Lanfranco Malaguti
Augusto Mancinelli
Augusto Mancinelli è da annoverarsi tra i più avanzati e intelligenti chitarristi jazz della generazione formatasi negli anni ’70. Dal '76 studia chitarra jazz con Filippo Daccò all'I.N.S.J. di Parma, armonia e composizione con Mario Perrucci presso l'Istituto Pergolesi di Ancona, musica elettronica con Eugenio Giordani presso il Conservatorio G. Rossini di Pesaro, chitarra classica con Maria Orlandi, composizione sperimentale e analisi con Franco Donatoni, G. Borio, A. Melchiorre, A. Vidolin, presso la Civica Scuola di musica di Milano. Dall'82 all'84 tiene concerti con prestigiosi solisti di passaggio in Italia quali: Lee Konitz, Curtis Fuller, Bob Berg, Sam Rivers, Jimmy Owens. Dall'84 all'88 fa parte stabilmente del gruppo di Enrico Rava con il quale registra tre dischi, STRING BAND, SECRETS, e ANIMALS. Partecipa a tutti i festivals Italiani ed Europei più importanti. Nel '86 ha lavorato con Gil Evans e con l' orchestra della RAI di Roma. Ha insegnato ai seminari jazz di Pistoia (organizzati da Siena Jazz), ai seminari di Dolo con il "Thelonious Monk Institute", a Venezia (ass. Intonarumori), Verona, Schio, a Milano presso "Accademia di Musica Moderna", il NAMM, il CPM e la scuola "Con-Corde". Già insegnante di jazz nei Conservatori di Potenza, Cosenza, Parma, Rovigo e di Fermo, ha pubblicato per la "ERIDANIA" una raccolta di studi didattici per due chitarre con Ambrogio De Palma. Il suo nome compare sulla "PENGUIN GUIDE TO JAZZ" che dedica uno spazio ai suoi lavori come solista. Tra le sue validissime pubblicazioni discografiche è da segnalarsi "Jazz Work” SPLASC(H) CDH4942, in trio con Paolo Ghetti al basso e Massimo manzi alla Batteria.
Sergio Mandini
Vulcanico improvvisatore “alla Tal Farlow”, ma su una scala dimensionale più intimista, dal suono nitido e cristallino e con una souplesse ritmica palpitante e vitale, Mandini si esplica i lunghi assoli ben punteggiati, intensi ed espressivi che rivelano una ispirazione maturata nel suo più profondo vissuto umano. Mantenendosi lontano dagli aspetti più esteriori e seduttivi del jazz, riesce così a preservare l’integrità della sua vocazione artistica. Intenso interprete di ballads, raffinato e delicato armonizzatore, assolve ampiamente al tributo dovuto alla sempre più misconosciuta arte della vera chitarra jazz.
Alberto Marchesini
Hard-bopper senza mezzi termini il suo stile, originalissimo, profondo e spigoloso, fa di lui una sorta di Thelonius Monk della chitarra del jazz-moderno italiana, la sua sonorità, magnetica e tagliente, può essere considerata emblematica del timbro della moderna chitarra-jazz. Praticamente autodidatta, negli anni sessanta suona in complessi da ballo a Bologna, pur frequentando anche gli ambienti jazzistici della città, visitata spesso da jazzisti stranieri di passaggio. Approfondisce la conoscenza della chitarra jazz attraverso le registrazioni discografiche soprattutto di Charlie Christian, di Grant Green e del chitarrista belga Renè Thomas dal quale rimane notevolmente influenzato. Suona il banjo e la chitarra elettrica nella Reno Jazz band con Pupi Avati e Lucio Dalla, entrambi clarinettisti ed allora sconosciuti. Si trasferisce a Milano negli anni settanta dove fa le sue esperienze musicali più importanti come free-lance al “Capolinea” collaborando coi più noti jazzisti italiani. Negli anni ottanta interrompe per un periodo l’attività musicale per diplomarsi in composizione sotto la guida dei maestri Antonio Soresina prima e Bruno Bettinelli poi. Grazie a un soggiorno negli Stati Uniti entra in contatto con nuove esperienze.
Ivo Meletti
Riconducibile alla tradizione di Barney Kessel, Tal Farlow e Wes Montgomery, è stato uno dei primi jazzisti moderni della sua generazione. Con una sintetica ed evoluta concezione armonica, lontana dalle inutili decorazioni, è magistrale la sua interpretazione delle ballads del repertorio jazzistico. Nelle improvvisazioni la sua pennata, graffiante ed incisiva, marca con varietà di accenti linee-bop ben cesellate sui cambi d’accordo e che, come avviene per i veri boppers, si estrinsecano in un fraseggio personale e stilisticamente rigoroso sino a evolvere in swinganti ed efficaci improvvisazioni ad accordi.
Massimo Melodia
Il linguaggio jazz, nato negli Stati Uniti, ha esercitato un notevole ascendente su gran parte delle culture di altri paesi, e ciò risulta oggi sempre più vero riguardo alla sensibilità e all’indole italiana. Nel nostro paese un numero crescente di giovani talenti musicali si applica con freschezza e creatività a questo genere musicale trovando in esso una tal corrispondenza che solo alcuni decenni fa sarebbe stata impensabile. Si credeva infatti che l’italica sensibilità, così legata al melodramma e alla lirica, mal si confacesse ad un genere istintivo e de-sublimato quale il jazz. Massimo Melodia rappresenta quindi un ottimo esempio di come questa sensibilità, tutta italiana, contribuisca invece a donare al jazz esecutori ed interpreti in grado di arricchire e variegare questo inesauribile linguaggio.
Luca Meneghello
Dotato strumentista dalla sicura ed energica pennata, Meneghello, recependo con grande apertura i modelli più aggiornati, riesce a rappresentare un solido punto di riferimento per il chitarrismo contemporaneo. Il suo lavoro, approfondito e competente, è riuscito ad approdare a risultati veramente notevoli e interessanti, riuscendo ad esprimersi, nel linguaggio contemporaneo, mantenendo una sua propria connotazione poetica. Inizia a suonare la chitarra come autodidatta all’età di sette anni e contemporaneamente studia clarinetto e teoria e solfeggio. Frequenta il Centro Professione Musica dal 84 al 86 e i seminari di Siena Jazz nel 92 e Tirano Jazz nel 96 con Joe Diorio e Jerry Bergonzi.
Alessio Menconi Alessio Menconi nasce a Genova, si avvicina alla musica all' età di 8 anni studiando la batteria, che abbandona due anni dopo per dedicarsi da autodidatta allo studio della chitarra. A 16 anni. intraprende l'attività' professionale e, considerato un prodigio, comincia molto presto ad essere chiamato dai migliori musicisti italiani e stranieri. Nel 1992 partecipa al concorso "Gran Prix du Jazz" nel quale vince il premio "AICS". Successivamente nel 1993 partecipa al più prestigioso concorso nazionale di chitarra jazz: "Eddie Lang" vincendo il 1° premio (Miglior giovane chitarrista jazz italiano) Negli anni a seguire, sono innumerevoli le collaborazioni con i più grandi artisti italiani ed internazionali. Dal 1995 comincia a suonare in varie formazioni del batterista Billy Cobham e dal 1995 al 2004 collabora con Paolo Conte, suonando in vari tour mondiali nei più importanti teatri e festivals del mondo e registrando quattro cd. Nel 2000 è stato selezionato a Parigi dall'ONJ (orchestre national du jazz) Nel 2003 ha partecipato come unico italiano ad una compilation dedicata a Jimi Hendrix ("Voodoo crossing") in compagnia di Robben Ford, Steve Lukather, Hiram Bullock, Larry Coryell e tanti altri. Ha svolto tour per conto di Istituti di cultura ed ambasciate italiane in India, Zambia, Brasile, Sud Africa, Guatemala, Ecuador, El Salvador, Nicaragua, Giappone, Cina, Hong Kong, Argentina, Uruguay. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive ed a varie colonne sonore di film e spettacoli teatrali. E’ docente di chitarra jazz al conservatorio Paganini di Genova e Puccini. Nel 2009 viene assegnato ad Alessio Menconi il "Premio jazz lighthouse" alla carriera. Nel 2012 è stato inserito come unico italiano in una compilation allegata a "La Stampa" intolata "I più grandi chitarristi del mondo" e nel 2014 il suo cd "Sketches of Miles" è stato inserito su "Jazz It" tra i 100 migliori dischi di jazz
dell’anno. Italia, Svizzera, Francia, Lussemburgo, Olanda, Austria, Macedonia, Croazia, Belgio, Grecia, Russia, Polonia, Germania, Inghilterra, Spagna, Ungheria, Nicaragua, Brasile, Ecuador, Argentina, Uruguay, El Salvador, Guatemala, Zambia, Sud Africa, India, Giappone, Hong Kong, Cina, Israele, Palestina, Canada e Usa. Petropolis jazz festival, Yokohama "Jazz Promenade, "Jazz in Fuchu", Guatemala jazz festival, Montevideo Jazz Festival, Braganca Paulista, Quito "jazz festival", Calcutta "jazz-blues and beyond", Sao Paulo "sesc", Ascona "New Orleans & classics", Torino jazz festival, Skopje festival, Rio de Janeiro "Centro justica federal, Parigi "New morning-JVC jazz fest.", Nizza Jazz Festival, Atene Festival, San Francisco jazz festival, Samois sur Seine "Django festival" , Bruxelles jazz fest, Umbria jazz, Bolzano "jazz and others"', Montreal ,Verona jazz, Toscana jazz, SanRemo "Immagine jazz e blues", Fano, Calvi, Bordighera "jazz and blues", Parigi "Olimpya", Berlino, Seville, Den Hag, Londra Royal Festival Hall, Montevideo jazz festival e molti altri. Alcuni dei musicisti con cui ha suonato o collabora abitualmente: Billy Cobham, Jimmy Cobb, Jeff Berlin, Enrico Rava, Marcio Montarroyos, Shawn Monteiro, Stefano Bollani, Toninho Horta, Aldo Romano, Danny Gottlieb, Biba Band, Albert "Tootie" Heath, Red Holloway, Franco Cerri, Jack Mc Duff, Adrienne West, Gary Bartz, Dado Moroni, Franco Ambrosetti, Gary Husband, Flavio Boltro, Paolo Fresu, Daniel Humair, e molti altri. In ambito pop/rock: Paolo Conte, Elio, Anna Oxa, Rossana Casale, Gianni Morandi, Tullio De Piscopo, Alexia, Carl Anderson e molti altri.
Flavio Minardo Musicista e compositore, inizia a suonare la chitarra da autodidatta, quindi per due anni prende lezioni di musica country specializzandosi nel finger picking. Studia per tre anni sotto la guida del Maestro Filippo Daccò, diplomadosi in chitarra jazz presso il C.D.M. di Milano. diplomato a pieni voti in chitarra jazz al conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Como con una tesi sulla musica gipsy e Django Reinhardt. Laureato con il massimo dei voti in jazz al conservatorio di Como con una tesi “ il jazz e le contaminazioni ( free jazz- jazz rock – ethno jazz ) Nel 1991 inizia lo studio della musica indiana a Kathmandu
(Nepal) con il Maestro di sarod Sunder Sherestra. ESPERIENZE MUSICALI : ha suona la chitarra acustica, elettriche e il sitar in vari progetti e contesti musicali, dal freejazz alla musica sud americana alla musica etnica e chilly out in numerosi festival nazionali e internazionali in varie formazioni a fianco di numerosi artisti quali : Arrigo Cappelletti, Rudi Migliardi, Franco D’Andrea, Paolo Tomelleri, Antonio Zambrini, Giulio Visibelli, Federico Sanesi, Tiziano Tononi, Gianni Coscia, Pietro Tonolo, Antonio Faraò, G. Trovesi, Steve Swallows, Roberto Vecchioni, Gene Gnocchi, Sandro Cerino, Tino Tracanna, Ralph Alessi ecc Con il pianista Arrigo Cappelletti collabora in vari progetti musicali, assieme ai massimi esponenti della musica contemporanea Portoghese quali Jorge Fernando, Alexandra, Custodio Castelo, incide il cd di Arrigo Cappelletti “Terras do risco”prodotto dall’Amiata. Partecipa in qualità di alla tournèe del trio di Cappelletti Visibelli e Steve Swallow e con la stessa formazione all'incisione del disco "Little Poems"prodotto dalla Splasc(h). Collabora nel progetto di letteratura e musica con il poeta Alessandro Quasimodo e Mario Cei con i quale incide un cd per la radio svizzera italiana.
Nicola Mingo La storia della chitarra jazz ha visto e vede varie tendenze, concezioni e scuole di pensiero, fra queste quella che oggi va per la maggiore è quella (borderline!) di Metheny e Scofield. Per far parte di una corrente musicale non basta però riproporre sporadicamente qualche frase o composizione, è necessario averne assorbito, e saperne riproporre, specialmente l’estetica !! In linea di continuità con l’approccio di Wes Montgomery e Pat Martino oggi in Italia spicca e si distingue il chitarrista Nicola Mingo. Dotato di una tecnica strumentale eccellente, dal timbro caldo e istintivo, Mingo ha maturato a tutti gli effetti l’estetica di Montgomery e Martino riproponendola in modo personale ed espressivo, stilisticamente appropriato e filologicamente corretto!!
Massimo Minardi
In una grande città come Milano, uno dei centri nazionali del jazz italiano, vivono e si incontrano numerosi chitarristi-jazz che sono cresciuti fianco a fianco, frequentando gli stessi luoghi, le stesse persone e condividendo le stesse esperienze. Alcuni di essi sono diventati un punto di riferimento, personaggi senza i quali il piccolo mosaico del jazz milanese verrebbe sminuito. Massimo Minardi rappresenta uno di questi insostituibili tasselli. Chitarrista nel cui stile sono stratificate e si compenetrano le esperienze musicali di una vita dedicata al jazz, e che non finisce mai di sorprendere per la profondità del retrotterra jazzistico.
Alessandro Minguzzi
Giovane chitarrista dell'area milanese, stilisticamente riconducibile alla corrente del jazz-mainstream. Pur prediligendo grandi precursori come Django Reinhardt e Wes Montgomery, si esprime attuando autonomamente una personale ricerca linguistica che approda ad un fraseggio controllato e riflessivo.
Danilo Minotti
(Note fornite dall'interessato)
Francesco Moglia
Il più recente linguaggio della chitarra jazz-fusion si può sbilanciare felicemente a favore della più autentica estetica del jazz se inserito nel contesto musicale appropriato e quando interpretato con feeling da vero jazzista, come nel caso di Francesco Moglia. Musicista dai solidi presupposti jazzistici e aperto a diversificate esperienze di derivazione rock e blues, Francesco Moglia è parte integrante del nuovo movimento chitarristico che ha il merito di aggiornare continuamente e mantere attuale il linguaggio improvvisativo della chitarra contemporanea. Chitarrista del trio “Zatopek” in My Space si può particolarmente apprezzare la sua improvvisazione nel brano “Flat Blues”.
Giovanni Monteforte
(di Fernando D'Anelli) All'interno del suo linguaggio Jazz noto linee originali, ricche di dinamiche ed un'ottima tecnica, non fine a se stessa, ma al servizio di grandi fraseggi chitarristici. La sua, a mio avviso, è una "chitarra che canta".
Raf Montrasio
Vi sono professionisti che pur avendo trascorso la loro vita suonando musica da ballo, accompagnando cantati di successo e apparendo in televisione, sono in realtà degli autentici jazzisti. Essi, con la modestia che contraddistingue i veri artisti, hanno potuto esprimersi nel jazz solo lontano dalle ribalte e dalla grande notorietà! Uno di questi e Raf Montrasio, chitarrista jazz a tutti gli effetti, improvvisatore che, alla Barney Kessel, riesce a fondere la logica rigorosa della linea melodica con la comunicativa della semplicità e della naturalezza.Sensibile armonizzatore è da annoverare tra i più autentici continuatori della tradizione della chitarra jazz non ancora contaminata dal rock!
Antonio Nasone Diplomato al St.Louis College of Music di Roma in chitarra
jazz col massimo dei voti e 4 borse di studio.
Matteo Negrin
Con una naturale predisposizione per la musica e la chitarra, si è formato come jazzista studiando ai “Civici Corsi di Jazz” di Milano distinguendosi per la sicura padronanza dello strumento e la non comune intelligenza e capacità d’apprendimento (...posso ben dirlo perché è stato mio allievo!!). I suoi interessi spaziano dal jazz a tutta la musica d’arte in generale dando sempre un personale apporto in termini di buon gusto e significanza.
Gabriele Orsi
(Note fornite dall'interessato) Chitarrista , compositore. Frequenta il Berklee summer school (1993 – 1994) a Perugia e il Jazz master class a Tirano (1995), stage didattici con John Stowell, Giovanni Tommaso, Rick Pekam, Larry Monroe, Joe Diorio, Steve Lacy, Jeff Richman, Jim Kelly, Ralph Alessi, David Friesen, Marc Ducret, Gino Robeir, John Riley e Bobby Previte. Nel 2007 incide il suo primo CD "Mr. T." (Music Center) dove è presente, con una partecipazione straordinaria, Joey De Francesco. Nel 2008 nasce il C.O.D. trio , una formazione inusuale (Biagio Coppa, sax – G. Orsi, chitarra – F. Di Lenge, batteria) con cui ha l’ occasione di suonare più volte negli Stati Uniti (New York, Philadelphia, Boston, Middletown, ecc.). Ha occasione di suonare con: Francesco Di Lenge, Maurizio Signorino, Fulvio Ferrari, Santino Carcano, Eleonora D’Ettole, Daniele Petrosillo, Valerio Della Fonte, Carlo Virzi, Attilio Zanchi, Yuri Goloubev, Beppe Caruso, Rosalynn Robinson, Marco Castiglioni, Biagio Coppa, Silvano Borzacchiello, Joey De Francesco , Carmen Staaf, John Patitucci. www.myspace.com/gabrieleorsiquartet "
Eddy Palermo
Eddy Palermo. Insieme a Gigi Ciffarelli ha a suo tempo traghettato la chitarra jazz italiana su di un livello strumentale performativo internazionale. Memorabile la sua jam-romana con Jim Hall nei primissimi anni ’80. Il suo fraseggio, anche se influenzato da Joe Pass e Pat Martino, è personale, energico e ritmicamente propulsivo, le sue interminabili e fantasiose linee melodiche sono accattivanti e comunicative. Autentico virtuoso del chord-playing le sue interpretazioni armonizzate di brani standards sono sentite e suggestive così come le sue pulsanti esecuzioni del repertorio brasiliano.
Lino Patruno
Lino Patruno, insieme a Franco Cerri è tutt’ora il chitarrista-jazz italiano più popolare. Il suo contributo al jazz non è solo quello di strumentista, ma anche di filologo e divulgatore della più genuina tradizione del jazz! Come strumentista e dotato di uno swing e di una comunicativa fuori dal comune: non è limitato alla sola chitarra d’accompagnamento, ma è anche un maestro della non facile arte dell’improvvisazione ad accordi, nella quale risulta fantasioso e tecnicamente dotato.
Mario Pelagatti
Nuovo talento della chitarra jazz, molto dotato tecnicamente, Mario Pelagatti si distingue nel panorama generale delle nuove tendenze, per la sua notevole capacità inventiva e per l’ originalità stilistica, riuscendo a ricondurre le più avanzate soluzioni ritmiche e melodiche della Fusion nel contesto ormai consolidato del repertorio del jazz moderno.
Luigi Pellissetti
L’incedere melodico meditato e circospetto, che non si lascia fuorviare dalla casualità, i timbri caldi e palpitanti della sua chitarra, sia quando naturali ed aperti che quando ricorrono ad un uso sapiente e controllato degli effetti, fanno di Luigi Pellissetti un artista sensibile e spontaneo che ha fatto sue le più essenziali istanze apportate dal jazz all’approccio musicale.
Carlo Pes
Citato su cataloghi-jazz ed in articoli specialistici, insieme a Franco Cerri è stato uno dei primi chitarristi jazz italiani ad assurgere a fama internazionale. Autore di colonne sonore di importanti films della storia del cinema italiano, ha inoltre suonato con Barney Kessel, Chet Baker, Lionel Hampton, Stan Getz, Roy Eldridge, Bill Coleman, Don Byas, Django Reinhardt, Stephane Grappelly e Joe Pass. Attivo prevalentemente nell'area romana, accompagnatore discreto e swingante ha fatto parte dei trii senza batteria dei pianisti Armando Trovaioli e Umberto Cesàri. Improvvisatore naturale ed estemporaneo, da vero jazzista lo stile di Carlo Pes sgorgava spontaneamente e liberamente dal suo personale intuito senza incedere in artifici, orpelli od inutili decorazioni. Questo sua capacità di mettersi in gioco senza espedienti o trucchetti, fanno di lui una figura emblematica di quel chitarrismo del jazz-moderno oggi in via di estinzione. Qui ritratto con una Gibson Les Paul Custom nera, era solito anche esibirsi con una Gibson Super 400 Sunburst.
Lorenzo Petrocca
Lorenzo Petrocca, chitarrista dal sound plastico e corposo, dal timing rilassato e swingante, improvvisatore sobrio e controllato, riesce con grande perizia a ben dosare il fluire del suo discorso musicale. Molto dotato ritmicamente e tecnicamente e stilista in continua evoluzione, può essere considerato, a pieno titolo, uno dei più nobili discepoli di Joe Pass.
Gaetano Petronio
Studente dei “Civici Corsi di Jazz” di Milano studia chitarra con Riccardo Bianchi e Giovanni Monteforte. Il suo interesse verte principalmente sulla chitarra-jazz moderna apprezzando e studiando prevalentemente gli stili di Charlie Christian e Barney Kessel.
FRANCO PISANO
Franco Pisano (Cagliari) 1922-1977 Iniziò a studiare il violino all'età di sette anni. Poi si appassionò alla chitarra e al pianoforte. Nel periodo del secondo conflitto mondiale Franco Pisano si avvicinò al jazz. Alla fine del conflitto mondiale iniziò a suonare con l'orchestra di Armando Trovaioli, il “Sestetto Bebop di Milano”, il fratello Berto Pisano, Giulio Libano e Giorgio Giocosa.
Alberto Pizzigoni
Alberto Pizzigoni: Solido sparti-acque della chitarra-jazz in Italia, fidato professionista e sicuro didatta, è una insostituibile figura di riferimento per quella concezione moderna che nulla vuole concedere alle deviazioni estetiche. Il suo stile, a metà strada tra le poetiche di Kessel e Montgomery reinterpretati con inflessione “Cool”, pur rimanendo fermamente nel solco della tradizione riesce ad essere, e ad onta del “rampantismo” delle nuove tendenze, sempre stimolate e significativo.
Marco Poggiolesi Inizia a studiare chitarra classica all’età di quattordici anni. Nel 2002 si avvicina al jazz grazie all’incontro con il maestro Gianni Zei, con il quale apprende varie tecniche e stili improvvisativi che spaziano dal jazz tradizionale, al be-bop alla bossa-nova. Nel 2004 frequenta i corsi invernali di Musica jazz dell’Associazione "Siena Jazz", con Roberto Nannetti; qui ha l’opportunità di partecipare a numerosi seminari, tra cui quello con il Maestro Enrico Rava. Nel 2006 la passione per la musica flamenco lo ha portato ad approfondire le conoscenze degli stili tradizionali sotto la guida del Maestro Juan Lorenzo presso "Accademia de la Guitarra Flamenca" dove ha la possibilità di studiare con il chitarrista Oscar Herrero. Dal 2008 al 2010 ha studiato chitarra jazz con Sandro Gibellini. Dopo alcune esperienze come turnista nell’ambito della musica pop italiana, nel 2004 nasce, grazie alla sua iniziativa, il quartetto latin "Elegant Gipsy" mentre nel 2007-2008 è leader del progetto jazz-fusion "Maf trio". Nel 2009 fonda insieme al contrabbassista Ferdinando Romano il progetto: "Tandem". Dal 2008 intraprende la tuttora florida collaborazione con l’attrice Maria Cassi iniziando un percorso nel mondo del teatro cantato di fondamentale importanza formativa ed artistica. In particolare con gli spettacoli "SuoniEmozioni", "Pardon" e l’ultimo "Attente al lupo" si esibisce con l’attrice nei maggiori teatri d’Europa. Ha inoltre collaborato nel 2009 con Sergio Staino a favore della fondazione "Terramadre". Nel 2011 collabora con la cantautrice Lu Colombo per la promozione del disco "Molto più di un buon motivo" interamente dedicato alle canzoni di Joaquin Sabina. Dal 2008 inizia a scrivere per il giornale culturale "l’Ambasciata Teatrale" di cui cura la rubrica dedicata alla musica. Nel 2010 registra il disco "Tandem", in duo con Ferdinando Romano, pubblicato nel 2011 da Philology Records, del quale ben due tracce vengono inserite nella raccolta "Italian Jazz, le 50 migliori tracce". Sempre nel 2011 dà vita allo spettacolo dedicato a Bob Dylan dal titolo: "Dylan Bob, dalle sue canzoni di protesta alle sue ballate d’amore" di cui viene tratto un disco live. Nel dicembre 2013 esce per "Dodicilune" il disco "Tandem, A ruota libera" secondo lavoro discografico del duo. Nel 2013 partecipa con Lu Colombo al prestigioso Premio Tenco. Nel 2014, il primo Maggio si esibisce presso l’Obihall di Firenze affianco di Juan Carlos Biondini, Vittorio de Scalzi, Joan Isaac e partecipa con Tandem al Festival "Settima Luna" accanto a importanti musicisti come Jacopo Martini, Petra Magoni, Enrico Pieranunzi. A ottobre 2014 esce con "Il Cantautore", la rivista ufficiale del Premio Tenco, il cd contenente le undici tracce del concerto del primo Maggio presso l’Obihall di Firenze
Piero Pollone
Una delle più belle sonorità della chitarra-jazz italiana, poeta del jazz, raffinato esecutore ed interprete ”intimista”. Pollone dimostra come la sincerità dell’artista riesca sempre a travalicare lo sterile “avanguardismo” imponendo, in ultima analisi, le più autentiche istanze dell’arte-vera. Su di lui è stato scritto un libro biografico: "Piero Pollone-Dialoghi in Jazz" di Guido Michelone, ed. Lampi di Stampa.
Giuseppe "Pigi" Ponzo Insegnante di chitarra jazz e concertista. Ha compiuto
gli studi musicali presso il CDM di Milano con il M. Filippo Dacco' e
presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano dove si è
laureato con una tesi su Grant Green. Maestri di riferimento sono Giovanni
Monteforte, Riccardo Bianchi, Gabriele Comeglio, Claudio Fasoli, Franco
Cerri, Lucio Terzano , Marco Vaggi ,Enrico Intra.
Raffaele Pozzoni
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