paese
tra i rappresentanti di punta di questa concezione estetica di origine
indo-europea, vi è Andrea Rotoli. Dalla pennata incisiva e garbata, una
notevole fantasia melodica e lo swing rigorosamente a "La pomp", è
sempre gradevole e stimolante ascoltarlo. Un musicista a tutto tondo che ha
fatto tesoro, nel suo bagaglio musicale, anche dell'esperienza hard-bop di
derivazione Montgomeriana e Bensoniana.
Alessandro Russo
Chitarrista-swing
dal fraseggio evoluto ed articolato, il suo tocco sensibile e delicato ben
risalta quando eseguito su una strumentazione acustica o semi-elettrificata. Non
ignaro della lezione di Django Reinhardt, la sua prima influenza, Russo ha
sviluppato quella poetica in modo ricercato, originale e ben lontano dal
manierismo e dai virtuosismi degli odierni seguaci del grande caposcuola
gipsy-jazz.
Pino Russo
Eclettico chitarrista, compositore, arrangiatore è
docente di chitarra Jazz al Conservatorio Vivaldi di Alessandria e al
Centro Jazz di Torino. Premio Mimmo Mancinelli 2009 come miglior chitarrista al
Premio Internazionale Massimo Urbani è diplomato in Chitarra Classica, laureato
in Jazz e in Biologia e ha sviluppato una intensa ricerca timbrica sulla
chitarra classica amplificata esplorando linguaggi musicali diversi e a prima
vista antitetici tra loro, creando
un proprio stile e una nuova modalità d’espressione artistica.
Tra gli altri ha collaborato con: Enrico Rava, Barney Kessel, Tal Farlow, Bill
Cobham, Francois Jeanneau,
Franco Cerri, Ornella Vanoni, Tullio De Piscopo, Gianni Basso, Felice Reggio,
Sergio Fanni, Flavio Boltro.
Ultima produzione discografica: “Darn That Dream” (2009, Philology Jazz
Records). Ultima pubblicazione editoriale "Guitar Project" (2011, Ed.
Carisch).
Fabio Soncini
(Note fornite dall'interessato)
Milanese
classe 1962, inizia all’età di 12/13 anni a muovere le dita sulle sei corde
andando a lezione di chitarra classica. Dopo qualche anno di studi sul Carulli,
sul Bona e sugli arpeggi di Segovia, lascia poi la classica per prendere lezioni
di chitarra a plettro per tre anni dal M°. Alberto Pizzigoni (chitarrista
dell’orchestra della RAI di Milano, Orchestra di Gil Cuppini, quartetto di
Renato Carosone). Qui impara ad apprezzare le sonorità del jazz, il fraseggio,
gli standards e l’arte di improvvisare. Si iscrive successivamente al CDM dove
frequenta i corsi di armonia tenuti dal M°. Filippo Daccò e i corsi di
chitarra tenuti da Luciano Zadro, conseguendo il Master nel 1995 (con il
tradizionale saggio al “Capolinea”). Dal 2002 al 2006 frequenta la Civica
Jazz di Milano dove segue i corsi didattici tenuti da Giovanni Monteforte,
Riccardo Bianchi, Fabio Jegher, Marco Vaggi e il M°. Franco Cerri. Attualmente
è iscritto alla facoltà di Jazz del conservatorio di Milano. Suona stabilmente
nella big-band “Jazz Lab Orchestra” e in un quartetto jazz di sua
formazione.
Paolo Sorge
Paolo Sorge (1968) è un chitarrista e compositore già da
tempo presente sulla scena del jazz contemporaneo nazionale ed europeo.
Da circa vent’anni conduce una ricerca trasversale nell’ambito delle musiche
d’improvvisazione, coltivando contemporaneamente vari linguaggi musicali, e
dedicandosi alla composizione intesa come sperimentazione di vari equilibri
possibili tra scrittura e improvvisazione.
Dagli esordi in Sicilia, passando per una parentesi romana
lunga dodici anni, fino al ritorno nella propria terra d’origine, Paolo Sorge
ha suonato e collaborato in veste di chitarrista o direttore di vari ensemble
con moltissimi musicisti di varia estrazione, tra cui Stefano Maltese, Michel
Godard, Francesco Cusa, Guido Mazzon, Butch Morris (Bologna, Angelica Festival
2006), Ab Baars e Ig Henneman, Keith Tippett, Don Byron, Elliott Sharp, Andy
Sheppard, Guillermo Klein, Mark Turner, Fabrizio Bosso.
Con Francesco Cusa ha fondato nel 2004 il movimento artistico
ed etichetta discografica "Improvvisatore Involontario" con base
a Catania. A partire dal 2009, in collaborazione con il Centro Etneo
Studi Musicali di Catania, dirige regolarmente l'OrchestraLab, workshop di
musica d'insieme per orchestra jazz che prevede la partecipazione di solisti di
fama internazionale e si svolge ogni anno nel periodo estivo e in vari luoghi
della Sicilia.
A Catania nel 2012 ha fondato il MagmArtEnsemble, organico
orchestrale con il quale ha dato vita alla prima edizione di (Ri)scritture -
premio di arrangiamento e composizione - con il trombettista Fabrizio Bosso in
veste di solista ospite.
Attualmente occupa la cattedra Chitarra Jazz presso il
Conservatorio "V. Bellini" di Palermo
Geppo Spina
Musicista
dalle solide basi jazzistiche è pur sempre aperto alle sperimentazioni della
contemporaneità. Strumentista robusto e dal sicuro timing è dotato di notevoli
capacità intuitive ed espressive. Nato a Milano il 2/5/1969 si avvicina al jazz
studiando con Massimo Minardi successivamente con Roberto Cechetto e Sandro
Gibellini diploma di composizione e arrangiamento con il M° Filippo Daccò *
Seminari / concorsi/master class : Eddie lang jazz festival (1997) 29° edizione
di Siena Jazz (1999): Pat Martino, Frank Gambale, Mike Stern, Dave Libman, *
Esperienze/Collaborazioni : Guido Bombardieri, Junior Hill, Franco D’auria,
Marco Detto, Beppe Caruso, Jonny Falzone, Tullio Ricci, Fabrizio Bernasconi,
Massimo Minardi, Alberto Bonacasa ,Tito Mangialajo, Massimo Pintori, Roberto
Piccolo, Stefano Senni, Ezio Allevi, Michele Franzini, Beppe Aliprandi, Michele
Bozza, Marco Ricci. *Festival/ Rassegne : AMA jazz festival di Berbenno
(Sondrio2000) ; Festival del cinema di Locarno Con Junior Hill (2004)
Arrangiamenti per il Sestetto di Massimo Minardi, (open jazz festival 1998) ;
Jazz Festival di Gallarate Novembre 2006 *Discografia : Ezio Allevi- (the beat
of the heart) ; Rosario Dejulio (el sueno-Splasc(h)cdh783.2); Michele Franzini (my
smooth corner -abeat ab jz 008-); Giampiero Spina Trio (storie dal castello
magico- -music center bacd026-) ; Giampiero Spina Guest: Ferdinando Faraò,
Jonny Falzone, Antonio Zambrini, Max Dealoe, Mattia Magatelli (Cinema Paradiso
-Splasc(h)cdh972.2); Tenstepout (music center-ba 203cd-); Attività didattica :
scuola civica di Cinisello Balsamo, (Mi) * Altre attività : incisioni
discografiche e collaborazioni nel campo della musica jazz e sperimentale, 2005
partecipa per una mini colonna sonora (musiche di Ferdinando Faraò) di un corto
metraggio al Milano film festival.
Alex Stornello
(foto dal sito web)
(Note fornite dall'interessato)
ALEX STORNELLO
si specializza in chitarra rock/fusion al Musician Institute di Londra dove
incontra e studia con il mitico Frank Gambale, infatti seguendo i suoi consigli
sviluppa i primi passi evolutivi del suo stile. Succesivamente approfondisce i
suoi studi al Guitar Institute della Thames Valley University di Londra con
Shawn Baxter, dove si diploma in chitarra jazz/metal-hard jazz (fusione tra
armonia jazz e le tecniche moderne del solismo rock). Nell’estate del ’96
insegna al Musician Institute di Londra lo sviluppo dello stile hard-jazz.
rappresenta per due volte l’ italia al Festival Internazionale della Chitarra
a Issoudun (Francia) per l’A.D.G.P.A. Italy… suonando nel mitico “Concerto
per Sette Chitarre” accanto ad i nomi piu’ illustri della chitarra acustica
in Italia. Recentemente ha ottenuto la cattedra della sezione di chitarra fusion
del Centro Regionale Veneto Formazione Jazzistica del L.A.M.S di Verona ed è
docente di chitarra “Contemporary Jazz” del corso triennale di laurea breve
e del biennio di specializzazione in chitarra Jazz del Conservatorio di Verona
in collaborazione con il L.A.M.S di Verona . Dal 2007 è attiva la divulgazione
sul territorio nazionale dei programmi del Modern Music Institute la nuova realtà
didattica fondata e coordinata da Alex Stornello. Il primo cd
solista"Musical Thought", dove duetta anche con il mitico Frank
Gambale, e' stato un gran successo scaricato ed ordinato da tutto il mondo (U.S.A
, Russia, Cina, Giappone, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna) ora e'
interamente scaricabile ed ordinabile nel suo sito www.alexstornello.net. Il suo
nuovo cd “I Jazz it my way” è interamente scaricabile sempre da
www.alexstornello.net I video didattici “Guida al fraseggio moderno” e
“Video dizionario delle scale” sono dei best seller www.playgamemusic.com.
Come produttore artistico delle edizioni Playgame ha prodotto numerosi video
valorizzando nuovi talenti emergenti.
Carmelo Tartamella
Il progresso
nel bene e nel male continua e sempre nuovi musicisti prendono coscienza e
rigettano tutti quegli effimeri valori che da tempo, e sino a oggi, ci sono
stati somministrati. Tra questi musicisti vi è sicuramente Carmelo Tartamella,
chitarrista che ha raggiunto il culmine di una ricerca estetica che vede il
recupero e la rivisitazione di parametri estetici puri e incontaminati.
Parametri propri di artisti quali Jimmy Raney, per intenderci, e che oggi
proseguono nelle proposte di neo-modernisti quali Joe Cohn (figlio del
sassofonista Al Cohn) e di alcuni italiani come Manuel Consigli, Sandro di Pisa
e per l’appunto Carmelo Tartamella. Artisti che stanno riscoprendo
l’originario essenzialismo della chitarra jazz.
Daniele Tortora
Temperamento
dinamico e fantasioso il Daniele Tortora strumentista si distingue, tra le altre
doti, anche per una non comune versatilità nell' improvvisazione ad accordi.
Diplomato alla Civica Jazz di Milano con il Maestro ed Amico FRANCO CERRI,
proviene da una tradizione chitarristica jazz di stampo chiaramente boppistico,
con particolare ispirazione ai padri dello strumento a 6 corde, costantemente
rievocati nelle sue esecuzioni in trio e in quartetto. Grande estimatore della
poetica e del linguaggio di Wes Montgomery, da anni porta avanti il suo progetto
“Wes Montgomery In Our Soul”. Non è una esperienza filologica finalizzata
banalmente a se stessa, bensì è l’esigenza di ripartire da un punto fermo
del panorama IMMENSO della chitarra jazz.
Dionigi Turcinovich
L’improvvisazione
può essere approcciata in modo ‘calligrafico’, tipo ‘carta carbone’,
rifacendosi ai modelli precostituiti apportando poco o nulla in termini di idee
personali, oppure cercando di riproporre i modelli di riferimento secondo un
proprio personale modo di dire. Dionigi Turcinovich appartiene a questa seconda
categoria lasciandosi andare liberamente in una improvvisazione strumentale che,
assumendosi i rischi della estemporaneità, supera pienamente la prova
collocandosi tra i più imprevedibili e accattivanti seguaci di Montgomery e
Benson.
Alessandro Usai
(foto web)
(Note fornite dall'interessato)
Ciao a
tutti!!! Nasco a Milano il 16 febbraio 1983 e all' età di 6 anni mi avvicino
alla musica sotto la guida di mio padre.A 14 anni mi diplomo all'accademia
H.villa Lobos di Paderno Dugnano,la mia città.Nello stesso anno mi iscrivo ai
Civici Corsi Di Jazz di Milano dove mi diplomo nel 2003.In questo periodo ho la
fortuna di suonare con varie formazioni come Il Guitar Ensemble diretto dal
maestro Franco Cerri, Gianni Bedori Quintet, la Dixieland Band diretta dal
Maestro Rossanno Sportiello e la Civica Jazz Band. Nel 2003 partecipo insieme al
guitar ensemble all’ incisione del disco “Ieri e Oggi” di Franco Cerri
suonando in tre brani.Poco dopo anche nel disco “Live at Paderno D’adda”
Con la Dixieland band e Franco Cerri. Nello stesso anno nasce Hammond Trio trio
con Alberto Gurrisi all organo Hammond e Deneb Bucella alla batteria che in
seguito diventerà The Spare Time Trio con Riccardo Tosi alla batteria.Trio che
propone brani originali e rivisitazioni di standards jazz. Nello stesso periodo
incontro Serena Ferrara con la quale inizio a suonare in duo chitarra voce con
un repertorio che spazia dal jazz al pop. Nel 2004 mi unisco al famoso gruppo
italiano I Dik DIk, con loro partecipo a tre tour estivi suonando in tutta
italia e non solo.Nel 2007 mi unisco alla Sugar Blue Band, la band che
accompagna l'armonicista blues Sugar Blue con il quale ho avuto la possibilità
di suonare nei più importatnti club italiana e in numerosi blues festival
internazionali.Nel '08 nasce Alex Usai Blues Trio.
Francesco Vanelli
(Note fornite dall'interessato)
Studi: Licenza
di Teoria e Solfeggio (2003), Armonia (2005), Storia della Musica (2005),
Compimento medio di chitarra classica (2006) al Conservatorio Verdi di Milano.
Diplomato in tecniche di esecuzione e arrangiamento alla NAM di Milano nel 2008.
Seminari e Masterclass: Mike Stern, A. Ponce, G.Cifarelli, P.Patrignani, A.Dieci
e B.Giuffredi Attualmente studio con il chitarrista Giorgio Secco. -
Insegnamento - Scuola Civica Meridiana, NAM, Centro L.Ricca di Codogno, Corsi
Musicali Comune di Tavazzano, -Collaborazioni- Dillo a Wolly Rock Cover Band,
Sugarlive Zucchero Tribute, Paola Zigoi Trio, ZZ Pop, Meridiana Jazz Quintet,
Miss Jones and I Duo, Mr. Bobcat, Papa's Special, Yattaband.
Fulvio Vardabasso
Dopo studi di
chitarra classica si è avvicinato al jazz e, dopo un biennio di studi presso i
Seminari Estivi di Siena
Jazz, già dalla fine degli anni '80 ha suonato a Trieste e in ambito regionale
presso vari jazz club e teatri. Negli anni '90 ha
collaborato a Venezia con l'orchestra "Il Suono Improvviso" del
sassofonista Giannantonio de Vincenzo, con cui ha suonato anche in quartetto, e
a Trieste ha dato vita, assieme al compianto fisarmonicista Franco Vallisneri e
al chitarrista Andrea Massaria, ad un quintetto jazz con cui si è esibito in
svariati contesti a Trieste e nella nostra regione. In anni più recenti ha
fondato un duraturo sodalizio con il pianista Claudio Zanoner, che lo ha visto
protagonista di numerosi concerti e ospite di trasmissioni
radiofoniche. Ha collaborato inoltre con formazioni di latin jazz, è stato
coinvolto in esperienze di letteratura e musica e si esibito per tre anni
nell'ambito della rassegna Merano Jazz. All'attività concertistica ha anche
abbinato quella di insegnante di chitarra jazz
presso alcune scuole di musica di Trieste. Oltre alle collaborazioni già
citate, nel corso degli anni ha avuto l'occasione di suonare con nomi affermati
nel panorama jazzistico italiano e internazionale, tra cui: Joe Diorio, Steve
Gud, Bosko Petrovic, Steven Bernstein, Gianni Basso, Augusto Mancinelli, Sandro
Gibellini, Zeno De Rossi, Giovanni Maier, Fabio Jegher, KYle Gregory, Marc
Abrams. Collabora con la Trieste Early Jazz Orchestra (che eslpora il repertorio
musicale dal 1924 al 1934, quando il ragtime fu accantonato per dare spazio al
jazz nelle sue prime forme orchestrali allargate) e la Shipyard Town Jazz
Orchestra di Monfalcone (GO). I progetti attuali comprendono lo Steeplechase
Jazz Trio (chitarra, contrabbasso e batteria), lo Swing3
(trombone, chitarra, contrabbasso), l'Oltremare Jazz Quartet (chitarra,
pianoforte, contrabbasso e batteria), che propone
esclusivamente composizioni originali firmate dai componenti del gruppo, ed un
trio swing con violino e due chitarre.
Fabrizio Veglia
(Note fornite dall'interessato)
Chitarrista
dal 1997, sono nato il 06.02.1980 a Cuneo e suono la chitarra elettrica ed
acustica da circa 11 anni, non ho uno stile di riferimento preciso, ma le mie
preferenze tendono al rock, alla fusion ed al jazz, mi sono esibito in questi
anni in tutta Italia ed in Francia, facendo solo nel 2007 quasi 150 concerti
suonando con diverse cover band (Goa Band, The Lab, Green Apple) e gruppi di
musica originale. Iniziai i miei studi presso insegnanti privati e scuole
comunali,frequentando poi il CPM (Centro professione musica) di Milano
partecipando alle lezioni condotte da: Luca Colombo, Luca Zamponi e Maria
Orlandi. Questa scuola mi ha dato inoltre la possibilità di condurre alcune
lezioni come supplente, conseguendo poi il diploma con valutazione di 100/100
nel 2005. Dal 2001 impartisco lezioni private di chitarra per principianti e
non, situazione lavorativa che dal 2005 si è ampliata iniziando ad insegnare a
circa una sessantina di allievi presso la CEM (Centro Esperienze Musicali) della
quale nel frattempo sono diventato vicepreside. Il centro è presente ormai in 6
località del Piemonte, tra le quali la sede di Mondovì che dirigo dall'anno
scolastico 2006/2007 in collaborazione con il fondatore e presidente Fernando
Busi. Oltre alla CEM insegno alla scuola comunale di musica di Villanova Mondovì
diretta da Corrado Leone. Nel 2006 ho collaborato al secondo disco di E.z.r.a.
(cantautore rock piemontese) dal titolo “Days To Swallow” prodotto dalla
William Benedetti Productions, registrando le parti di chitarra. Nel giugno 2007
ho partecipato alla realizzazione di 20 video, facenti parte di una collana
didattica registrata e distribuita dal c.p.m. di Milano diretto da Franco
Mussida. A Luglio dello stesso anno ho frequentato il seminario della Berklee
Summer School ad Umbria Jazz, diretto da Jim Kelly. Attualmente sono impegnato
con la formazione fusion Frazione Majorana e con le cover band Goa Band e Green
Apple, continuando a perfezionarmi seguito da Luigi Tessarollo e Alessio Menconi.
Dal 2006 sono endorser della Black Shark. INFLUENZE: Circa 10 anni fa ha avuto
inizio la mia formazione musicale ascoltando ed emulando chitarristi quali
Hendrix, R. Blackmore, Jimmy Page, avvicinandomi poi al panorama jazz-fusion con
chitarristi del calibro di M. Stern, J. Scofield, W. Montgomery.... I miei gusti
non si limitano comunque a soli chitarristi, ma anche a band storiche come
Beatles, Led Zeppelin, Rolling Stones... ed a gruppi più “nuovi”, Foo
Fighters, Incubus, Linkin' Park. Per contatti: Fabrizio Veglia Tel.
3391752847-E-Mail fabrizioveglia@tiscali.it www.myspace.com/fabrizioveglia. Per
contatti: Fabrizio Veglia Tel. 3391752847-E-Mail fabrizioveglia@tiscali.it
Massimo Vescovi
(Note fornite dall'interessato)
All'età di 16
anni ho cominciato i miei studi di formazione classica presso l'Accademia
dell'Arte musicale di Varese, seguito personalmente dal Maestro Tenzi. Durante i
quattro anni accademici ho avuto l'opportunità di eseguire brani sinfonici in
un gruppo composto da 10 chitarristi; esperienza che mi ha permesso di
perfezionare ed accrescere ulteriormente, le capacità di lettura ed
interpretazione delle opere dei grandi compositori.....In un secondo tempo
sentendo l'esigenza di staccarmi dagli schemi della musica scritta, sono rimasto
affascinato dalla libertà di espressione che il Jazz offre dal punto di vista
dei colori e dell'improvvisazione. Quindi nel 1990 mi sono iscritto ai Corsi
Civici di Milano tenuti da Franco Cerri ed Enrico Intra.....I miei studi hanno
spaziato dall'aspetto prettamente tecnico - strumentale, a quello armonico
compositivo, grazie agli insegnamenti di: Giovanni Monteforte (tecnica); Fabio
Jeger (armonia); Maurizio Franco (storia del Jazz).....Grazie ai Corsi Civici,
ho avuto l'opportunità di esibirmi in pubblico con i gruppi della scuola
(Musica in Metrò), sotto l'attenta ed assai proficua direzione del Maestro
Franco Cerri; esperienza che mi ha dato la possibilità di verificare le nozioni
impartitemi.....Dalle esibizioni con gli allievi della scuola, sono passato ad
impegni di sempre maggiore rilevanza, fino ad arrivare al mio inserimento nel
"Franco Cerri Guitar 4et": formazione del tutto originale di quattro
chitarre che eseguono, insieme al maestro, standards e brani di sua
composizione. Con questo gruppo ho collaborato alle registrazioni dei seguenti
dischi: il cd dimostrativo allegato al libro "CHITARRA JAZZ
approcci-sviluppi-esperienze" edito dalla Ricordi (1993); "Cerri &
Cerri" (1994); "En Souvenir de Milan" dedicato a Django Reinhardt
(1995); e personalmente ho collaborato col Maestro alla pubblicazione di un
"Manuale di chitarra jazz" a fascicoli edito dalla Fabbri (1996).....
Nell'estate del 2001 mi sono iscritto ai seminari di specializzazione di
"Siena Jazz" dove grazie agli insegnamenti di: Tommaso Lama
(strumento); Marco Tamburini (musica d'insieme); RobertoSpadoni (teoria); Luca
Bragalini (analisi); ho potuto approfondire le mie conoscenze in campo musicale
e compositivo..... La frequentazione dei seminari di "Siena Jazz" mi
ha fatto conoscere Stefano Battaglia e nel 2004 ho avuto la possibilità di
frequentare i laboratori musicali senesi tenuti dal Maestro. La collaborazione
con Stefano Battaglia, nel biennio 2004/2005, tramite “il laboratorio
permanente di ricerca musicale” di Siena Jazz, dà origine ad un incisione con
M. Vescovi come leader ed unico compositore. Inoltre sempre nell'estate del '93
ho partecipato al "Festival jazz di Clusone" e al "Festival di
Monteroduni di Isernia" e nell'anno 1994 all' "Iseo jazz
'94".....
Marino Vignali
(foto privata)
Chitarrista
non professionista, ma di raffinata sensibilità, i suoi molteplici interessi
spaziano dal Pop al Country-Western e dal Rock sino al Jazz; si distingue
inoltre per le grandi capacità di operatore musicale ed organizzatore di
convention, meeting e concerti in favore della chitarra e dei chitarristi. La
sua attività si estende a livello internazionale attraverso l’associazione
ADGPA che riunisce i chitarristi di tutti i generi musicali.
Giampiero Villa
(Note fornite dall'interessato)
Inizia lo
studio della chitarra moderna (principalmente jazz-blues-funk) a 15 anni con il
maestro C. Mattei per poi proseguire gli studi con G.Gotti, F.Mariani, S.Sello,L.
Panico,U. Fiorentino,A. Affrunti, S. Micarelli, G.Lucantonio. Parallelamente
intraprende lo studio della chitarra classica sotto la guida dei maestri
F.Cuoghi ed E. Becherucci, diplomandosi al conservatorio “A.Casella”(L’Aquila)nel
settembre 2004, e lo studio della composizione con il maestro A.Meoli nel
conservatorio “O.Respighi”(Latina).Attualmente frequenta il biennio del
corso di jazz presso il conservatorio “L.Refice”(FR). Esperienza
professionale. Suona in varie band locali che spaziano dal blues alla musica
dance,con le quali si esibisce nei locali della capitale. Nel 2001 con il gruppo
Chiavi di Vetro partecipa al concorso nazionale “Soundtrack” classificandosi
al 2° posto tra una rosa di oltre 500 gruppi provenienti da tutta Italia e nel
2004 è vincitore con il medesimo gruppo del concorso “Underground Parade”.
E’ autore delle musiche del brano “02/08/80”che entra a far parte di una
compilation distribuita a livello nazionale dalla prestigiosa etichetta “Universal”(lo
stesso brano nel 2005 vince il premio miglior testo al concorso nazionale
“Premio Augusto D’Aolio”)e del brano “Buendia”,presente sul sito
www.mp3italia.it. Nel 2006 è finalista al concorso “Samigo top-100”. Dal
2001 al 2003 ha fatto parte della band “Awanaganazzaganazzanboys” che ha
accompagnato musicalmente le performance dell'attore-comico Stefano Masciarelli
in tutta Italia e nel mondo; con tale formazione nel 2002 suona in Egitto e si
esibisce a “Casa Azzurri” in Giappone (Sendai), in occasione dei mondiali di
calcio. Nel 2003 suona ne “Il Sesto Continente”, spettacolo multimediale con
musiche originali del maestro Carlo Micheli. Nel 2005 entra a far parte del
gruppo Funk-AcidJazz “ Solar Fire - IncognitoTributeBand ”, omaggiando il
gruppo inglese, inventore dell’acid jazz. Nel 2005 si occupa delle
trascrizioni per il libro dedicato alla chitarra rock-blues “Full optional
guitar” , realizzato dal celebre chitarrista Lello Panico (ed.Carish). Nel
2007 viene scelto come unico chitarrista per partecipare alla finale del
concorso nazionale “Jazz Lighthouse”(GE),dove suona con Aldo Zunino,Gianluca
Tagliazucchi,Massimo Sarpero Nel 2007 è finalista al “Premio Internazionale
Massimo Urbani”(Camerino),dove suona con Renato Sellani,Massimo Moriconi,Massimo
Manzi Dal 2004 è docente di chitarra classica e moderna nell’associazione
musicale “Il tempio della musica” ad Albano (RM). Contemporaneamente insegna
nelle scuole musicali “A.Corelli” e “Nota Bene” a Velletri (RM).Dal 2006
è docente di chitarra jazz nella scuola “Anton Rubinstein” a Roma.
Jimmy Villotti
(Note di Roberto
Ferrari)
Jimmy (Marco)
Villotti , Bolognese, ha suonato con tutti nel mondo della musica leggera (di
qualità) italiana: in primis Paolo Conte poi Guccini , Dalla, Ornella Vanoni.
Aveva iniziato come chitarrista “beat” nei ’60 ma la sua vera passione era
ed è il jazz. Sul versante jazzistico è da ricordare il CD “Live in Cantina
Bentivoglio” registrato a Bologna nel 2002 con Massimo Faraò, Wayne Dockery
ed il mitico Bobby Durham. Dalle note di copertina traspare l’amore per il
jazz ed il rispetto i musicisti jazz Si esprime in un bel fraseggio moderno ma
mai fine a se stesso. E’ anche scrittore di libri ironici in cui spesso il
protagonista è un suo “alter ego”.
Luciano Zadro
Dalla robusta
e sanguigna sonorità le sue linee melodiche si sviluppano con pertinenza
armonica e rigore logico in un fraseggio maturo che denota un profondo
retroterra, appannaggio esclusivo di ha compiuto una profonda esperienza
jazzistica. Zadro può essere annoverato nella ristretta cerchia dei
chitarristi-jazz continuatori della grande tradizione moderna. Dopo aver
conseguito il diploma di "Jazz Master" con il maestro Filippo Daccò,
presso il Centro Didattico Musicale di Milano, dall'anno 1987 al 1994 frequenta
corsi accademici con i più qualificati musicisti di fama internazionale: Mike
Stern, Joe Diorio, Mick Goodrick, John Scofield, Pat Martino, Pat Metheny, Jim
Hall, Scott Henderson. Attraverso queste ed altre esperienze formative, dedica
poi un particolare approfondimento ai generi Jazz, Rock, Funky, Sud Americana,
Fusion e Blues. Collabora con importanti musicisti del panorama jazz italiano e
americano. Si esibisce nei principali jazz club di tutta Italia, ed all'estero
(Inghilterra e Spagna). Svolge inoltre l'attività di turnista con vari artisti
italiani. La formazione e l'esperienza di Luciano Zadro hanno portato il
chitarrista di Tradate ad esplorare tanto il repertorio classico quanto il mondo
della musica jazz, rock, funky, fusion e blues. Presente nei principali 'jazz
club' dell'Italia Settentrionale, ha partecipato ad "Umbria Jazz 2000"
ed inoltre a numerose trasmissioni televisive su varie reti Rai e Mediaset :
Improvvisando, Festivalbar, Domenica In ,Mare contro Mare. Ha realizzato diversi
album di musica leggera tra cui Disco Caribe e Summer by Bravo. Ha suonato anche
con il percussionista Luis Agudo,in quartetto acustico, a Varese Festival Jazz
Suona in diversi contesti di jazz italiano affiancando nomi illustri come Tullio
De Piscopo, Massimo Moriconi, Stefano Bagnoli, Laura Fedele, Ellade Bandini,
Danilo Rea, etc. E' stato per quindici anni titolare dei corsi di chitarra
moderna presso il Centro Didattico Musicale (uno dei più affermati e storici
centri di formazione di musica moderna e jazz) in collaborazione con il Maestro
Filippo Dacco'. Ha realizzato un album in collaborazione con Eric Marienthal e
Alex Acunã; ha collaborato, inoltre, con Massimo Moriconi alla realizzazione di
un metodo didattico per il basso. L'ultima recensione discografica è stata nel
lavoro di Massimo Morriconi "D'Improvviso" in cui hanno partecipato
artisti del calibro di Mina, Phil Woods, Erik Mariental, Danilo Rea, Ellade
Bandini.Ha collaborato con Gianni Basso ,gli ultimi lavori sono il Cd di
Alessandro Carabelli con Bagnoli,Marco Conti, Diego Mascherpa,Max de Aloe; il
titolo del cd :Over and Out:Ulteriore collaborazione nel cd di Max de Aloe con
Moriconi Bagnoli e Gianni Coscia -chitarra acustica.Il titolo del cd :L'anima
delle cose Collabora per la realizzazione del cd APHRODITE con Franco Ambrosetti
alla Tromba , Stefano Bagnoli alla batteria e al contrabbasso e basso elettrico
Marco Conti ;al piano Alessandro Carabelli . Nell’estate 2005 ha collaborato
con Dino Piana noto trombonista della Rai di Roma. Sempre nel 2005 ha tenuto
seminari di improvvisazione e strumento presso il conservatorio di Musica di
Lugano.Collabora con Danilo Rossi, Massimo Moriconi , Stefano Nanni e Gianluca
Nanni nel Music train Quintet Nel 2007 diventa enderser per il marchio ibanez
con la prestigiosa GB 200.
Thierry Zins
Nato in
Francia ma naturalizzato italiano, Thierry Zins ha importato in Italia il
fascino della chitarra-jazz d’oltralpe che, da Django Reinhardt sino a Renè
Thomas e Christian Escoudè, ha sempre rappresentato una estetica avanzata e
significativa. Strumentista esuberante e virtuoso, da buon musicista
contemporaneo Thierry non limita però il suo linguaggio al solo Jazz, ma si
inoltra nei territori della Gipsy-music, così come del Blues, del Rock e della
Fusion.
Luciano Zuccheri
(pubblico dominio -si ringrazia
la famiglia Zuccheri-)
Non tutti i
chitarristi della generazione degli anni ’30 e ’40 hanno avuto la possibilità
di essere immortalati in un CD-2002, nella maggioranza dei casi sarebbe
necessario recuperare vecchi e introvabili 78 giri. Ad un primo ascolto del CD
“JAZZ IN ITALY IN THE 40s” [Riviera Jazz Records-Roma, Quintetto Ritmico di
Milano diretto da Luciano Zuccheri (note di copertina Adriano Mazzoletti e Fabio
Lossani, che si ringrazia per la foto!)] sembra si tratti, per il virtuosismo
strumentale, di un disco di Django Reinhardt con un suono acustico alla Eddy
Lang (alias Salvatore Massaro) Nato a Spilimbergo il 12 luglio 1911 e
scomparso il 4 Giugno 1981, Luciano Zuccheri è peraltro l’autore dei uno dei
più utilizzati metodi di chitarra a plettro negli anni ’60: “METODO per
chitarra a plettro” (Radio-Record srl). Io stesso, a 13 anni, imparai la
chitarra e la musica studiando questo non facilissimo libro contenente,
peraltro, degli studi molto suggestivi da un punto di vista compositivo. Quante
volte a quel tempo mi chiesi che volto potesse avere l’autore e come suonasse
la chitarra.
Ebbene questa curiosità è stata esaudita solo nel 2002 (...a 52
anni suonati)!
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