Roberto Cairo


(foto dal sito web) 

Sono rari i chitarristi che riescono ad esprimersi con la sincerità e la genuina comunicativa di Roberto Cairo, cosa più importante nella musica jazz! Oltre a ciò si tratta di uno strumentista dalla inflessione e la pennata veramente notevoli, caratteri che lo rimandano immediatamente a quel grande jazzista internazionale che è Pat Martino, strumentista dal quale Cairo ha ereditato la dote più rara e difficilmente emulabile: l’energia e la continuità della scansione ritmica!

 

Giulio Camarca

Fantasiosamente disordinato, imprevedibile e creativo, Giulio Camarca ha sviluppato da vero jazzista, nella estemporaneità della scena dal vivo, il suo fraseggio diretto, comunicativo e improntato nella ricerca dello stile individuale. In grado di suonare su tempi velocissimi, dalla pennata agile e ben calibrata, il suo timbro si allinea ai più autentici parametri della chitarra-jazz moderna che vedono il prevalere delle sonorità naturali ed aperte.

 

Paolo Cattaneo


(foto Bellandi)

Chitarrista e compositore con una particolare affinità elettiva per Joe Pass e Kenny Burrell, Paolo Cattaneo non limita i suoi interessi al solo jazz, ma specialmente alla composizione dodecafonica e alla musica barocca. Ciò non gli impedisce di essere un grande estimatore della canzone italiana e del suo vasto repertorio sul quale basa, in parte, la sua attività di didatta e di musico–terapeuta. La sua poetica-jazz gli fa prediligere i suoni acustici della chitarra classica con le corde di nylon pizzicata con la sola unghia del pollice.

 

 

Germano Cavazzoli


(pubblico dominio)

Alla fine degli anni ’50 e nei primi anni ’60 gli esperti e i divulgatori della chitarra-jazz erano veramente “poche gocce nel mare”. Una ristretta cerchia di appassionati e militanti che che operava ai margini della musica ufficialmente riconosciuta e apprezzata dal grande pubblico. I seguaci del jazz erano guardati con quella diffidenza con la quale sono visti i trasgressori delle convenzioni sociali, ed allora il moralismo e il conformismo costituivano una prescrizione sociale difficilmente aggirabile. Personaggi come Germano Cavazzoli rappresentavano quindi un punto di riferimento per tutti coloro che aspiravano a svincolarsi dalle consuetudini e dal provincialismo. Chitarrista classico, jazzista e capo orchestra, diplomatosi poi in percussioni, Germano Cavazzoli ha girato con la sua piccola orchestra di musica da ballo in tutti i luoghi internazionali frequentati, per lavoro, dalla crema del jazz europeo. A Beirut, al Cairo, in Grecia ha frequentato e scambiato impressioni con insostituibili figure quali Renè Thomas, Martial Solal e tanti altri. Per non parlare poi dei suoi tour europei, durante i quali ebbe l’occasione di incontrare Wes Montgomery e tanti tra i chitarristi-jazz francesi allora sulla cresta dell’onda che si esibivano al Club “Mediterrané” di Marsiglia. Ciò gli ha permesso di importare in quel di Reggio Emilia l’aria nuova di una realtà cosmopolita e all’avanguardia. In possesso di una invidiabile e aggiornatissima discoteca di jazz, non mancava mai di far conoscere ad apprezzare questo genere musicale a tutti coloro che ne fossero interessati. Le sue improvvisazioni, lineari e riflessive, si impennano inaspettatamente in un fraseggio ad ottave di stampo tipicamente montgomeriano.

 

 

Antonio Cavicchi  

Antonio Cavicchi è fuori di ogni dubbio uno dei chitarristi italiani più interessanti e maturi. Dal linguaggio denso di spiritualità e di significanza, riesce a rappresentare nel migliore dei modi la scuola del pensiero estetico di Jim Hall e Ed Bickert, e fa ciò senza rivisitare calligraficamente e alla maniera della carta carbone, come spesso invece oggi avviene, lo stile dei maestri, ma riproponendolo arricchito sul piano melodico del fraseggio.

 

 

Roberto Cecchetto

Roberto Cecchetto. Notevole talento musicale la sua vocazione si estende dal jazz moderno alle più recenti sperimentazioni. Tra le sue influenze si possono annoverare John Scofield e Wes Montgomery. Considerato che il panorama del jazz contemporaneo è popolato da cloni Roberto Cecchetto è uno dei pochissimi a contribuire alla contemporaneità con un apporto originale e significativo. Nato a Milano l’11 aprile 1965 studia chitarra classica al Conservatorio di Milano e armonia e composizione con Filippo Daccò. Si perfeziona grazie ad una borsa di studio ricevuta per partecipare ai seminari estivi di Siena Jazz nel 1992 e dopo qualche tempo interviene all’incontro annuale dello I.A.S.J. (International Association School of Jazz) svoltosi a New York dove ha la possibilità di suonare al JVC New York Jazz Festival e all'ONU. Più o meno nello stesso periodo Roberto Cecchetto comincia a svolgere una decisa attività concertistica entrando a far parte del gruppo Tribute con Andrea Dulbecco, subito dopo è nel Roberto Della Grotta Sextet. In seguito suona con Paolo Fresu, entra a far parte del Daniele Cavallanti Quartet e dell’orchestra Jazz Chromatic Ensemble, si dimostra uno dei migliori chitarristi sulla scena, capace di muoversi nell’ambito dell’avanguardia e dialogare in modo serrato con stili più prossimi alla tradizione. Nel 1993 Enrico Rava mette in piedi un quintetto elettrico, il Rava Electric Five, e Cecchetto diviene una delle due chitarre elettriche assieme a Domenico Caliri. Con Rava – con il quale inciderà diversi dischi come “Electric Five” (Soul Note), "Rava noir" e “Certi angoli segreti” (Label Bleu) – partecipa alle più prestigiose manifestazioni della scena jazz internazionale in particolare in Francia, Austria, Germania, Canada e Giappone. Instaura un ottimo rapporto collaborativo con il trombettista Giorgio Li Calzi, con il sassofonista Daniele Cavallanti e con il batterista Tiziano Tononi divenendo presto una delle colonne portanti dell’organico Nexus fondato da questi ultimi due musicisti agli albori degli anni Ottanta. Partecipa inoltre alle registrazioni di “Awake Nu”, doppio tributo di Tononi alla musica stellare di Don Cherry, nel quale affianca l’ospite speciale Herb Robertson alla tromba e flicorno. In "Seize the time!"- Nexus Orchestra, affianca il grande trombonista Roswell Rudd, ospite speciale della registrazione. Tra le sue esperienze di maggior interesse va certamente ricordata la collaborazione con Gak Sato (“Tangram” 2001 e “Informed Consent” 2006), musicista e sperimentatore originario di Tokyo ma da tempo residente in Italia. Parentesi davvero fortunata nella carriera di Cecchetto è la formazione Rand-o-mania con il trombone di Gianluca Petrella e ritmica formata da Andrea Lombardini e U.T. Gandhi, altro musicista con il quale divide spesso il palcoscenico. E’ leader del Downtown trio, completato da Giovanni Maier al contrabbasso e Michele Rabbia alla batteria e percussioni nell’ambito del quale esplorano l’improvvisazione più fantasiosa servendosi anche dell’elettronica. Condivide con Maier, compagno fedele fin dai tempi del Rava Electric Five e del Jazz Chromatic Ensemble, un duo formidabile che ha inciso per Artesuono di Stefano Amerio “Slow Mood” (2003), disco acustico supportato dall’ausilio di loops, il secondo lavoro discografico "Blues Connotation" è uscito nel 2007.

 

 

Franco Cerri

Voce inconfondibile e originalissima della musica jazz a livello internazionale, Franco Cerri ha saputo cogliere e sintetizzare le istanze della chitarra jazz in uno dei periodi più felici per questo strumento quando, nei primi anni ’60, “il nuovo” era rappresentato da musicisti quali Kenny Burrel e Jim Hall, Charlie Byrd e Grant Green, Wes Mongomery e Renè Thomas. La sua musica racchiude come in un “Graffiy” gli umori ed il clima di quest’ epoca creativa per la chitarra e li interpreta come solo il vissuto musicale di un autentico artista potrebbe fare. La modernità del fraseggio fa di lui, insieme a Renè Thomas, lo stilista più interessante dell’ epoca post-Reinhardt in Europa. Gli echi della musica di Reinhardt, Kessel e Montgomery rivivono nelle sue linee melodiche nervose e swinganti e nel suo timbro naturale ed espressivo. Musicista “in progress” il suo stile è maturato con i tempi mantenendosi sempre attuale e armonicamente assolutamente personale. Completo il suo approccio strumentale che va dall’improvvisazione ad accordi all’utilizzo delle ottave. Creativo il suo approccio all’improvvisazione fondato prevalentemente sulla musicalità intuitiva e sulla vocalità piuttosto che sui meccanismi della chitarra. Compositore colto e comunicativo, armonicamente complesso e orientato in direzione polifonica e contrappuntistica. Uomo di spettacolo impegnato nella diffusione televisiva del jazz.

 

 

Vittorio Chessa


(foto dal sito web)

  (Note fornite dall'interessato)

Chitarrista e compositore, è nato ad Ozieri in Sardegna. Sin da giovanissimo studia e approfondisce, da autodidatta, il linguaggio jazzistico elaborando, nel corso degli anni, una sua particolare tecnica nell’uso dei block-chords nell’improvvisazione. Negli anni Settanta prende parte, come leader di diverse formazioni, a concerti jazz nella sede RAI di Cagliari. Sempre negli stessi anni partecipa a Roma al Festival jazz “La quercia del Tasso”. In questa occasione incontra il contrabbassista Eddie Gomez che gli propone di incidere insieme un CD a New York. Nel 1991, ad “Umbria Jazz “, conosce e suona con Joe Pass. In anni recenti ha suonato in duo con Donovan Mixon, chitarrista e insegnante al Berklee College of Music di Boston. Nel 1996 si è esibito in concerto con il pianista americano Don Friedman. Nel dicembre 2000 ha partecipato, con altri musicisti, ad una serata al Piccolo Teatro di Milano per commemorare Stefano Cerri, da poco scomparso. Nel luglio 2001 ha preso parte con Franco Cerri e Marco Ricci al Jazz festival di Calagonone (Sardegna) ottenendo un lusinghiero e personale successo. Un momento importante nella sua carriera artistica è la realizzazione, nel 1994, per la Jump Music, di un CD con sue composizioni. Il disco ha ottenuto diverse e favorevoli recensioni da parte della stampa specializzata. Particolarmente significativa è stata la critica comparsa sulla rivista americana CADENCE del Maggio 1995, seguita poi da una intervista dell’Aprile 1996 riguardante la sua musica e la sua vita artistica. Attualmente vive a Milano e suona con i migliori musicisti italiani e stranieri.

 

 

Dario  Chiazzolino

In Italia, come nel resto del mondo, in ambito musicale si sta assistendo ad un fiorire di giovanissimi talenti come mai visto prima. Nel jazz italiano vi sono pochi nomi di grande eccellenza affermatisi sulla scena di tutti gli strumenti, per il sax il giovane siciliano Cafiso e per la chitarra, oltre al bolognese Pasquale Grasso, fa molto parlare si sè il torinese Dario Chiazzolino.
A solo poco più di vent’anni vanta un esperienza e una maturità artistica che eguaglia e supera quella dei più anziani ed affermati professionisti del suo strumento! La sua fama sta superando i confini nazionali, è recente il suo tour negli Usa dove gli hanno anche affidato l’endorsment di una importante casa di strumenti musicali. La sua sonorità, tagliente ed aggressiva, potrebbe essere assimilata a quella di John Scofield e il suo fraseggio è una personale sintesi delle più aggiornate evoluzioni del linguaggio della chitarra jazz.  (di Giovanni Monteforte)

 

 

Gigi Cifarelli

Jazzista di formazione moderna è però in grado di esprimersi poliedricamente in molti fra gli stili che improntano la chitarra-jazz postmoderna, in particolare il Blues, il Pop e il Rock. Oltre alle notevolissime abilità strumentali, Cifarelli si distingue anche come ottimo cantante dalla voce calda ed espressiva, riuscendo così a cantare e suonare contemporaneamente le sue brillanti improvvisazioni. Anche se il suo tocco strumentale richiama moduli tipicamente bianchi (Jimmy Raney), il suo fraseggio è stilisticamente debitore del nero George Benson e non è ignaro della lezione di Wes Montgomery. Insieme a Eddy Palermo ha a suo tempo traghettato la chitarra-jazz italiana su di un livello strumentale performativo internazionale.

 

 

Giacinto Cistola

   

Dalla calda e intensa sonorità e il ritmo trascinante Giacinto Cistola propone un jazz-mainstream eseguito con la sincera espressione di chi, riuscendo a toccare le corde giuste, dimostra che questo genere musicale riesce ad essere sempre vivo ed attuale anche senza la necessità del voler a tutti i costi rivoluzionare un linguaggio ormai felicemente consolidato. Ciò accade quando ci si rapporta ai modelli di riferimento, Wes Montgomery, Ed Bickert e altri, facendo attenzione più ai contenuti espressivi che ai soli aspetti artigianali della musica.

 

 

Egidio Colombo


(Foto Alvaro Belloni)

Egidio Colombo, leader e arrangiatore del Banjo Clan, è anche co-fondatore e animatore della Genova Jazz Band (con la quale, nel 1979, ha effettuato una memorabile tournée nell’ex-URSS) e del Louisiana Jazz Club di Genova. Ha partecipato a moltissimi festivals internazionali in Italia e all’estero, suonando e incidendo con nomi storici del jazz tradizionale quali, tra gli altri, Bobby Hackett, Bill Coleman, Albert Nicholas, Bud Freeman, Eddie Miller. Egidio Colombo, ha suonato con vari gruppi revival, tra cui la Genova Dixieland All Stars, i Red Bean Jazzers e la Genova Jazz Band e vanta collaborazioni e incisioni con personaggi storici dell’hot jazz, tra i quali Albert Nicholas, Bobby Hackett, Bud Freeman. È molto attivo come free-lance e si esibisce regolarmente con i New Stompers, con i Riviera Syncopators e con la formazione Stringology.

 

 

Roberto G. Colombo

Chitarrista ligure "figlio d'arte" (...il padre Egidio Colombo è un veterano della chitarra-jazz tradizionale d'accompagnamento), Roberto Colombo rappresenta in Italia il miglior esempio di come approcciare la chitarra-jazz in maniera filologicamente corretta sapendo sviluppare con creatività un proprio personale linguaggio. Discepolo di Django Reinhardt e Charlie Christian (...È autore del libro "Django oltre il mito - La via non americana al jazz" (Erga Edizioni, Genova 2007), dedicato alla figura di Django Reinhardt e definito da Adriano Mazzoletti "il più straordinario libro sul jazz scritto in Italia"., ed è di prossima pubblicazione un nuovo libro su Charlie Christian e sul Jazz. La sua originalità e professionalità gli hanno permesso di suonare ed incidere con la storica band mericana di fama internazioale "Bob Wilber e Kenny Davern" (v.v. CD "MUSICA JAZZ 1999 ed, Hachette).

 

 

Angelo Comincini

 

Temperamento artistico imprevedibile e anticonformista con affinità elettive per la poetica "nichilista e dissacrante", Angelo Comincini è uno strumentista molto dotato e si distingue anche come compositore e arrangitore dallo stile ben definito e caratterizzato da una radicale inclinazione per atmosfere cupe e misteriose. All'età di dodici anni si appassiona alla musica e a quattordici decide di suonare uno strumento musicale scegliendo la chitarra. Inizialmente studia da autodidatta e successivamente seguendo corsi di chitarra classica e materie complementari. Nel '97 cambia indirizzo di studi seguendo i "Civici Corsi di Jazz" di Milano. Attualmente è iscritto alla facoltà di jazz presso il conservatorio di Milano. Oltre agli studi scolastici compiuti, ha sempre avvertito per esigenze espressive la necessità di seguire un metodo di studio personale per una formazione musicale non accademica. Da alcuni anni si dedica all'insegnamento, alla composizione ed alla registrazione di brani propri.

 

 

Pietro Condorelli


(foto dal sito web)

Si può affermare con certezza che nella chitarra-jazz italiana tutte le correnti e le tendenze del jazz-moderno siano egregiamente rappresentate! Pietro Condorelli, musicista d’eccezione, riesce con creatività e competenza a ben rappresentare quella corrente avanzata dell’hard-bop definita più precisamente “jazz-modale”. Il suo talento, naturalmente, non si limita a questo, essendo egli in grado di cimentarsi con grande padronanza su qualsiasi standard, con una particolare predisposizione per le ballads, ma il suo maggiore contributo, a mio modesto avviso, si esplica in quel repertorio modale che vede la melodia-improvvisata svilupparsi, spesso e volentieri, per intervalli di quarta, cosa non facile da eseguire alla chitarra! Se qualche affinità elettiva si potesse tracciare mi verrebbero in mente l’ultimo Pat Martino, quello dei dischi modali per intenderci, e Bruce Foreman per quanto riguarda il timbro e l’esuberanza della pennata. Ciò va detto precisando che la forte personalità di Condorelli si impone con una poetica ed una cifra stilistica assolutamente originali!

 

 

Manuel Consigli

 

(Note fornite dall'interessato)

  Inizia gli studi di chitarra classica all’età di sei anni. Negli anni delle scuole superiori approfondisce il repertorio della musica moderna. Inizia lo studio della ritmica indiana con il percussionista Federico Sanesi. Si appassiona in seguito al Jazz ed inizia ad approfondire lo studio dell’armonia moderna e le tecniche di improvvisazione della chitarra. Frequenta la Facoltà di Musicologia a Cremona e il DAMS di Bologna (indirizzo arte musica spettacolo). Ottiene i diplomi di Jazz Master in chitarra moderna, Armonia Funzionale e Arrangiamento per orchestra con il maestro Filippo Daccò. Dal 1990 svolge l’attività di musicista professionista, suonando nei locali e nelle rassegne di musica e collaborando come strumentista o arrangiatore con molti altri artisti e musicisti fra i quali ha il piacere di menzionare Bruno De Filippi, Claudio Fasoli, Sandro Di Pisa, Tiziano Tononi, Daniele Cavallanti, Toni Boselli, Enea Coppaloni, Filippo Monico, Simone Mauri, Roberta Pestalozza, Manuela Ravaglioli, Massimo Pintori, Cristian Calcagnile, Giovanni Monteforte, Francesco Manzoni, Roberto Piccolo, Marco Castiglioni, Pepe Ragonese ecc. Dopo quindici anni di intensa attività didattica nel campo dell’educazione musicale rivolta ad allievi di ogni fascia di età, attualmente è attivo sia in ambito educativo, come didatta della chitarra moderna e jazz, sia in ambito artistico, come chitarrista professionista. Dal 2003 è direttore didattico e artistico della scuola di musica “Altrenote” e dal 2005 è responsabile della parte musicale in un progetto della Provincia di Milano in collaborazione con il Comune di Milano, il SEAD e il Carcere Minorile Beccaria per la realizzazione di uno spettacolo teatrale rappresentato con i ragazzi del Carcere Minorile al Teatro Out Off di Milano.

 

 

Gianfranco Continenza


(foto web)

  (Note fornite dall'interessato)

Chitarrista e compositore nato a Torino nel 1968 ha studiato musica classica, blues, jazz e rock distinguendosi in seguito nel genere Fusion come artista dalla spiccata personalità. Diplomato al G.I.T. (Guitar Institute of Technology) negli USA, col massimo dei voti, nel 1994 ha fondato il P.M.I. (Professional Musicians Institute; www.cma-school.com) con studenti provenienti da tutte le parti d’Italia! Ha suonato con numerosi artisti di fama internazionale come like Bill Evans, Joe Diorio, Mark Egan, Jeff Richman, Scott Kinsey, Jamie Findlay, Barrett Tagliarino, Richard Smith, John Stowell, Cathy Segal-Garcia, ecc.

 

 

Giuseppe Continenza


(foto web) 

Formatosi negli USA, Giuseppe Continenza si esprime con un linguaggio fresco, avanzato e fantasioso, ciò gli permette di collaborare artisticamente coi più importanti nomi del jazz internazionale (Joe Diorio, Bireli Lagrene, Dominique Di Piazza, Jimmy Bruno, Vic Juris, Gene Bertoncini, Jack Wilkins) esportando e facendo apprezzare all’estero un talento e una creatività tutti italiani. Nato in una famiglia di musicisti Giuseppe ha cominciato a suonare la chitarra all’età di sette anni, ha studiato chitarra classica al Conservatorio di Pescara e più tardi si è trasferito in California per studiare al Musicians Institute di Hollywood dove si è laureato con lode. Ha inoltre studiato privatamente a Los Angeles con alcuni tra i più rinomati chitarristi mondiali: Joe Diorio, Ted Greene, Howard Roberts, Ron Escheté, Scott Henderson, Don Mock, Pat Martino, Robben Ford, Jeff Berlin, Gary Willis e molti altri. Nel 1994 ha fondato a Pescara l’ “European Musicians Institute” che è una delle più competenti ed aggiornate scuole di musica europee.

 

 

Sergio Coppotelli

 

In tutte le nobili arti l’artista creatore si spende nella ricerca di un’ autonomo e personale “modo di dire”. Questo basilare principio viene oggi troppe volte nel jazz disatteso. Fortunatamente vi sono chitarristi che, come Sergio Coppotelli, testimoniano ai giovani quanto sia essenziale, per raggiungere una personale cifra stilistica, mettere sempre al primo posto non l’esibizionismo, ma quella intelligenza musicale che conduce a sapersi guardare dentro. Dalla timbrica calda e pastosa questo entusiasta improvvisatore riesce a fare risaltare la sua ben calibrata pennata anche quando utilizza, con discrezione e sobrietà, il Chorus ed il Riverbero.

 

 

Alice  Crespi

Alice Crespi è nata a Busto Arsizio (VA) nel 1990.

Inizia il proprio percorso musicale all’età di quindici anni frequentando corsi di chitarra moderna presso l’ “Accademia Musicale di Villa Pomini” a Castellanza.

Accanto al percorso universitario, da due anni è iscritta ai Civici Corsi di Jazz della Scuola Civica milanese e suona in una formazione acustica realizzando cover jazz, pop e blues.

 

 

Claudio Cusmano

Pur avendo gettato le basi della chitarra jazz contemporanea, Metheny e Scofield troppo spesso disattendono il loro stesso operato naufragando nel consumismo e nelle deviazioni estetiche, a volte capita quindi che nel portare avanti il discorso originario alcuni loro seguaci riescano ad essere più coerenti ed efficaci dei maestri stessi. Questo è il caso di Claudio Cusmano la cui intelligenza e buon gusto riescono a fondere in un unico elemento complessità e spontaneità, rigore stilistico e comunicativa.

 

 

Joe Cusumano


(pubblico dominio)

Tutte le volte che il grande violinista-jazz americano Joe Venuti veniva in Italia per concerti, voleva accanto a sé il chitarrista siciliano Giuseppe Cusumano! Musicista dotato ed intuitivo, influenzato da Barney Kessel e Johnny Smith, ma non ignaro del contributo di Jimmy Raney, e Wes Montgomery, Cusumano si colloca a metà strada tra lo stile Swing e il Be-Bop. Naturalizzato milanese abitava praticamente al “Capolinea”, l’indimenticabile Jazz club milanese, ove sovente si è affiancava sul palco ai più importanti nomi del jazz internazionale, tra i quali Gerry Mulligan che (...come posso testimoniare perché ero presente!) volle con insistenza Cusumano accanto a sè.  Il rinomato mensile “Musica Jazz” nel 1969 gli dedicò un servizio di due pagine per farlo conoscere al grande pubblico del jazz. Joe Cusumano in persona incarica l ' ”Archiviochitarrajazz.it” di ringraziare “tutti quelli che gli hanno dato una mano!” e di contattarlo al numero tel. di Roma 06-39737644 e al sito www.joecusumano.it. perchè: ”Cusumano ha fame di contatto umano!” .

 

 

Sebastiano D’Amico

  (Note fornite dall'interessato)

Musicalmente nasco negli anni '70 affrontando lo studio della chitarra con l'aiuto di mio nonno Raimondo e del M° Licausi. Ho iniziato a suonare musica pop e avvicinatomi al jazz, con gli Asa Quartet mi sono esibito al "Messina Jazz Meeting". In seguito con un contrabbassista ho studiato il repertorio proposto da J. Pass e O. Pedersen. A Milano ho studiato chitarra jazz e teoria musicale al Piccolo Conservatorio di Milano con il maestro M° Paolo Cattaneo approfondendo in seguito studi classici con il M° Marco Spano. Il mio modo di suonare è l'insieme di diversi stili e piuttosto che la sola necessità di espressione solistica, a volte, fine a se stessa, ho sempre privilegiato la musica d'insieme (attraverso arrangiamenti armonici, melodici e ritmici) da condividere con gli altri musicisti. L'esperienza più intensa l'ho vissuta con il pianista A. Cappelletti, il batterista M. Pintori e il contrabbassista P. De Rienzo e con questa formazione ho inciso alcuni nastri con mie composizioni. Nel 2005 con un quartetto di ispirazione manouche, ho riproposto alcuni brani del repertorio di Django Reinhardt e Stephane Grappelli, quale tributo reverenziale a questi due grandi musicisti. Ho collaborato infine con Arianna Masini (voce) per circa due anni proponendo un repertorio di samba; bossa; jazz standard. Per un anno ho studiato presso la scuola di musica Cemm di Bussero (Mi) con il M° Walter Donatiello arricchendo il mio bagaglio di conoscenze musicali sull'armonia, sulla melodia e sul ritmo. Una guida per me fondamentale e uno stimolo ad approfondire sempre di più.

 

 

Fernando d' Anelli

(Note fornite dall'interessato)

Appassionato del ritmo e del solismo eclettico, ama i Classici e la Sperimentazione.
Dopo aver percorso “Sentieri” Rock, Pop e Progressive, nella seconda metà degli anni ’80 è approdato alla Musica Jazz.
La sua ricerca verte maggiormente sullo studio delle Contaminazioni. 
Nel 2004/05 ha insegnato chitarra jazz nei laboratori di musica a progetto al Liceo  “Virgilio” di Vico del Gargano e dal 2003 al 2006 ha insegnato chitarra Blues e Jazz presso la “LIAMM” a Rodi G. con sede principale a San Severo.
Dal 2006 al 2008  ha posto in essere un progetto Etno-Jazz “Rodi Folk Jazz”, di cui è stato chitarrista e compositore/arrangiatore di brani inediti.
Da molti anni collabora con diversi jazzisti e promuove seminari, rassegne e concerti, partecipando con varie formazioni, dal Duo alla Big band.  Nel 2012 é stato chitarrista della Rodi Small Band del Dipartimento di Jazz del Conservatorio di Musica "Umberto Giordano"di Rodi Garganico. nel 2013 ha partecipato con Massimo Carafa alla prima edizione del Jazzit Fest di Collescipoli in Umbria, Avviando poi un progetto sperimentale con la vocalist Luana Croella che si é realizzato con l’uscita del Disco "elladan Jazz", presentato alla 2a edizione del Jazzit Fest di Luciano Vanni il 28 Giugno 2014.

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Sarà forse per campanilismo generazionale, ma ho la netta impressione che i chitarristi delle generazioni passate, quelli per intenderci che nel corso della loro formazione non hanno potuto usufruire dell’odierno “know how” e delle risorse della tecnica-informatica, abbiano un approccio all’improvvisazione e al linguaggio musicale, se vogliamo meno rigoroso e smaliziato ma, tutto sommato, più spontaneo e genuino di quello delle ultime leve. Fernando d'Anelli, musicista non “di primo pelo”, conferma ancora una volta questa impressione, conservando nel suo stile strumentale quell’ impronta personale che contraddistingue chi ha fatto suo l'essenziale requisito della vera improvvisazione.

 

 

Filippo Daccò


(pubblico dominio)

In un contesto troppo spesso caratterizzato da indifferenza e scarsa sensibilità culturale la figura di Filippo Daccò si distingue e sovrasta per competenza e spessore culturale, qualità che spesso gli sono state ricambiate con diffidenza e pregiudizio. Didatta tra i didatti, la scuola chitarristica di Daccò è l’unica in Italia ad aver a quel tempo sfornato tra i migliori jazzisti della scena nazionale, tutti strumentisti che portano in sé l’indelebile impronta del Maestro. Tommaso Lama, Augusto Mancinelli, Luciano Zadro e Gigi Ciffarelli sono solo alcuni tra essi. Chitarrista dalla concezione armonica e melodica molto avanzata, nelle sue dense e complesse improvvisazioni ogni nota, ogni diteggiatura ed ogni pennata erano scientificamente calibrate, tasselli di un mosaico nel quale ogni singolo elemento era funzionale all’ insieme e viceversa. Recependo le novità dei primi anni settanta, Daccò seguiva con interesse i contributi apportati dal George Benson jazzista (“So What”) e da Larry Coryell e John Mc-Laughlin (disco “Spaces”). Grande studioso dei dischi e dei metodi americani, frequenti erano le citazioni dei libri di Howard Roberts e Barry Galbraith, grandissima la sua considerazione per Barney Kessel, da lui considerato il principale emancipatore della chitarra moderna dopo la rivoluzione di Charlie Christian! Daccò rimaneva spesso incompreso nel suo ambiente medesimo, ambiente scarsamente sensibile alla ricerca personale, specialmente quando in contrasto con il conformismo delle tendenze dominanti e le mode del momento.

 

 

Mauro De Federicis

 
(foto web)

Queste note sono scritte in tempo reale durante l’ascolto del CD “Minorismi” (Ed. Philology W159-2) inciso nel 1999! Non si può trattenere l’ammirazione per una musica ed un musicista carichi di swing e creatività. Un Jazz incisivo che, in un linguaggio aggiornato ed interessante, mette in evidenza una cifra stilistica che sgorga spontaneamente dall’entusiasmo e la forza vitale di un vero talento della chitarra jazz!

 

 

Bruno De Filippi


(foto privata)

Armonicista-jazz noto a livello internazionale e compositore (è suo il successo mondiale ”Tintarella di Luna”) Bruno De Filippi ha svolto la maggior parte della sua carriera come chitarrista-jazz e capo orchestra guidando tra le più rinomate e ricercate orchestre di musica da ballo a livello nazionale. Orchestre spesso composte da musicisti successivamente divenuti famosi cantanti di musica leggera, come nel caso di Lucio Battisti ed Enzo Jannacci. Bruno De Filippi ha accompagnato in qualità di banjoista Louis Armstrong al Festival di San Remo. Il Bruno De Filippi chitarrista-jazz si caratterizza in quanto strumentista garbato e swingante, dalla sonorità raffinata e sensibile e con un fraseggio sempre aperto ad inaspettate ed eleganti soluzioni che, a differenza di molti attuali chitarristi, rende riconoscibile la originale impronta dell’esecutore. Fraseggio che si sviluppa in modo personale e con fluidità nel solco tracciato da Barney Kessel ed Herb Ellis.

 

 

Roberto Deidda

(Note fornite dall'interessato)

Roberto Deidda è un chitarrista di origine sarda che vanta una grande esperienza, prima nel campo della musica etnica, collaborando con molti musicisti della scena folk Sarda, e successivamente nel jazz avendo modo di cimentarsi in diversi progetti acustici e partecipare a diversi festivals in Europa. Nel 2000 vince il premio "la nuit de la guitare" a Losanna. L'ultimo progetto di questo chitarrista si intitola "Acustica" lavoro che propone sei brani eseguiti live in studio col batterista Daniele Russo. Roberto Deidda utilizza la chitarra acustica in tutti i brani accordandola in modo non convenzionale...(disamistade), il suono viene da lui abilmente trattato grazie ad un sapiente uso degli effetti e dei loop...(la danza, l'incubo africano), anche la voce viene campionata cantando davanti al pick-up della chitarra...(song for bill). Il progetto, basato sull'improvvisazione, è stato registrato integralmente in un'unica sessione pomeridiana e spazia da brani più lirici...(il volo della zanzara) a brani con un coinvolgente tiro ritmico...(hard bop), che rimandano pur sempre con una notevole impronta individuale alle ritmiche di Charlie Hunter o ad alcune sonorità "funky" di John Scofield. Daniele Russo sostiene efficacemente la ritmica con la batteria e un set di percussioni e propone un vero e proprio dialogo con la chitarra, la continua interazione evidenzia l'ottimo affiatamento tra i due musicisti che da anni collaborano a vari progetti. Ne viene fuori un sapiente uso delle esperienze jazzistiche dell'artista finalizzate alla proposta di una musica altamente creativa e mai scontata, fresca e piacevole; il giusto compromesso per chi ascolta jazz , ma cerca una musica ricca di improvvisazione e innovativa. Il lavoro è stato registrato al "Live Studio" di Cagliari.

 

 

Alessandro Di Benedetto 

Alessandro Di Benedetto nasce a Palermo il 16/06/1976 e nel 1989 inizia lo studio della chitarra a 13 anni, dopo una formazione classica di base a 15 anni inizia a studiare forme ed espressioni della chitarra jazz, studio che continua tutt'ora con grande entusiasmo e voglia di conoscere!Il suo stile, anche se molto molto personale, vede nelle figure di Joe Pass e Wes Montgomery da sempre due grossi punti di riferimento..nella sua tecnica troviamo molto presenti l'uso del walking bass e la predilezione all'uso delle dita senza disdegnare però l'uso del plettro di cui cura una personale collezione. Da parecchi anni lo si vede molto impegnato nell'insegnamento attraverso la collaborazione con diverse scuole di musica, inoltre privatamente tiene regolarmente corsi di chitarra e segue in maniera mirata un discreto numero di allievi a cui insegna il linguaggio del jazz..come musicista suona in diverse formazioni prediligendo in questo periodo forme essenziali delle stesse (duo, trio, quartet) nell'ambito del jazz e della bossa nova, tentando di diffondere oggi un suono comunicativo, che mira ad una musica da ascoltare godendo delle sensazioni trasmesse.Il suo motto è: svegliarsi ogni mattina con la fame di conoscere cose sempre nuove e persone umili con cui crescere!!Attualmente in lavorazione il primo album.Per qualsiasi contatto o info 3203891517,
FB: Alessandro Di Benedetto, e-mail: alleks33@hotmail.it

 

Cosimo Di Ceglie


(pubblico dominio)

  (Note di Roberto Ferrari)

originario di Andria, dove è nato nel 1913. Dopo avere studiato chitarra classica si trasferisce a Milano per svolgere attività nel campo della musica leggera. Comincia comunque ad interessarsi alle prime forme di jazz che si stavano diffondendo in Italia. Suona ed incide con Kramer e con varie formazioni con musicisti come Franco Mojoli , Michele d'Elia , Piero Cottiglieri evidenziando sulla chitarra acustica uno stile derivante più da Eddie Lang che da Django. Musicista preparatissimo ( Giovanni Monteforte, che frequentava assiduamente il suo studio musicale privato a Milano, testimonia che era in grado di leggere a prima vista le trascrizioni dei soli di Charlie Christian, eseguendoli con tutte le pennate in giù, e muovendosi longitudinalmente lungo la tastiera della chitarra). Monteforte testimonia anche che il suo stile, come si evince dalle incisioni, rievocava spesso quello di Charlie Christian e di Billy Bauer - Di Ceglie adotta la chitarra elettrica, probabilmente per primo in Italia, incidendo quattro facciate 78 giri con Enzo Ceragioli al piano, Michele D'Elia al contrabbasso e Giuseppe Ruggeri alla batteria nel 1946. Una delle sue incisioni vede peraltro un Gianni Basso sedicenne al sassofono! Sullo strumento elettrificato il suo stile è più a "riff" che sviluppato sulle armonie. Tenta di seguire la "moda" incidendo delle facciate con un gruppo che chiamò "Cosimo di Ceglie e il suo Re-Bop style" nel 1949 poi la sua attività jazzistica si dirada. E' forse il nome più importante (con Alfio Grasso, che, però, si esibiva in Germania)  prima dell' avvento di Franco Cerri. Ha scritto anche canzoni leggere di successo come "Marilù".

 

 

Guido Di Leone

Musicista jazz,chitarrista,didatta, e' nato a Bari nel 1964,dove attualmente vive.

Molto prolifico come compositore, ideatore di gruppi e arrangiatore, ha inciso un centinaio di cd di cui circa la metà come leader, lavori pubblicati prevalentemente per le etichette "yvp Music" , "Philology " e Fo(u)r, di cui e' anche fondatore.

La sua spiccata capacità di accompagnatore e la buona conoscenza degli standard jazz lo porta spesso a suonare ed incidere frequentemente con i numerosi validissimi colleghi pugliesi, ma anche con noti artisti internazionali ( Mark Murphy, Jerry Bergonzi, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Jim Rotondi, Renato Chicco, Jim Snidero, Michele Hendricks, Tiziana Ghiglioni, Andy Watson, Claudio Fasoli, Gianluigi Trovesi, Franco Cerri, Gianni Basso, Ira Coleman,Gary Smulyan ,Dado Moroni ,Mal Waldron ..)

Nonostante l'intensa attività concertistica,in Italia e all'estero ( Australia, Cina, USA,Cuba, Etiopia, Svezia, Spagna, Germania, Emirati Arabi,Inghilterra,Siria,Belgio,Olanda,Francia, Croazia,Austria, Albania,Slovenia,Bulgaria,Romania,Polonia.....) ,Guido Di Leone e' spesso impegnato nell'organizzazione di rassegne Jazz e nella conduzione di programmi musicali televisivi.

E' direttore e docente di chitarra e armonia della scuola musicale Il Pentagramma di Bari, da lui stesso fondata nel 1985.
Dal 2004 al 2014 ha insegnato chitarra jazz nei corsi accademici di primo e secondo livello del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari.

Del 2002 e' il testo " Metodo facile e completo di Teoria Jazz" pubblicato dalla casa editrice "Sinfonica Jazz -Carish" ,anche tradotto del sistema per non vedenti " Braille". Del 2012 e' il "Guido Di Leone Real Book "edito dalla "Fo(u)r".

Stilisticamente identificato nell'aria del modern mainstream, ha da sempre mostrato un particolare interesse per le sonorità del chitarrista Jim Hall, tanto da dedicargli il suo primo lavoro discografico del 1991 "All for Hall" ,ben accolto dal grande Jim .

 

Lamberto Di Piero

(Note fornite dall'interessato) 

Nato a Milano nel 1962, ha conseguito il Diploma Accademico di II° livello relativo al biennio di specializzazione in “Discipline Musicali: Jazz” presso il Conservatorio di Musica di Perugia il 18 aprile 2008. Ha conseguito il Diploma Accademico di I° Livello in “Jazz, musiche improvvisate e musiche del nostro tempo” presso il Conservatorio di Musica G. B. Martini di Bologna nel luglio del 2003. Ha studiato violino nell’ambito della musica classica sostenendo gli esami presso i Conservatori di Musica di Perugia e G. Rossini di Pesaro. Contemporaneamente ha studiato chitarra jazz ed armonia jazz frequentando i seminari di qualificazione professionale di Umbria Jazz e Siena Jazz; per anni ha seguito i corsi di perfezionamento presso la Cooperativa “Il paese degli specchi” di S. Lazzaro di Savena (BO) sotto la guida del M° Tomaso Lama. Ha frequentato seminari di famosi musicisti internazionali: Franco Cerri, Giorgio Gaslini, Jim Kelly, Toni Esposito, Roberto Ciotti, Bruno Biriaco, Eddie Wied, Gary Burton, Mick Goodrick. Da molti anni svolge attività didattica come docente di chitarra elettrica e di chitarra jazz presso istituti musicali privati o comunali delle Marche. Nel ’92 e ‘95 ha tenuto seminari di improvvisazione jazzistica nell’ambito dei convegni nazionali di studi “Il colore della nuova esperienza” a Serra S. Quirico (AN) ed a S. Vittore di Genga (AN). E’ stato collaboratore di Tomaso Lama nel corso di improvvisazione jazzistica “Fare Jazz” organizzato dall’istituto musicale “Ars Musica” di Chiaravalle (AN), giunto alla dodicesima edizione, nel quale ora riveste il ruolo di direttore artistico, docente di teoria ed armonia jazz e di tecniche dell’improvvisazione. Nel ’99 ha ricoperto il ruolo di docente di tecniche chitarristiche nel corso di formazione professionale per “addetto alla manutenzione di strumenti musicali” promosso dal Centro Sperimentale di Design di Ancona, corso autorizzato e finanziato dalla Provincia di Ancona e dal Fondo Sociale Europeo. Suona come chitarrista in diverse formazioni, dal duo al quintetto, nell’ambito della musica jazz e della musica etnica. Con il gruppo ”F Jazz Quartet” esegue brani di propria composizione. Con il “Careful Trio” propone un repertorio di brani composti o incisi dal chitarrista Jim Hall. Nell’88 ha partecipato al festival “Umbria Jazz” con la “Terni Jazz University Big Band” diretta dal M° Bruno Tommaso.

 

 

Sandro Di Pisa

 

  (Note fornite dall'interessato)

Nato a Milano nel 1960, Sandro Di Pisa è un personaggio eclettico: chitarrista jazz, ma anche musicologo, didatta, arrangiatore, cabarettista-cantautore. Ha suonato nei contesti più svariati con innumerevoli musicisti europei, meritandosi la fama di "juke box vivente" per la vastità e versatilità del suo repertorio. Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto ad una originale rilettura del repertorio swing tradizionale e del mainstream jazz, generi in cui si può considerare uno dei pochi specialisti italiani. Tipico del suo stile è l'uso di ironiche citazioni improvvisate, tratte spesso e volentieri da materiali musicali non propriamente jazzistici: sigle televisive, cartoni animati, jingles pubblicitari, motivetti di successo. Un modo ironico di concepire la creatività musicale che si riassume nel suo progetto "Ridere con le orecchie". Alla guida del proprio Trio ha inciso i dischi autoprodotti Night in viale Tunisia, Ridere con le orecchie- Scomposizioni.

 

 

Ignazio Di Salvo

(Note fornite dall'interessato)

Chitarrista molto eclettico e versatile, dotato di una passione per la musica a tutto tondo che gli consente di dedicarsi con successo ad un ampio ventaglio di generi diversi, dal rock alla fusion, dal jazz classico al gipsy, dal blues allo shredding, mantenendo sempre una forte componente di liricità unità ad una solidissima preparazione tecnica virtuosa. Considerato sin da giovanissimo un nuovo talento della chitarra moderna italiana. Ignazio di Salvo nasce il 10/12/85 ad Agrigento, città della Sicilia. La sua storia musicale inizia all’età di sette anni. Figlio d’arte, viene infatti avviato allo studio del pianoforte dalla madre, ma solamente qualche anno dopo verrà incoraggiato allo studio della chitarra classica sotto la guida del M° Francesco Buzzurro. A dodici anni nasce la passione per il rock e la musica moderna. Inizierà così un percorso di studi chitarristici in ambito Rock-Fusion sotto la guida di Andrea Quartarone alla “Guitar Academy” di Catania, percorso che lo porterà, anni dopo, ad essere scelto tra i migliori allievi dell’Accademia per partecipare al secondo disco della Guitar Academy d’imminente uscita, nel quale interpreterà un brano di C. Corea. Conseguiti la Licenza di Teoria e Solfeggio ed il Quinto anno di Conservatorio come privatista, prende parte (appena sedicenne), ai Seminari Senesi di musica Jazz studiando con T . Lama (chitarra), S. Zenni (teoria ed analisi), P. Tonolo (ear training), F. Petreni (musica d’insieme). A quattordici anni incide il suo primo demo rock con la band “Apeiron” partecipando in seguito a numerose manifestazioni ed eventi musicali tra i quali Sanremo Rock. L’anno successivo incide un secondo demo con la band progressive-rock “Entropia” . Ma sarà il suo primo demo strumentale “Where do the thoughts come from?”, composto a 16-17 anni, che gli farà conquistare il titolo di giovanissimo talento e futura promessa chitarristica italiana. Recensita infatti dalle riviste e webzines del settore (Metal Shock, Chitarre, Raw&Wild, Rockeggiando.it , Truth in shredding… ), ed ascoltata da molti “addetti ai lavori”, la lunga composizione di quasi quaranta minuti nella quale suona tutti gli strumenti, mette in luce l’estro e la versatilità del chitarrista, che alterna momenti musicali e stili differenti permeati comunque da una forte matrice prog-rock . Ha svolto inoltre due anni di attività live con la funk-acidjazz band “Free Sound”, attiva nei locali siciliani e non solo con la quale ha preso parte al musicol “Greese” rappresentato durante il “Global Education Festival” nel teatro Ariston di Sanremo. Ha preso parte ai seminari di J. Batten, Steve Trovato, Richard Smith, Walter Donatiello. Trasferitosi a Milano dopo la maturità scientifica, avrà la possibilità di studiare al CEMM di Bussero con Andrea Vendramin e Walter Donatiello, che gli forniranno solide basi jazzistiche per i suoi sviluppi futuri. Laureato in Economia Aziendale presso l’Università “Bocconi” di Milano con una tesi dal titolo “Le strategie di valorizzazione del prodotto di nicchia: Il caso EGEA ed il Jazz Italiano”. Sta attualmente perfezionandosi presso i "Civici Corsi di Jazz" dell’Accademia Internazionale della Musica di Milano studiando con Franco Cerri (chitarra), Riccardo Bianchi (chitarra),Giovanni Monteforte (chitarra) Marco Vaggi (musica d’insieme), Luigi Peruffo (Teoria), Gabriele Comeglio (armonia ed improvvisazione), Giorgio Ubaldi (Coro). Per info www.ignaziodisalvo.it ; www.myspace.com/disalvoignazio

 

 

Alessandra Di Toma

 

Inizia lo studio di chitarra classica all’età di undici anni. Negli anni delle scuole superiori si avvicina alla musica moderna, soprattutto al blues, e continua lo studio dello strumento da autodidatta. Per  un anno studia pianoforte. Si avvicina alla musica ed ai ritmi africani, studia e suona le percussioni ormai da diversi anni, con il  maestro Lorenzo Gasperoni. Si appassiona al jazz e frequenta il corso di chitarra jazz presso l’associazione musica aperta, tenuto dal maestro Manuel Consigli. Inizia a insegnare chitarra privatamente e dal 2011 insegna presso “l’Accademia pentagramma” a Milano.
Attualmente studia chitarra jazz presso i Civici Corsi di Jazz di Milano.

 

 

Moreno D’Onofrio

(Note fornite dall'interessato)

Nasce a Torino il 13 Agosto 1961.Inizia a suonare la chitarra all’età di 10 anni,e matura  le prime esperienze musicali suonando musica leggera. Dopo i 15 anni partecipa alle prime rassegne musicali organizzate dal comune della sua citta’. Musicista autodidatta, scoprirà di li a  poco la passione per la musica jazz e classica che lo porterà a dedicarsi allo studio della chitarra classica, studio poi integrato e approfondito con quello dell’improvvisazione jazzistica. Musicista che predilige contesti di jazz acustico e che trova la dimensione ideale in formazioni ridotte quali il duo, il trio,il quartetto. Nel 1988 costituisce il quartetto "Interplay", formato da musicisti dell’area piemontese, esibendosi in jazz club e teatri del nord Italia Nel  1993 assiste ad un seminario tenuto dal grande chitarrista statunitense Jim Hall,con il quale avra’ modo di duettare "Moreno,Thank you for playing so beautifully" J.H. Nel dicembre 1995 in occasione di una rassegna di musica classica presso il Teatro Agnelli (Torino) viene invitato a tenere un concerto per chitarra "solo", dove suonerà Improvvisazioni jazzistiche "For Acoustic Jazz Guitar". Nel Maggio 2001 si esibisce con il chitarrista di Boston Garrison Fewell .Nel Maggio 2002 si esibisce con l’arpista di New York Park Stickney. Nel 2003 ha collaborato in Trio con Ares Tavolazzi (cb) e Luigi Bonafede (dr).  Nel 2004 ha tenuto concerti a Londra suonando alla Royal Festival Hall e in jazz club (jazz live St.Giles Church) con Ben Hazleton (cb) e Seb Rochford (dr). Viene invitato per partecipare alla 7^ Rassegna Internazionale Jazz di Moncalieri (TO) sempre nel 2004 collabora in trio con Toni Arco(d) e Lucio Terzano(b)

Nel 2005 registra in trio con Luciano Milanese(cb) e Carlo Milanese(dr) il Cd Love Letters Jazz Guitar Trio(Music Center BA 093) Presentazione Radio 3 Rai nel programma (Battiti) "Uno strumentista impeccabile, dal timbro ovattato e suadente; il gusto musicale altissimo in ogni traccia e’ sempre preferito al virtuosismo,  un disco che non si smetterebbe mai d’ascoltare" (Luca Bandirali) recensione per Jazzitalia. Nel 2006,ha costituito il Jazz Duo con il contrabbassista Ivano Sabatini registrando il Cd Laverne Walk Jazz Duo (Music Center BA 132) e viene invitato per la presentazione (live) a Radio 3 RAI nel programma Piazza Verdi(nel 2007) Nel 2007 inizia la collaborazione con il compositore,armonicista,contabbassista e pianista Luigi Ferrara con cui costituiranno lo SPECIAL JAZZ DUO e registreranno il Cd STANDARDS X FOR 4 FOUR in quartetto(Music Center BA 180)Nel 2008, Marcus Woelfle di  RADIO BAYERN Radio della Baviera(G)  gli dedica un programma riservato ai musicisti jazz italiani.(Italienischer Jazz der Gegenwart: Der Gitarrist Moreno D’Onofrio)Nel 2010 registra DREAM DANCING con lo Special Jazz Duo(Ultra Sound Records-CD 064/S)Nel Febbraio 2010 viene invitato  per la presentazione (live) a Radio 3 RAI(Piazza Verdi)per la presentazione del nuovo Cd. Nel 2011 registra TAKE 8 con il Cool Jazz Trio(Ultra Sound Records-Cd 091/S Nel Luglio 2012 viene invitato a suonare alla House of Jazz di Montreal(Canada)con alcuni componenti della band di Gino Vannelli. Collaborazioni recenti con Marco Panascia(b) Enzo Zirilli(d)Renato D'Aiello(s)Dave Fleming(b)Dominic Mullan(d)Hugh Buckley(g) Gilles Carreau(p) Mathieu Gagne'(b)Richard Beaudet(t.s) Michel Berthiaume(d)Michele Bozza(s)Yuri Goloubev(b)Marco Bianchi(p)Marco Bianchi(v)Roberto Tarenzi(p)Liam Dunachie(p)Deelee Dube(v)e molti altri...

I CD sopra elencati,sono distribuiti e venduti in quasi tutto il mondo(U.S.A.,Giappone,Europa,Australia,Brasile) Come esperienza didattica, dal 1988 insegna chitarra ed armonia jazz, storia del jazz e ascolto guidato presso l’Istituto Musicale Civico della Città di Rivoli (To) e dal ‘95 al ‘97 ha tenuto corsi di chitarra jazz, armonia, teoria, solfeggio, tecniche dell’improvvisazione e musica d’insieme organizzati dalla Scuola Civica del Comune di Torino.

Dal 2002/2003 ha insegnato chitarra jazz e moderna presso il Civico Istituto Musicale Brera di Novara

Dal 2016 insegna presso la Scuola di Formazione Musicale Citta' di Torino( Fondazione Teatro Regio/Civica)

"Il jazz è un mezzo di espressione come tanti altri, ognuno deve trovare la propria dimensione e questo vale per qualsiasi forma di comunicazione" (Moreno D’Onofrio) http://www.accordo.it/articles/2009/07/25568/moreno-d-onofrio-the-delicate-sound-of-jazz.html

Recensioni

Moreno D’Onofrio, chitarrista visto dalla critica jazzistica contemporanea come: "Uno strumentista impeccabile, dal timbro ovattato e suadente.( Luca Bandirali per Jazzitalia); http://www.jazzitalia.net/recensioni/loveletters.asp

"Pizzica la sei corde con un tocco maturo, frutto di un continuo evolversi dovuto a più di trent’anni di chitarra. Gli assolo sono invece il risultato di una certa ricerca dell’espressività e non risultano mai invadenti, mai inclini al semplice virtuosismo tecnico". (Giuseppe Andrea Liberti per Jazzitalia) http://www.jazzitalia.net/recensioni/standardsforfour.asp

  La tecnica di D’Onofrio spicca in maniera brillante nella bellissima "I’m A Fool To Want You" e nella title-track "Laverne Walk", dove il chitarrista piemontese, sostenuto dalla robusta ritmica del contrabbasso, ha modo di esprimere la propria raffinatezza nell’uso dello strumento senza mai cadere in un banale e scolastico virtuosismo. D’Onofrio forte della lunga esperienza musicale e didattica è riuscito a trovare in questo album la giusta alchimia tra i due strumenti, brani come "Where Or When", "With A Song In My Heart" e "Come Rain Or Come Shine" sono tutti contraddistinti dal fluente susseguirsi di chitarra e contrabbasso nell’esecuzione dei soli e nell’accompagnamento. (Enzo Saba per Jazzitalia) http://www.jazzitalia.net/recensioni/lavernewalk.asp

Immenso il lavoro del chitarrista che dimostra di avere un grande senso ritmico. L’esperienza di D’Onofrio nel suonare in formazioni ridotte lo ha portato a riempire il più possibile gli spazi in modo da non far "rimpiangere" l’assenza di un batterista. L’uso sapiente degli accenti da parte di D’Onofrio serve a dare la giusta importanza a ogni nota. L’assenza della ritmica pianistica pone in evidenza quanta attenzione D’Onofrio dedichi alle dinamiche tra accompagnamento e solo. (Pierfrancesco Falbo per Jazzitalia) http://www.jazzitalia.net/recensioni/dreamdancing.asp

Altre Partecipazioni: 

Ha suonato per: Lecco Jazz, Cremona Jazz, Festival Jazz di Monteroduni (Eddie Lang Jazz Festival – Isernia), l’Unione Musicale, Jazz for Greenpeace, Guitar Interactive (applicazione multimediale per PC sulla chitarra

jazz e blues) Teatro del Castello di Rivoli, G.R.E.A. (Gruppo Ricerca Europea Arte),Circolo degli Artisti(TO) Auditorium di Montceau-Les Mines (F)Ravensburg Jazz Festival(G) RAI 2  TV(Sereno Variabile) Aarau Jazz Festival(CH),Zurich Jazz Festival(CH),Baden jazz(CH)Jazz tra le quinte(Osimo)Autunno Musicale(Beinasco) Le strade del jazz(Ancona Jazz)Ronnie Scott(London) JJ'Smith's(Dublin)Upstairs at the Ritzy(Brixton Oval- London)

 

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